Claudio Del Frate, Corriere della Sera 11/5/2013, 11 maggio 2013
DAL NOSTRO INVIATO
CREMA (Cremona) — La partita più surreale che si ricordi è andata in scena alla palestra Toffetti di Crema, dove per il campionato femminile under 13 si sono affrontate tre giorni fa le ragazze del Crema volley e le pari età dell’Esperia Cremona. C’era l’arbitro, c’erano dirigenti e naturalmente le atlete che si sono lealmente date battaglia sul parquet ma gli spalti erano deserti. Il match, per decisione della Fipav (federazione pallavolo), si è infatti disputato a porte chiuse perché una settimana prima l’incontro di andata si era risolto con una gigantesca rissa tra genitori e sostenitori dell’una e dell’altra squadra.
Il rischio concreto era che la miccia tra mamme e papà ultrà si riaccendesse, tanto che la polizia ha dovuto pure inviare un paio di agenti alla palestra. A immortalare l’evento restano un paio di immagini: le ragazzine impegnate a sfidarsi sullo sfondo delle tribune deserte e un capannello di genitori all’esterno dell’edificio, con il volto schiacciato contro i finestroni per intuire l’andamento del match.
Il bello (anzi, il brutto) è che la partita blindata tra tredicenni è tutt’altro che un caso isolato; la scorsa settimana a Erba (Como) un torneo di calcio tra oratori è finito in rissa e il mese scorso a Castellucchio (Mantova) i ripetuti insulti a un ragazzino di colore in campo hanno costretto all’interruzione del match. L’antefatto da cui è scaturita la partita a porte chiuse appartiene a questa galleria degli orrori. A Cremona una settimana fa le due compagini si contendevano l’accesso alla finale del campionato; l’arbitro (una ragazzina diciassettenne) assegna punto contestato; la palla rotola ai piedi di uno degli allenatori che, stizzito, la spedisce con un calcio verso gli spettatori. Ed è subito baraonda, con gli adulti che sugli spalti si azzuffano, si urlano i peggiori insulti, schiumano rabbia e le ragazzine, arbitro compreso, che spaventatissime e in lacrime scappano negli spogliatoi.
«C’era chi provava a dividere i contendenti, ma non ci riusciva, tanta era la rabbia. Mai vista una roba del genere in 30 anni di pallavolo» si avvilisce Antonio Castelli, dirigente della Esperia. La disciplinare della Fipav cremonese adotta un provvedimento inedito: partita persa a entrambe le squadre e obbligo di disputare il ritorno a Crema a porte chiuse per scongiurare il ripetersi di incidenti. Il volley resta un bello sport e le ragazzine lo hanno onorato alla «Toffetti» disputando una partita tiratissima e leale, risoltasi a favore di Crema al tie break.
«Perché siamo arrivati a questo punto? — si chiede Massimo Dossena, dirigente di Crema — Spesso le famiglie ripongono aspettative esagerate, forse qualcuno di loro ha assistito ad altri eventi sportivi dove violenza e insulti sono di casa».
Ma la disputa non è finita: la Fipav ha multato Crema e Cremona con 1.200 euro ciascuna; ma i genitori, di pagare quella somma a quanto pare non ne hanno nessuna intenzione.
Claudio Del Frate