Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  maggio 09 Giovedì calendario

LE PETIZIONI DEI CINESI SUL SITO DI OBAMA

In Cina, presentare una petizione alle autorità perchè vengano corretti dei torti subiti è una tradizione vecchia di secoli. Davanti alla Città Proibita si possono notare due colonne scolpite, con una nuvola di marmo che le attraversa, chiamate «huabiao», dove, in epoca imperiale si potevano affiggere le petizioni. Oggi chi deve lamentare qualche torto continua a recarsi alla capitale, dopo aver provato a sensibilizzare le autorità locali. Una procedura incoraggiata dalla stessa Commissione centrale per la disciplina del partito che, per bocca del suo membro Zhang Shaolong, ricorda agli uffici governativi che petizioni e lamentele devono sempre essere bene accolte e mai contemplare la detenzione di chi si lamenta.

Da qualche tempo, però, sempre più cinesi chiedono aiuto per le ingiustizie irrisolte a Barack Obama, visitando la sezione del sito Internet della Casa Bianca «We the People».

Si tratta di casi diversi: il più discusso in questi giorni è quello di Zhu Ling, una ragazza avvelenata 19 anni fa con il tallium. La principale sospettata dell’omicidio si è trasferita negli Usa, e i petizionisti chiedono che sia rimandata in Cina, anche se nessun processo l’aspetta. Un’altra richiesta vuole che gli Usa condannino il progetto di aprire un’azienda petrolifera a Kunming, nel Sud della Cina. Poi ci sono quelle futili, come la richiesta di un intervento americano affinché un popolare snack al tofu venga proposto anche in versione dolce. Malgrado l’inquietante crescita del nazionalismo cinese, tutti sembrano concordi nel riconoscere che nessuno è più potente della Casa Bianca.