Ilaria Maria Sala, La Stampa 11/5/2013, 11 maggio 2013
CINA, LA LOTTA ALL CORRUZIONE FA MALE AL LUSSO"
Cala la vendita dei prodotti di lusso in Cina, vittima imprevista della campagna anti-corruzione voluta dal nuovo presidente cinese Xi Jinping, in carica da marzo ma che ha fatto della lotta alla corruzione il suo cavallo di battaglia già dalla sua nomina lo scorso anno. Da quando il Presidente ha deciso di procedere con una campagna, assai mediatica in verità, per limitare le vistose spese di tanti funzionari cinesi (accompagnata però dall’arresto di alcuni attivisti anti-corruzione), i corrotti cinesi si muovono con una malcelata circospezione. Si tratta di rendersi meno individuabili come «sperperatori» di fortune ottenute illegalmente, e mantenere invece un profilo più basso. Il tutto mentre continuano controlli e denunce sul web contro chi vive alla grande con soldi pubblici. Una recente inchiesta della tv «Cctv» mostra come le vendite di alcolici di importazione stiano calando del 24% - pur considerando che dallo scorso anno la Cina è divenuta il primo mercato al mondo per il cognac – per tutti i prodotti che costano più di 150 euro a bottiglia. Fino al 35% di questi prodotti infatti erano per consumi governativi. I ristoranti di lusso, dopo le innumerevoli denunce online contro i banchetti dei funzionari capaci di costare decine di migliaia di euro, registrano invece un calo del 35% a Pechino, e del 20% a Shanghai. Molte delle prelibatezze più ricercate, dalla zuppa di pinne di squalo all’abalone, passando per i nidi di rondine, restano invendute, sollevando la possibilità che la campagna per la frugalità e l’anticorruzione sia più benefica per le specie in via di estinzione che non i periodici arresti o i messaggi pubblicitari in televisione e per le strade. Il daoyu, un tipo di pesce dello Yangtze molto raro, ha subito un calo di prezzo del 94%. Nel clima di sobrietà, chi sta «peggio» sono le «concubine», così vengono chiamate le giovani mantenute cinesi, immancabile accessorio di ogni funzionario corrotto di rispetto: troppo vistose, sono le prime a vedersi negare le carte di credito illimitate dai danarosi protettori, e calano vendite di scarpe e borsette. Ma spendono meno anche i dieci milioni di carte di credito governative, e secondo la Clsa Asia Pacific, solo un terzo dei consumatori del lusso contano di continuare a spendere tanto quanto facevano prima dell’anticorruzione