VARIE 9/5/2013, 9 maggio 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - I GUAI DI BERLUSCONI
REPUBBLICA.IT
ROMA - Il Popolo della libertà scenderà in piazza sabato prossimo a Brescia "in difesa di Silvio Berlusconi". La manifestazione, annunciata da una nota del partito, si terrà a Brescia alle 16 e vi parteciperà lo stesso leader del Pdl. E’ la reazione alla sentenza di secondo grado che al processo sui diritti Mediaset ha confermato la condanna del Cavaliere a quattro anni di reclusione e a cinque di interdizione dai pubblici uffici e alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Napoli per la "compravendita" di senatori. Alle numerose esternazioni di esponenti del suo partito su un "uso politico della giustizia" segue in serata quella dello stesso Berlusconi: "La sentenza di ieri è davvero una provocazione preparata dalla parte politicizzata della magistratura che da vent’anni cerca di eliminarmi come principale avversario della sinistra e il rinvio a giudizio di Napoli fa parte di questo uso politico della giustizia". Malgrado i toni bellicosi, l’ex presidente del Consiglio assicura che in ogni caso non metterà in crisi la maggioranza: "Ora abbiamo fatto molto per dare un governo forte e stabile all’Italia e non metteremo certamente in discussione il governo per una sentenza assolutamente iniqua e infondata. E’ ridicolo accusarmi e condannarmi per una presunta evasione fiscale di 3 milioni di euro nell’anno in cui il mio gruppo ha versato all’erario 567 milioni di euro".
Agli attacchi risponde una nota in cui l’Associazione italiana magistrati denuncia "espressioni violente e offensive", "delegittimazione" e ricorda l’invito del capo dello Stato a "evitare prese di posizione che ingenerino nei cittadini sfiducia nelle istituzioni". Pesantissimo l’affondo di Beppe Grillo ("Berlusconi merita il carcere"), mentre in Parlamento il Movimento 5 Stelle insiste sull’ineleggibilità.
L’annuncio della manifestazione di Brescia giunge mentre dai vertici del partito continuano ad arrivare ’rassicurazioni’ sul fatto che le vicende penali del Cavaliere non avranno impatto sull’intesa di governo. E’ il pensiero, ad esempio, di Maurizio Lupi: "Non sarà una sentenza ingiusta a far cadere il governo - ha detto il ministro delle Infrastrutture alla Telefonata di Belpietro su Canale 5 - . Semmai sarà l’incapacità mia e di questo governo" ad affrontare e "risolvere i temi" più importanti dell’economia e della crisi.
Toni alti da una parte e rassicuranti dall’altra anche da Maurizio Gasparri: "La prosecuzione di un accanimento e la tentazione di chiudere per via giudiziaria una sfida politica che per via politica la sinistra non è riuscita a chiudere nei confronti di Silvio Berlusconi è una cosa inaccettabile - ha detto il senatore a Omnibus su La7 - e quindi non può non avere ripercussione sul dibattito politico e sui suoi protagonisti".
"Contestiamo un uso politico della giustizia che da molti anni sussiste con chiarezza - ha aggiunto Gasparri - ma ci teniamo a distinguere l’azione del governo dalle valutazioni che noi facciamo, per questo i ministri del Pdl del governo non hanno fatto dichiarazioni. Credo che questo sia una fatto significativo che rafforzi l’intenzione di Berlusconi di tenere separati i giudizi sul governo dal contesto, ma certamente sarei un ipocrita a negare che il contesto non possa finire per condizionare il clima politico".
Di "sentenze annunciate" fatte "sulla base di teoremi politico-giudiziari" parla Gregorio Fontana, del cordinamento nazionale Pdl: "Dai giudici di Milano è venuta l’ennesima conferma che la mobilitazione contro l’uso politico, e ’personalizzato’, della giustizia non solo è legittima, ma è necessaria - dice Fontana - . Bene facemmo, dunque, a manifestare davanti al palazzo di Giustizia e altre manifestazioni, ovviamente, dovranno essere organizzate per sensibilizzare gli italiani contro l’accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi".
Secondo il neoeletto presidente della Commissione Ambiente al Senato, Giuseppe Marinello, "è evidente a tutti che contro Berlusconi da parte della magistratura di Milano manca qualsiasi serenità. Le sentenze di rito ambrosiano sembrano prestampate, con il chiaro intento di condannare un uomo politico che da 20 anni è l’indiscusso leader dei moderati italiani".
