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 2013  maggio 09 Giovedì calendario

CARISSIMA BANCA: IN ITALIA I COSTI PIU’ ALTI D’EUROPA

Il conto corrente è trop­po caro? Cambiare banca è un’impresa che costringe a uno slalom tra moduli e code allo sportello? Niente paura! Ci ha pensato la Commissione Ue a «inventare» una proposta di direttiva riguardante tre ambi­ti: l’accesso a un conto di base, il trasferimento del conto e la comparabilità delle spese. Proprio quest’ultima voce,in­fatti, vede l’Italia in cima alla classifica dei costi bancari. Se­condo i dati dell’Ue, infatti, il co­st­o medio del conto corrente sarebbe di 243,64 euro, oltre 50 eu­ro in più dei secondo classifica­ti, gli spagnoli e, più del doppio della media europea.
Prima di addentrarci nelle proposte del commissario al Mercato interno Michel Bar­nier, occorre comunque precisare che le cifre di Bruxelles si ri­feriscono al 2009 e sono state raccolte dalla società di consu­lenza Van Dijk. La più recente indagine di Bankitalia sui costi dei conti correnti, pubblicata lo scorso novembre e riferita al­l’anno 2011, indica che due an­ni fa il prezzo medio applicato a questo tipo di servizio è stato di 105,7 euro (109 euro nel 2010 e 113 euro nel 2011), in linea con il resto d’Europa. Circostanza ricordata anche dal direttore ge­nerale Abi, Giovanni Sabatini. In particolare, le spese fisse (ca­none, carta di credito e banco­mat) sono diminuite del 7% a circa 60 euro, mentre quelli va­riabili sono leggermente aumentate a 27,7 euro per effetto del maggior numero di transa­zioni (l’uso del più vantaggioso canale Internet è ancora limita­to). Il resto dei costi è dovuto al­le commissioni sugli scoperti e sui finanziamenti.
Non si può, tuttavia, negare che il sistema manifesti disfunzioni. Dal sondaggio della Commissione Ue, infatti, risulta che gli italiani sono tra i più «confu­si» quando si tratta di confronta­re i costi applicati al loro conto corrente. Insomma, per loro è ancora molto complicato orien­tarsi, a differenza di tedeschi, britannici e olandesi.
E, visto che nell’Ue circa 58 milioni di con­sumatori non dispongono di un conto, Barnier ha deciso di interve­nire. La diretti­va, come det­to, agisce su tre fronti. Il primo riguar­da la predisposizione di un documento informativo «standard» che sintetizzi costi e com­missioni. L’Ue, inoltre, intende istitui­re in ogni Sta­to almeno un sito internet di confronto indi­pendente dei costi per orienta­re meglio i consumatori. Que­ste, per l’Italia,non sono grandi novità, eccezion fatta per alcu­ni fogli informativi che assomi­gliano a papiri e sono scritti in caratteri molto piccoli.
La seconda proposta riguar­da, invece, i tempi di trasferimento del conto, cioè la chiusu­ra di quello vecchio e il trasferi­mento su un nuovo. Entro 15 giorni (30 giorni se la pratica coinvolge due diversi Paesi Ue) le pratiche dovranno essere concluse. Una iniziativa lode­vole: in tempi di vacche magre come quelle attuali le ban­che fanno di tutto per te­nersi stretti fi­no all’ultimo minuto an­che i clienti che intendo­no cambiare. In futuro, non sarà più così. Ultimo ma non meno im­portante, la li­beralizzazio­ne dei servizi bancari. Ogni cittadino eu­ropeo potrà aprire un conto corrente di base (senza scoperto e li­nee di credito, ndr) in qualsiasi Stato dell’Unione indipenden­temente dalla sua residenza.