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 2013  maggio 11 Sabato calendario

LA BANDA DEL BANCOMAT GLOBALE SVALIGIATI I CONTI IN 27 NAZIONI

Quarantacinque milioni di dollari prelevati dai bancomat in 27 Paesi diversi con oltre 40 mila transazioni messe a segno da cellule di criminali guidati a distanza da una banda di hacker: è la rapina globale che la procura distrettuale di Brooklyn è riuscita a ricostruire dopo tre mesi di indagini top secret.

L’assalto con regia cibernetica e realizzazione vecchia maniera ha per vittime carte prepagate MasterCard emesse dalla National Bank di Ras Al-Khaimah, negli Emirati Arabi Uniti, e dalla Bank of Muscat dell’Oman. Sono gli hacker a selezionarle perché intestate a persone e società che pagano stipendi o versano beneficenza attingendo da ingenti fondi. Individuati gli obiettivi, gli hacker penetrano nei circuiti delle banche per copiare codici, numeri di accesso e tracce magnetiche delle carte. I dati frutto di questa rapina elettronica vengono affidati a un network della malavita organizzata con diramazioni in cinque Continenti che ha il proprio leader a New York in Alberto Yusi Lajud-Pena, meglio noto come «Prime» o «Albertico», la cui base è negli Yonkers.

Il debutto della rapina globale avviene il 22 dicembre 2012. Gli hacker distribuiscono istruzioni minuziose agli svaligiatori posizionati in 20 nazioni: le transazioni ai bancomat messe a segno sono oltre 4500 in meno di 180 minuti, dalle 14,40 alle 17,05 ora di New York. Il bottino è di 5 milioni di dollari, ai danni dei conti nella banca degli Emirati. Ma è solo un assaggio. Poiché tutto fila liscio, il bis viene ripetuto in grandi dimensioni il 19 febbraio. Sono le 15 in punto a New York quando iniziano oltre 36 mila transazioni fraudolente ai bancomat di 24 nazioni. Terminano, alle 1,46 del mattino del giorno seguente, quando oramai sono stati prelevati dai conti della banca dell’Oman ben 40 milioni di dollari.

È un fiume di denaro liquido, uscito dai bancomat di Stati Uniti, Canada, Messico, Repubblica Dominicana, Colombia, Gran Bretagna, Belgio, Francia, Spagna, Italia, Olanda, Germania, Estonia, Lettonia, Ucraina, Romania, Bulgaria, Egitto, Sudafrica, Emirati, Pakistan, Sri Lanka, Russia, Giappone, Thailandia, Malaysia e Indonesia.

Ovunque il metodo usato dai ladri è lo stesso: le informazioni rubate dagli hacker via Internet vengono copiate su ogni tipo di carta usata che abbia una fascia magnetica, adoperandola per il prelievo. Lo strumento della mega-rapina sono in gran parte vecchie carte di supermercati e carte di credito scadute. Le indagini internazionali portano a New York, e in particolare a Manhattan, perché qui, dalle 16.31 alle 21.59 del 19 febbraio, i prelievi si concentrano a centinaia lungo i bancomat situati su Broadway e sulla Terza Avenue. Sono le telecamere di sicurezza a scoprire che sono gli stessi personaggi a effettuare i prelievi a raffica. Il ritmo è serrato: 5 prelievi per 4015 dollari al 2380 di Broadway, 3 prelievi per 2409 dollari al 2077 di Broadway, 3 prelievi per 2409 dollari al 1886 di Broadway. E così via. I rapinatori sono vestiti tutti allo stesso modo - cappello, giacca e zainetto - si sentono a tal punto sicuri da correre ad acquistare subito auto di lusso, gioielli, orologi, abiti firmati. C’è anche chi, come Elvis Rafael Rodriguez e Emir Yasser Yeje, si fa fotografate con mucchi di dollari appena prelevati.

Nella banda di New York i rapinatori sono sette, risiedo negli Yonkers, a Brooklyn, e finiscono in manette perché i sistemi di sorveglianza antiterrorismo non gli lasciano scampo. Il capo, Lajud-Pena, viene ucciso nella Repubblica Dominicana, il 27 aprile, e sul corpo gli trovano 100 mila dollari liquidi. Altri 400 mila dollari vengono rinvenuti nelle case degli arrestati. Ma a sfuggire sono gli hacker, veri artefici, della rapina globale.