Il senatore Giancarlo Serafini si spinge fino a proporre di "raccogliere dieci milioni di firme contro la sentenza Mediaset, tanti quanti sono i voti che il presidente Berlusconi ha ottenuto nelle ultime elezioni politiche". Senza remore anche il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta: "La sentenza della corte d’appello di Milano contro Berlusconi rappresenta un accanimento giudiziario che finisce col distruggere la vita democratica in Italia".
Secondo Daniela Santanché, invece, "una parte della magistratura è ormai fuori controllo": "Il leader del centrodestra e il Pdl sono sotto attacco. Dopo l’inconcepibile sentenza Mediaset, oggi arriva la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Berlusconi per un altro processo assurdo, quello sulla presunta compravendita di senatori, senza fondamento e prove, basato su accuse generiche. Non temano questi magistrati che avranno pane per i loro denti".
Anm: "Pericolosa delegittimazione dei magistrati". "L’Anm ancora una volta deve denunciare le dichiarazioni di numerosi esponenti politici e rappresentanti delle Istituzioni che commentano singole iniziative o decisioni giurisdizionali, delle quali oltretutto non sono note le motivazioni, utilizzando espressioni violente e offensive estranee a ogni legittimo esercizio del diritto di critica. L’Anm, nel rilevare che tali reazioni costituiscono pericolosa delegittimazione del ruolo della giurisdizione nella nostra democrazia, così come disegnato dalla Costituzione, auspica che vengano accolti i reiterati inviti del Capo dello Stato a evitare conflitti e prese di posizione in grado di ingenerare tra i cittadini sfiducia nelle Istituzioni della Repubblica". E’ quanto si legge in una nota dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Lombardi (M5S) insiste: "Ineleggibilità, vediamo chi la voterà". "Il Movimento 5 Stelle chiederà
l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi in Parlamento". Lo ribadisce su Facebook la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi, che lancia la sfida: " Vedremo chi la voterà". I Cinque Stelle chiederanno l’ineleggibilità in base alla "legge del 1957 per cui i titolari di una concessione pubblica e i rappresentanti legali di una società che fa affari con lo Stato non possono essere eletti e per la condanna di ieri in merito all’interdizione a pubblici uffici".
(09 maggio 2013) © Riproduzione riservata
IL PDL SCENDE IN PIAZZA
ROMA - Il Popolo della libertà scenderà in piazza sabato prossimo a Brescia "in difesa di Silvio Berlusconi". La manifestazione, annunciata da una nota del partito, si terrà a Brescia alle 16 e vi parteciperà lo stesso leader del Pdl. E’ la reazione alla sentenza di secondo grado che al processo sui diritti Mediaset ha confermato la condanna del Cavaliere a quattro anni di reclusione e a cinque di interdizione dai pubblici uffici e alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Napoli per la "compravendita" di senatori. Alle numerose esternazioni di esponenti del suo partito su un "uso politico della giustizia" segue in serata quella dello stesso Berlusconi: "La sentenza di ieri è davvero una provocazione preparata dalla parte politicizzata della magistratura che da vent’anni cerca di eliminarmi come principale avversario della sinistra e il rinvio a giudizio di Napoli fa parte di questo uso politico della giustizia". Malgrado i toni bellicosi, l’ex presidente del Consiglio assicura che in ogni caso non metterà in crisi la maggioranza: "Ora abbiamo fatto molto per dare un governo forte e stabile all’Italia e non metteremo certamente in discussione il governo per una sentenza assolutamente iniqua e infondata. E’ ridicolo accusarmi e condannarmi per una presunta evasione fiscale di 3 milioni di euro nell’anno in cui il mio gruppo ha versato all’erario 567 milioni di euro".
Agli attacchi risponde una nota in cui l’Associazione italiana magistrati denuncia "espressioni violente e offensive", "delegittimazione" e ricorda l’invito del capo dello Stato a "evitare prese di posizione che ingenerino nei cittadini sfiducia nelle istituzioni". Pesantissimo l’affondo di Beppe Grillo ("Berlusconi merita il carcere"), mentre in Parlamento il Movimento 5 Stelle insiste sull’ineleggibilità.
L’annuncio della manifestazione di Brescia giunge mentre dai vertici del partito continuano ad arrivare ’rassicurazioni’ sul fatto che le vicende penali del Cavaliere non avranno impatto sull’intesa di governo. E’ il pensiero, ad esempio, di Maurizio Lupi: "Non sarà una sentenza ingiusta a far cadere il governo - ha detto il ministro delle Infrastrutture alla Telefonata di Belpietro su Canale 5 - . Semmai sarà l’incapacità mia e di questo governo" ad affrontare e "risolvere i temi" più importanti dell’economia e della crisi.
