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 2013  maggio 09 Giovedì calendario

NELLA FABBRICA DEGLI F-35 DECOLLANO I POSTI DI LAVORO

È qui che si stanno metten­do le ali ad un sogno. Tita­nio, alluminio. Allumi­nio, titanio. Alla Base dell’Aero­nautica milita­re di Cameri è tutto un via­vai. Di ca­mion. Che caricano e scari­cano materia­le. Che solle­vano polvere. Polvere che, quando si di­rada e conce­de una tregua agli occhi del visitatore, li­bera le sago­me di venti edifici spalmati, come se fossero un gigan­tesco Lego, su un’area di cin­quecentomila metri quadrati. Un cantiere nella Base. O, se preferite, una Base nel cantie­re.
Le ali per un sogno, dunque. Le ali sono quelli che vengono assemblate con perizia e tecnologia tutta italiana (Alenia Aer­macchi, il polo aeronautico di Finmeccanica, capofila di oltre una sessantina di ditte) e il so­gno è quello del nuovo F35, il caccia multiruolo Jsf, modello della Lockeed Martin che na­sce a Fort Worth negli Usa. Il tar­get ambizioso di un progetto di rinnovamento che ha preso il via nel 1996, quando, con l’allo­ra ministro della Difesa, Nino Andreatta, l’Italia si associò alla proposta americana per la rea­lizzazione di un nuovo velivolo multiruolo, che ha inanellato il consenso di tutti i governi che si sono succeduti in questi 17 an­ni.
E così eccoci alla costruzione a Cameri, prima del cantiere, dove i vari edifici che l’Aeronau­tica Militare ha voluto aprire ai giornalisti per una visita, occu­pano un’area di circa 125 mila quadrati, e poi dei sofisticatissi­mi pezzi che compongono l’ala. «Già, perché - come ha spiegato il generale Giuseppe Lupoli, padrone di casa acco­gliente ed esaustivo- si è preferi­to avviare già l’attività produtti­va con il cantiere ancora da completare. Per non perdere tempo e per cominciare a recu­perare parte dell’investimen­to». Nei prossimi 15 anni il no­stro Paese ne acquisirà 90, che andranno a sostituire i 253 at­tuali aerei fra Tornado, Amx e Av8b della Marina. A regime si potranno produrre in media 2 aerei e 6 ali al mese e si contano di venderne circa 3.000 ai Paesi partner. In realtà gli operai che abbiamo visto all’opera nel nostro tour sono ancora pochi. É un dato di fatto che, per ora, sono entrate in campo 600 persone che arriveranno a 1500 con l’evoluzione dei lavori, mentre le ditte coinvolte impiegano un totale di diecimila di­pendenti.
Ma sono in molti qui a Came­ri ad incrociare le dita perché i posti di lavoro potranno certamente crescere con lo sviluppo del progetto F35. Ma intanto, chiediamo al generale Lupoli, quel grande complesso d’infra­strutture, che vediamo attorno a noi oggi, che cosa rappresen­ta? «É la nuova Cameri con le sue molteplici anime. É un can­tiere dagli elevati standard di qualità e di sicurezza proprio co­me lo desideravano gli america­ni, che qui hanno effettuato numerosi sopralluoghi, ma è an­che l’Hub, dove già arrivano Tornado ed Eurofighter dai vari Stormi per essere rimessi in effi­cienza o semplicemente sotto­posti a «tagliando. E dove si con­ta di fare altrettanto quando saranno prodotti, e venduti in tut­to il mondo, i nuovi F35». Came­ri diventerà così il «cuore» per l’area del Mediterraneo non so­lo del nuovo caccia multiruolo ma anche dei «fratelli» maggio­ri.
Ma a che prezzo? Viene da do­mandarsi mentre entriamo in questi capan­noni oversize dove si maneg­giano titanio, allumino e materiali com­positi, con la stessa delica­tezza con cui ci si muove in un negozio di cristalleria. «I costi sono spalmati in 15 anni -precisa ancora il generale Lupoli- ­gli F-35 ver­ranno costrui­ti in 2 mila esemplari in 20 anni e frut­teranno lavo­ro e introiti ai costruttori per 40 anni con la manu­tenzione e gli aggiornamen­ti tecnologici, perché gli aerei di oggi non sono più oggetti co­struiti una volta per tutte nella forma in cui escono dalle fabbri­che, ma, al contrario, sono piat­taforme tecnologiche in conti­nua evoluzione. Nel 2015 verrà completato il programma per la produzione del primo esem­plare destinato all’Italia, che verrà consegnato nel 2016».
Insomma, il sogno. E, d’istin­to ci ritroviamo già con naso all’ insù, a scrutare il cielo.