Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  maggio 09 Giovedì calendario

PRESCRIZIONI E LODI: LA GRANDE FUGA DI SILVIO

Tra prescrizioni, amnistie, leggi cambiate ad hoc e qualche archiviazione Silvio Berlusconi è riuscito a schivare processi e condanne: finora non una sentenza di condanna definitiva è stata emessa a suo carico.
Prescritta la corruzione giudiziaria nel Lodo Mondadori e nel processo per le tangenti all’avvocato inglese David Mills, condannato in appello perché “fu corrotto da Berlusconi” ma venne prescritto in Cassazione. Così come il reato di falso in bilancio nel consolidato Fininvest, nel caso Lentini e nei bilanci del biscione negli anni compresi tra il 1988 e il 1992 per i quali era contestata anche l’appropriazione indebita. Tutto prescritto. Sorte toccata anche al processo All Iberian 1, in relazione ai 23 miliardi di lire di finanziamento illeciti al Partito Socialista dell’amico Bettino Craxi. Dal procedimento All Iberian 2, invece, nel 2002 l’allora premier uscì cancellando la legge sul falso in bilancio. La riforma “degli illeciti penali ed amministrativi delle società commerciali” azzerarono anche il processo Sme-Ariosto sempre per la parte relativa al falso in bilancio. Essere Presidente del Consiglio, a volte, aiuta.
MA IL CAVALIERE, va detto, è stato anche assolto: è accaduto nel processo sulle tangenti versate agli uomini della Guardia di Finanza per rendere più blande le verifiche presso quattro aziende dell’allora imprenditore milanese: Videotime, Arnoldo Mondadori, Mediolanum e TELE+. Condannato in primo grado a 2 anni e 9 mesi di reclusione complessivi, il 9 maggio 2000 (13 anni fa esatti) l’Appello ribaltò la sentenza prosciogliendo Berlusconi per intervenuta prescrizione in merito alle verifiche relative alle prime tre società e assolvendolo per Tele+ “per non aver commesso il fatto”. I giudici avevano tenuto conto, ritenendola attendibile, della testimonianza scagionatoria fornita da David Mills. Peccato che il 25 febbraio 2010 la Cassazione, come detto, stabilì che l’avvocato inglese fu corrotto per testimoniare il falso proprio nel processo per tangenti alle Fiamme Gialle favorendo così l’assoluzione di Berlusconi. Ma anche il processo per aver corrotto Mills, come detto, è finito con il proscioglimento di Berlusconi il 25 febbraio 2012 per intervenuta prescrizione. In Cassazione.
Il rapporto tra le aule di giustizia e l’ex premier si apre nel novembre 1979 e ancora deve concludersi. Dopo la condanna confermata ieri in Appello per i diritti televisivi Mediaset, lunedì prossimo in aula a Milano Ilda Boccassini completerà la requisitoria nel caso Ruby e formulerà la richiesta di pena per i reati di prostituzione minorile e concussione. La sentenza potrebbe arrivare entro la fine del mese. Ma certo poi ci sarà l’Appello e, scontata, la Cassazione. Nel frattempo tra pochi mesi sempre a Milano inizierà il secondo grado del processo sul trafugamento del nastro dell’intercettazione intercorsa tra Piero Fassino, ex segretario dei Ds, e il presidente di Unipol Giovanni Consorte. In primo grado, l’impreditore da Arcore è stato condannato a 1 anno di reclusione per rivelazione di segreto d’ufficio. Nel bollettino delle procure cui Berlusconi, va detto, ha dato molto da lavorare, c’è anche quella di Napoli dove è in corso l’indagine sulla presunta compravendita del senatore Sergio De Gregorio per garantirsi la maggioranza in Parlamento. In questo procedimento l’ex presidente del Consiglio è accusato di corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Ma di tutto questo Berlusconi non si preoccupa. Per lui, ormai, è normale routine. Quasi ripetitiva. Lui fa affidamento alla Cassazione. Non solo per la sentenza Mediaset di ieri (sulla quale può intervenire ancora la Corte Costituzionale che deve esprimersi sul conflitto di attribuzione), ma per ciò che sta davvero a cuore a un vero imprenditore: il denaro. Il 27 Giugno i giudici decideranno se i 560 milioni dovuti versare alla Cir di De Benedetti per risarcimento nel Lodo Mondadori torneranno nelle casse delle sue aziende o no.