Toni alti da una parte e rassicuranti dall’altra anche da Maurizio Gasparri: "La prosecuzione di un accanimento e la tentazione di chiudere per via giudiziaria una sfida politica che per via politica la sinistra non è riuscita a chiudere nei confronti di Silvio Berlusconi è una cosa inaccettabile - ha detto il senatore a Omnibus su La7 - e quindi non può non avere ripercussione sul dibattito politico e sui suoi protagonisti".
"Contestiamo un uso politico della giustizia che da molti anni sussiste con chiarezza - ha aggiunto Gasparri - ma ci teniamo a distinguere l’azione del governo dalle valutazioni che noi facciamo, per questo i ministri del Pdl del governo non hanno fatto dichiarazioni. Credo che questo sia una fatto significativo che rafforzi l’intenzione di Berlusconi di tenere separati i giudizi sul governo dal contesto, ma certamente sarei un ipocrita a negare che il contesto non possa finire per condizionare il clima politico".
Di "sentenze annunciate" fatte "sulla base di teoremi politico-giudiziari" parla Gregorio Fontana, del cordinamento nazionale Pdl: "Dai giudici di Milano è venuta l’ennesima conferma che la mobilitazione contro l’uso politico, e ’personalizzato’, della giustizia non solo è legittima, ma è necessaria - dice Fontana - . Bene facemmo, dunque, a manifestare davanti al palazzo di Giustizia e altre manifestazioni, ovviamente, dovranno essere organizzate per sensibilizzare gli italiani contro l’accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi".
Secondo il neoeletto presidente della Commissione Ambiente al Senato, Giuseppe Marinello, "è evidente a tutti che contro Berlusconi da parte della magistratura di Milano manca qualsiasi serenità. Le sentenze di rito ambrosiano sembrano prestampate, con il chiaro intento di condannare un uomo politico che da 20 anni è l’indiscusso leader dei moderati italiani".
Il senatore Giancarlo Serafini si spinge fino a proporre di "raccogliere dieci milioni di firme contro la sentenza Mediaset, tanti quanti sono i voti che il presidente Berlusconi ha ottenuto nelle ultime elezioni politiche". Senza remore anche il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta: "La sentenza della corte d’appello di Milano contro Berlusconi rappresenta un accanimento giudiziario che finisce col distruggere la vita democratica in Italia".
Secondo Daniela Santanché, invece, "una parte della magistratura è ormai fuori controllo": "Il leader del centrodestra e il Pdl sono sotto attacco. Dopo l’inconcepibile sentenza Mediaset, oggi arriva la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Berlusconi per un altro processo assurdo, quello sulla presunta compravendita di senatori, senza fondamento e prove, basato su accuse generiche. Non temano questi magistrati che avranno pane per i loro denti".
Anm: "Pericolosa delegittimazione dei magistrati". "L’Anm ancora una volta deve denunciare le dichiarazioni di numerosi esponenti politici e rappresentanti delle Istituzioni che commentano singole iniziative o decisioni giurisdizionali, delle quali oltretutto non sono note le motivazioni, utilizzando espressioni violente e offensive estranee a ogni legittimo esercizio del diritto di critica. L’Anm, nel rilevare che tali reazioni costituiscono pericolosa delegittimazione del ruolo della giurisdizione nella nostra democrazia, così come disegnato dalla Costituzione, auspica che vengano accolti i reiterati inviti del Capo dello Stato a evitare conflitti e prese di posizione in grado di ingenerare tra i cittadini sfiducia nelle Istituzioni della Repubblica". E’ quanto si legge in una nota dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Lombardi (M5S) insiste: "Ineleggibilità, vediamo chi la voterà". "Il Movimento 5 Stelle chiederà
l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi in Parlamento". Lo ribadisce su Facebook la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi, che lancia la sfida: " Vedremo chi la voterà". I Cinque Stelle chiederanno l’ineleggibilità in base alla "legge del 1957 per cui i titolari di una concessione pubblica e i rappresentanti legali di una società che fa affari con lo Stato non possono essere eletti e per la condanna di ieri in merito all’interdizione a pubblici uffici".
(09 maggio 2013) © Riproduzione riservata
L’AFFONDO DI GRILLO
ROMA - "In un qualsiasi Paese democratico Berlusconi sarebbe in carcere o allontanato da ogni carica pubblica, da noi è l’ago della bilancia del Governo". Così Beppe Grillo, nel ribadire che il M5S chiederà l’ineleggibilità di Berlusconi ’Al Tappone’. "Vedremo chi la voterà - sfida - Mi mangio un cappello se sarà votata dal pdmenoelle".
