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 2013  maggio 09 Giovedì calendario

MENTANA DICE ADDIO A TWITTER «TROPPI ESALTATI CHE INSULTANO»

Ore 19,41 di ieri: parte l’ulti­mo tweet di Enrico Mentana @ementana: «Un saluto finale a tutti».
Dopo 1.400 tweet , 312.519 fol­lower (tra i quali anche chi scri­ve...) e - come conviene ai tipi vip- appena 134 following, il di­rettore del TgLa7 ha detto ba­sta. Basta agli attacchi, le battutacce e gli insulti del social più asociale che esista. Se scelti be­ne, 140 caratteri possono mas­sacrati l’Ego e l’equilibrio men­tana...
Mentana se ne è andato da Twitter, raro caso di autodefollowing da crisi di nervi, il peggio­re dei seppuku telematici. E per­ché l’ha fatto? Perché - come aveva risposto qualche minuto prima di sbattere la porta a chi gli faceva notare che se la stava prendendo troppo per «due bat­tute» - «Non mi arrendo davanti a “due battute”. In un anno non ho mai bannato nessuno. Ma se il bar che amate si riempie di cef­fi, cambiate bar. O no?».
Anche no. Sta il fatto, questa è cronaca, che Mentana ieri sera dopo una giornata digitalmente pesante, piena di battibecchi, discussio­ni, qualche parola pesante, ha mandato a quel paese tutti gli av­ventori, quelli simpatici e quelli meno simpatici, è uscito dal bar ed è tornato a casa sua, cioè a La7, in televisione, dove, a diffe­renza dei bar, se stai al di là dello schermo, parli e basta, senza do­ver ascoltare nessuno. L’oppo­sto di Twitter insomma.
Comunque, anche qui per la cronaca, il primo a tentare di chiamare indietro Mentana è stato Beppe Severgnini @beppe­severgnini (401.846 Follower, 201 Following): «No @ementa­na, non mollare! Perché lascia­re un bel posto come Twitter e darla vinta a pochi cafoni, pre­doni, mattocchi e troll? ».
Del resto, Mentana (che nelle settimane scorse, impeccabile in tv, su Twitter era incorso in un paio di incidenti: la falsa mor­te di Fabri Fibra, un sottosegre­ta­rio dato per sicuro ma mai no­minato...) ad andarsene ci ha pensato tutto il giorno, quando ai suoi«cafoni, predoni, mattoc­chi e troll» ha cinguettato, in se­quenza: «Il numero di tizi che si esaltano a offendere su Twitter è in continua crescita. Calmi, tra poco ce ne andremo, così v’insulterete tra di voi»; «Reste­rei se ci fosse almeno un elemen­tare principio d’uguaglianza: l’obbligo di usare la propria ve­ra identità. Strage di ribaldi col nickname»; «Curioso: gli argomenti usati dai difensori del­l’anonimato su Twitter sono gli stessi addotti dai massoni per giustificare le logge coperte...»; e infine: «Io non impongo, la­scio». E infatti ha lasciato.
Il mondo social se ne farà una ragione? Mah...
Una curiosità: il secondo twe­et in assoluto del giornalista di La7, il 16 maggio 2012, fu: «C’è su twetter (sic) un finto Enrico Mentana. Che devo fare per to­glierlo di mezzo?». Subito dopo si mise a discutere con un certo Pasky1975 che lo accusava di da­re notizie distorte...