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 2013  maggio 10 Venerdì calendario

FANNULLONI A WESTMINSTER

Fuori da Westminster, in questi giorni, non c’è quasi nessuno. Solo alcuni turisti e pochi commessi. Il Parlamento di Londra sembra un castello abbandonato: sfarzoso ma in declino. Parlamentari, dirigenti, impresari e lobbisti: tutti in vacanza. Due settimane di stop dal 25 aprile all’8 maggio. Per altre due settimane si era fermato a Pasqua. E fossero le sole ferie.
Tanto lassismo ha indotto Margaret Hodge, 69 anni, laburista nata al Cairo, alla sua quarta rielezione in Parlamento (da 19 anni è la deputata nel collegio di Barking), a lanciare un’accusa pesante: «Viviamo la peggiore crisi della storia contemporanea eppure la maggior parte dei parlamentari non fa abbastanza. Stiamo troppo poco tempo a Westminster e questo sta creando un vero vuoto democratico». In pratica ha accusato i colleghi di essere dei fannulloni e in Inghilterra le sue parole hanno scatenato un dibattito rovente. Anche perché il pulpito da cui arriva la reprimenda è autorevole: la Hodge presiede la Commissione parlamentare per gli affari pubblici, la più delicata, quella che controlla meticolosamente l’azione del governo. E riveste un ruolo di primo piano all’interno del suo partito. La grande fustigatrice della politica inglese ha avuto il coraggio di andare contro tutti «perché crede nella politica», dicono di lei i suoi compagni laburisti. «E la sua credibilità deriva dal fatto che lavora tantissimo», ammette un deputato conservatore. La Hodge è una signora tutta d’un pezzo. Il "Times" l’ha inserita nella classifica dei venti politici più ricchi del Paese (patrimonio stimato intorno ai 21 milioni di euro). Sul registro degli interessi finanziari ha dichiarato di detenere quote di Stemcor Holdings Ltd, la compagnia internazionale che commercia in acciaio fondata dal padre Hans Oppenheimer. Dalla sua ha il conforto dei numeri. La Camera dei Comuni si riunisce non più di 150 giorni all’anno. Nel 2013 i giorni previsti sono anche meno: 140 (contro i 230 di un normale lavoratore). I deputati iniziano la settimana il martedì e quando va bene la chiudono il giovedì. Un lassismo e una pigrizia tanto più insopportabili ora che il Paese è chiamato a enormi sacrifici mentre la Casta londinese prospera nell’opulenza tra privilegi e indennità a cui non intende minimamente rinunciare.
L’Independent Parliamentary Standards Authority (Ipsa) è l’ente che si occupa di tenere in ordine i conti del Parlamento. Ogni anno pubblica le uscite e le entrate per ciascun deputato. Solo nel 2012 la Camera dei Comuni ha speso oltre 100 milioni di euro per i 650 parlamentari tra buste paga, indennizzi, affitto degli uffici (sia nel collegio dove si è stati eletti sia a Westminster), costi di manutenzione generale, contabilità, stipendi dello staff - anche se spesso gli stagisti lavorano gratuitamente - e trasporti tra il Parlamento e la propria circoscrizione. Ogni deputato ha in dotazione dall’Ipsa una tessera che gli consente di non pagare autostrade, bollette (acqua, luce, gas, telefono, riscaldamento), assicurazioni, abbonamento tv, e la Tax Council, il corrispettivo della nostra Imu, per un tetto massimo mensile di circa 4.750 euro.
Non è tutto. Se non si è di Londra si ha diritto a un appartamento (23 mila euro l’anno) mentre chi ci vive ha accesso a un extra di circa 5 mila euro annui e a un indennizzo per quella che viene chiamata "seconda casa": 10-12 mila euro all’anno. Addirittura c’è chi guadagna subaffittando la casa di proprietà (anche tra deputati si può, purché non dello stesso partito) e usa i soldi dello Stato per pagarne un’altra in centro a Londra: il che di per sé non è illegale ma fa comunque scandalo.