"La condanna - ricorda Grillo - confermata in appello a quattro anni per frode fiscale per i diritti tv per le reti Mediaset, corredata da cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e tre anni dagli uffici direttivi, avrebbe incenerito qualunque politico inglese, tedesco o statunitense. Da noi questo tizio passa da statista. Fa dichiarazioni. Si propone come Padre della Patria. E’ il tempo della Conciliazione di Capitan Findus. Delle Larghe Intese alla luce del sole tra vecchi compari che si frequentano da vent’anni".
"Berlusconi è il garante dell’osceno connubio tra illegalità e democrazia - sostiene ancora l’ex comico - Un parassita che se estratto dallo stomaco della nazione, come Alien, la farebbe morire. Questo è ciò che pensano coloro che lo mantengono in vita adoperandosi con cure amorose e con nomine ad hoc come Palma alla Commissione Giustizia concordata con il pdmenoelle".
"In una vecchia battuta da avanspettacolo -prosegue Grillo- l’attore sul palco, infastidito dai fischi, diceva: ’Non ce l’ho con te che disturbi, ma con il tuo vicino che non ti prende a schiaffi’.
Io non ce l’ho in particolare con Berlusconi, ma con chi lo ha reso e lo rende possibile, con chi gli garantisce l’impunità morale, la legittimazione politica, l’uso privatistico delle frequenze televisive, con chi non chiede seduta stante le sue dimissioni dal Parlamento e dichiara, come D’Alema, ’non commento vicende giudiziarie’".
Oggi intanto Grillo incontra a Montecitorio i parlamentari del suo movimento. In un primo momento era stata annunciata una conferenza stampa con i giornalisti, ma poi è stata annullata "causa impegni sopravvenuti".
(09 maggio 2013) © Riproduzione riservata
IL TAGLIO DELL’IMU
ROMA - Il primo consiglio dei ministri dell’esecutivo Letta sarà determinante per le decisioni da prendere su Imu e cassa integrazione. Previsto per le 18, è iniziato con un’ora di ritardo. Prima della riunione si sono visti per un colloquio il premier, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e il vicepremier Angelino Alfano. Uno dei nodi da sciogliere, secondo fonti di governo, sarebbe proprio il provvedimento sull’Imu sul quale ci sarebbero molte indecisioni. Uno degli aspetti riguarderebbe il mancato congelamento dei pagamenti per i fabbricati, che il Pdl invece vorrebbe veder inclusi assieme all’abitazione principale. Tanto che, secondo le stesse fonti, non è escluso che nella riunione di oggi si inizi soltanto la discussione per arrivare ad una approvazione in un successivo Cdm.
Secondo quanto riferito da fonti governative circolate a riunione in corso, nell’esecutivo si sarebbe raggiunta un’intesa per approvare le misure su Imu e Cig, ma l’orientamento sarebbe quello di rinviare l’approvazione dei provvedimenti all’inizio della prossima settimana allo scopo di approfondire alcuni aspetti tecnici. "Oggi si assumono decisioni politiche definitive", nel senso che tutti sono d’accordo sulla necessità di varare le misure, "ma si rimanda l’approvazione per approfondire alcuni aspetti tecnici", spiega una fonte ministeriale. In pratica, aggiunge un’altra fonte, "oggi si è svolto un ’preconsiglio’ con l’illustrazione da parte del ministro Saccomanni dei provvedimenti e una prima discussione".
L’approvazione, assicurano altre fonti di governo, "arriverà a inizio della prossima settimana, probabilmente lunedì o martedì".
Le stesse fonti parlano di "piena intesa", anche se il decreto legge arriverà solo tra qualche giorno, dopo un "ulteriore approfondimento" sulle tecnicalità del testo che "non era stato istruito nei dettagli".
La soddisfazione di Berlusconi. Tanto è bastato comunque per cantare vittoria a Silvio Berlusconi. "Intanto devo dire con soddisfazione che il governo come primo decreto ha bloccato il pagamento dell’Imu del prossimo mese di giugno. E’ una bella vittoria è una grande soddisfazione, ma non non basta", ha detto il Cavaliere ai telegiornali della sera. "Servono con urgenza gli altri provvediemnti - ha aggiunto - dal finanziamento della cig, alla revisione dei poteri e dei metodi di Equitalia perché abbandoni le riscossioni violente e diluisca con più rate i pagamenti e non confischi né la prima casa né i terreni agricoli, né i macchinari delle piccole imprese". "E poi - ha proseguito - serve la riforma del fisco per arrivare in 5 anni ad abolire l’Irap sulle imprese, con un taglio del 2% degli 800 miliardi che è il costo all’anno della macchina dello Stato per appunto introdurre l’Irap e introdurre il quoziente familiare per le famiglie numerose".
