Leonardo Piccini, Libero 9/5/2013, 9 maggio 2013
STRADE, RITROVI, SITI WEB: ECCO LA BERLINO NEONAZISTA
Hans Lipschis, 93 anni, faceva il guardiano nel campo di sterminio nazista di Aushwitz. Secondo la procura di Stoccarda riceveva ordini direttamente dal capitano delle S.S. Rudolf Hoess, il comandante del campo, che chiamato a deporre al processo di Norimberga confermò che le vittime ad Aushwitz furono 2.500.000 uccise con il gas, mentre altre 500.000 morirono per fame, stenti, malattia e sfinimento da lavoro secondo i giudici del tribunale, le vittime furono invece quattro milioni. In ogni caso, Hans Lipschis figurava al quarto posto nella lista dei dieci criminali nazisti ancora in vita e ricercati dagli instancabili detective del centro Simon Wisenthal. L’altro giorno è stato arrestato nella sua casa tedesca di Aalen, in Baden Wuerttemberg, dove aveva vissuto indisturbato per più di mezzo secolo. L’accusa formalizzata dalla procuratrice Claudia Krauth è di complicità negli omicidi commessi nel lager nazista tra l’autunno del 1940 e l’arrivo delle truppe sovietiche, il 27 gennaio del 1945.
Strano destino, quello del vecchio Hans: il soldato dagli occhi di ghiaccio, il terrore dei prigionieri polacchi e dei deportati ebrei da ogni parte d’Europa, è stato arrestato proprio nel giorno in cui a Monaco si apriva il processo ai tre componenti di una cellula terroristica neonazista denominata “Clandestinità Nazionalsocialista” (Nsu), accusata d’aver ucciso dieci immigrati di origine turca. Peraltro, proprio lui è uno degli idoli dei giovani neonazisti che incontri a decine nel loro quartier generale di Sconeweide, a Berlino Est. In questo quartiere c’è perfino una strada, la “Bruckenstrasse”, lunga non più di 500 metri, che è stata ribattezzata “Braune strasse”, ossia “la strada delle camicie brune”. I crani rasati li incontri fin dal primo pomeriggio al bar Zum Henke, il randezvous preferito dai nostalgici del Terzo Reich, tutti appartenenti alle Kamaradschaften, le confraternite di estrema destra, alcune delle quali segrete e coperte, come quella denominata Front-bann24, sciolta nel 2009 su ordine del ministro degli Interni tedesco, perché considerata eversiva. A una certa ora, i neonazi si spostano tutti a poche centinaia di metri, davanti a un negozio chiamato “Hexogen”, dal nome di un particolare tipo di esplosivo utilizzato dai soldati delle Waffen SS nella Seconda Guerra mondiale. Il negozio appartiene a Sebastian Schmidtke, un neonazista appartenete alla NPD, lui è il numero due del partito.
I neonazisti berlinesi hanno anche un loro sito internet, www.nw-berlin.net (che sta per «rivolta nazionale Berlino»), in cui rendono omaggio al delfino di Hitler, Rudolf Hess, definito come «il Camerata Eterno» e «il soldato valoroso». Ugo Voigt è il capo storico dei neonazisti tedeschi e il fondatore della NPD: «Noi, qui a Schoneweide, siamo il primo partito della circoscrizione, ma siamo forti anche nel quartiere di Britz e in genere raccogliamo un largo consenso in tutte le aree della città impoverite dalla disoccupazione e dalla immigrazione. Non è vero che in Germania stiamo tutti bene: l’immigrazione genera povertà e marginalità sociale, e ci sono delle zone in cui la disoccupazione giovanile è al 13,6%. Qui in questa zona, ad esempio, abbiamo perso 16.000 posti di lavoro, e abbiamo ottenuto il 9% delle preferenze nelle ultime elezioni».
La NPD finora non è mai riuscita a superare lo sbarramento del 5% a livello nazionale, necessario per entrare nel Bundestag, il Parlamento tedesco. Ma un recente studio della Fondazione FriedrichEbert mette in luce come la xenofobia si sia fortemente radicata nell’opinione pubblica tedesca: se si votasse oggi nella vecchia Germania dell’Est, il 15,8% degli elettori sceglierebbe l’estrema destra, mentre nel resto della Germania, la NPD raccoglierebbe il 7% dei consensi.