Eppure lo spreco dei conti pubblici non sembra essere il cruccio dei parlamentari britannici. Al laburista Jim McGovern lo scorso aprile è stato rifiutato il rimborso di un biglietto del treno da 28 euro perché era andato a una riunione di partito. Lui ha intentato una causa che è costata ai contribuenti 32 mila euro. Fra l’altro i rimborsi spese rimangono un’incognita perché sono spesso ingiustificati. Il laburista Ed Balls, per esempio, è deputato di un collegio che dista pochi chilometri da quello di Fabian Hamliton (anche lui Labour), eppure l’anno scorso ha speso il doppio in trasporti per raggiungere Londra dal West Yorkshire (14 contro 7 mila euro). Delle due l’una: o il primo ne approfitta per viaggiare sempre (e gratis) oppure il secondo va troppo poco a Westminster. Sempre Balls nel 2012 ha ricevuto quasi 120 mila euro in donazione da PricewaterhouseCoopers e, tra gli altri, 35 mila dal noto scrittore Ken Follett, marito di Barbara (anche lei laburista ora non più parlamentare) che nel 2010 dovette restituire 50 mila euro di rimborsi reclamati irregolarmente.
I parlamentari inglesi hanno anche diritto a un assistente personale, talvolta un familiare (nel 2011 i congiunti erano oltre 100). Indennizzo: 17-23 mila euro cadauno, o anche di più se si decurtano gli stipendi allo staff dei propri uffici. La paga da deputato invece è uguale per tutti: 6.500 euro al mese circa. A questo si aggiungono oltre 17 mila euro l’anno per cariche aggiuntive (sono 169 quelli che la percepiscono tra ministri, sottosegretari e presidenti di commissione) e, appena eletti, tutti i membri della Camera entrano di diritto nel sistema delle pensioni del Parlamento.
«Non si rendono conto che sono fuori dal mondo. A rimetterci siamo sempre noi», sostiene Paul, un ragazzo che ha perso il lavoro poco fa e a casa ha una bambina da mantenere. Quanto siano vere le sue parole lo dimostrano le recenti proposte di aumento delle buste paga. Liberaldemocratici e laburisti hanno chiesto di arrivare a 8 mila euro mentre i conservatori di Cameron ne vorrebbero poco meno di 10 mila.
A Westminster poi non potevano mancare buvette, parrucchiere e agenzia di viaggi. Ci sono cinque ristoranti e sette lounge-bar. Per mangiare ogni deputato ha a disposizione 500 euro al mese. Il prezzo più alto del menù al Bellamy’s è per la tagliata di manzo (4,70 euro), alla sala Churchill per la costata (15). Pollo 4 euro, antipasti uno e verdure a 60 centesimi. Leggenda vuole che durante il caso mucca pazza, il lord e duca di Buccleuch (proprietario terriero in Scozia) facesse arrivare camion pieni di manzo trattato per rifornire i ristoranti di mezzo Parlamento. Alla faccia del Paese intero. C’è anche un ufficio postale, un negozio per souvenir e un asilo nido (quest’ultimo costa al contribuente 320 mila euro l’anno). Per i viaggi c’è la Hillgate Travel. Le trasferte entro il confine nazionale sono quasi sempre in prima classe e in ogni caso gratis: c’è chi arriva a spendere fino a 25 mila euro l’anno solo di trasporti. Per viaggiare all’estero invece la musica cambia. Ma, come recita un cartello, "l’ufficio vendite è in grado di fornirvi prezzi scontati". Molti volano British Airways, anche se la low-cost Easy Jet offre prezzi più vantaggiosi (nell’agosto del 2011, quando Londra bruciava, ha portato a casa in emergenza dalle vacanze almeno 80 deputati gratis). Prenotare è semplice: di persona in agenzia al piano terra del Palazzo oppure con FreeWay, il servizio "sicuro" per i deputati: solo così si ha la garanzia di pagare meno. John Simon invece è il parrucchiere di fiducia. Un taglio: 20 euro circa. Infine, ciascun deputato ha diritto a un Blackberry e appena entra in Parlamento ha un budget di 5 mila euro per le piccole spese di sistemazione dell’ufficio.
Westminster è una potente lobby da circa 5 mila soci tra deputati, ex, commessi e funzionari. Pronti a darsi battaglia in aula. Ma non quando si tratta di difendere i privilegi. A dimostrazione che la Casta esiste anche nel Regno Unito.