Taglio dello stipendio dei ministri. "Nel Cdm odierno procederemo alla eliminazione dello stipendio dei ministri aggiuntivo rispetto all’indennità parlamentare. La somma ricavata andrà a tutela di chi perde il lavoro". Lo ha anticipato il premier Enrico Letta, parlando all’assemblea di Rete Imprese Italia. "Viviamo situazione di grande difficoltà - ha aggiunto - ognuno deve fare la sua parte". E quindi "confermo che il primo atto che il governo compirà non riguarda altri, ma riguarda noi stessi", ha detto annunciando la decisione che sarà presa durante il primo Consiglio dei ministri operativo di questo governo. Una misura che Letta aveva enunciato nell’esporre il suo programma alle Camere.
Imu e Cig. Oltre al taglio degli stipendi ai ministri parlamentari, all’ordine del giorno del Cdm, previsto per le 18, ci sarà anche la sospensione della rata di giugno dell’Imu e il rifinanziamento della Cig in deroga. Queste ultime misure sono iscritte come "provvedimenti urgenti". ll governo, come ha riferito ai giornalisti il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, è orientato infatti a varare un decreto legge ad hoc e pare non intenzionato a seguire la strada dell’emendamento al decreto sui debiti della Pa. Su quest’ultimo punto la Conferenza delle Regioni ha trovato un accordo, all’unanimità, per il riparto di 7,2 miliardi dovuti dal governo alle Regioni per saldare i debiti della Pubblica amministrazione. L’accordo verrà ratificato in conferenza Stato-Regioni.
Un decreto da un miliardo di euro. Il decreto varrebbe un miliardo: tale è infatti la somma prevista per rifinanziare la cassa integrazione in deroga. L’Imu, viceversa, tecnicamente non ha bisogno di copertura, visto che si tratta solo di un rinvio a settembre della rata di giugno solo sulla prima casa (due miliardi) e, fino a fine anno, quando è fissato il saldo, ci sarà tempo per rimediare, in funzione della riforma promessa da Enrico Letta.
Il rinvio a settembre della rata Imu di giugno sulla prima casa sarebbe dunque legato alle modalità di pagamento previste l’anno scorso, con la prima rata pagabile in due tranche, la prima a giugno e la seconda, appunto, a settembre. Dunque, fanno notare fonti di governo, la copertura necessaria ora si fermerebbe a circa 1,2 miliardi contro i due miliardi ipotizzati.
La copertura per la Cig, come si apprende da fonti governative, è garantita per metà da risorse che saranno attinte dalla detassazione dei fondi incentivanti dei contratti di produttività e, per l’altra metà, da fondi comunitari ancora disponibili, come già fatto nella legge di stabilità. In particolare, i fondi saranno disponibili per Puglia, Campania, Calabria e Sicilia, le quattro regioni meridionali che hanno il più elevato numero di ore utilizzate di cig in deroga.
Appello alla responsabilità. Nel corso dell’assemblea di Rete Imprese, il premier ha poi ammesso la difficoltà del percorso intrapreso dall’esecutivo di larghe intese: "Comincia oggi un cammino. Una sola cosa non so: quanto sarà lungo. Ma una cosa la so: sarà un cammino nel quale, io, i miei ministri e i miei collaboratori ce la metteremo tutta e cercheremo di fare di tutto perché l’Italia riparta". "La situazione è di grande difficoltà, ma siamo tutti al servizio del Paese".
In ricordo di Aldo Moro. Il concetto di politica come servizio Letta lo apprese quando era ancora un bambino. E ha ricordato Aldo Moro, di cui oggi ricorre l’anniversario della morte: "Quando i miei genitori mi portarono in via Fani, avevo 12 anni e vedere cinque servitori dello Stato che persero la vita per il presidente della Dc rapito e poi assassinato mi ha fatto capire quanto la politica è alta se è di servizio".
Un’altra Europa. Letta ha poi fatto un richiamo all’Europa: "Oggi è una data simbolica, è la Festa dell’Europa, ma noi vogliamo un’altra Europa, perché questa non è in grado di dare risposte alle priorità e alle domande che abbiamo".
Camusso: "Parli anche con noi". All’uscita dall’assemblea con le aziende, Susanna Camusso si rivolge al presidente del Consiglio: "Oltre a incontrare le organizzazioni delle imprese -dice il segretario generale della Cgil- sarebbe urgente che incontrasse anche i sindacati".
(09 maggio 2013)