Roberto Giardina, ItaliaOggi 4/5/2013, 4 maggio 2013
BERLINO CONTRO I NANI POLACCHI
Sono i re dell’export, i tedeschi. Vendono pentole extralusso ai cinesi, fuochi artificiali agli arabi, e auto in tutto il mondo. Ma stanno molto attenti a comprare. Avevano vietato di bere birra francese o belga, perché, secondo i loro canoni, non sarebbe neanche birra, quella bevanda fatta con il riso. Bruxelles li ha obbligati a togliere il veto, loro continuano a non comprarla. Sono bravi nelle imitazioni, però, e gli spaghetti di grano duro, il parmigiano (Parmesan) o la mozzarella (Motzarella) se li fanno in casa. Hanno persino bufale che pascolano nel Brandeburgo. Ma guai a toccare i loro prodotti tipici, anzi i simboli culturali della loro Heimat.
I Gartenzwerg, cioè i nanetti da giardino, sono cosa loro e minacciano di dichiarare guerra ai vicini polacchi che osano fabbricarli a basso prezzo. Come osano? I nanetti devono obbedire a regole precise. Non più alti di 68 cm, sono esclusivamente di genere maschile. Un nanetto degno della tradizione deve sorridere sempre e ovunque. Si tollera solo Biancaneve, ma lei è solo un’ospite. Ogni anno vengono presentati nuovi Zwerg, tanto per incrementare le vendite, nanetti banchieri o infermieri, nanetti motociclisti e nanetti osceni, ma, al contrario dei napoletani, che ogni anno popolano i presepi con figurine alla moda, la Minetti o Maradona, loro rispettano le tradizioni. Nessuno vuole personaggi famosi in giardino. La popolazione mondiale dei Gartenzwerg è una delle poche a non risentire della crisi di prolificità: sono 35 milioni e aumentano al ritmo di 4 milioni all’anno.
Ha cominciato la famiglia di Adam Zakrzewski, a Nowa Sol, un centinaio di chilometri a sud di Francoforte sull’Oder. E oggi le fabbriche sono oltre 300 sparse per tutta la Polonia. Un nanetto made in Germany non costa meno di 70 euro, quelli polacchi neanche la metà. E Zakrzewski non rispetta le regole: ha prodotto persino un nanetto Papa Giovanni Paolo II: «Poi per rispetto non ho voluto riprodurlo in grande serie». Ma è sempre lui che ha creato la statua di Papa Wojtyla, alta 14 metri, a Czestochowa. Qualche sua collega arriva a vendere una nanetta con le sembianze dell’odiata Merkel. Un doppio peccato: uno Zwerg donna, e anche famosa.
I nanetti hanno anche un passato politico alle spalle. Prodotti in Turingia, sono sopravvissuti a due guerre e a due dittature di segno opposto. I nazisti li misero al bando perché non abbastanza ariani. Le SS dovevano essere alte almeno 1 metro e 80: Zwerg verboten. Molti sopravvissero durante il Terzo Reich nascosti in cantina. Tempi duri anche nella Ddr comunista: i nanetti erano espressione di un retrivo spirito piccolo borghese. Forse i bonzi di Berlino Est non avevano tutti i torti, ma scoprirono che quelle detestabili creature da giardino erano molto amate nella capitalista Repubblica federale, e potevano dunque procurare i preziosi Deutsche Mark. Si esportavano, ma era meglio non esporli nel giardinetto di casa.
Nel 1952, la Germania rossa cominciò a esportare nanetti a vagoni, ricorda Reinhard Griebel, titolare della ditta di famiglia che a Graefenroda li produce da 119 anni. Tra i clienti più affezionati gli svedesi, che hanno tuttavia una cattiva abitudine: a Capodanno li scaraventano contro il muro. Sembra che porti fortuna. Fa male ai nanetti, e bene all’economia. Esiste una «Federazione per la difesa dei Gartenzwerg», con oltre 300 soci agguerriti. A Chemnitz è stata deplorata l’attività dell’Associazione per la liberazione dei nanetti, nata in Francia e diffusa in tutta Europa, perfino in Italia. I polacchi se ne infischiano della tradizione, hanno continuato a produrre nanetti «scandalosi» e «poco rispettosi» ma economici, senza preoccuparsi delle proteste teutoniche. Ma ora i nanetti polski corrono un grave rischio: sono minacciati dai Gartenzwerg con gli occhi a mandorla. I cinesi li vendono a prezzi ancora più bassi, e i loro nanetti rispettano solo la regola del profitto.