Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 6/5/2013, 6 maggio 2013
TUTTI PAZZI PER I GOOGLE GLASS MA SULLA PRIVACY È GIÀ ALLARME
È il gadget del momento. Sono in pochi (per ora) coloro che li hanno provati, ma nei siti specializzati (e non) ne parlano tutti. L’aspettativa per i Google Glass, gli avveniristici occhiali che la società di Mountain View dovrebbe mettere in vendita al grande pubblico entro la fine dell’anno, è pari a quella che negli anni passati si creava per i gioiellini della Apple (iPod, iPhone, iPad). Tanto che qualcuno, dal Wall Street Journal alla Nbc, si è portato (scherzosamente) avanti con i compiti e ha già varato una sorta di “etichetta” per chi li indosserà.
Le reazioni dei fortunati possessori, sia che abbiano superato il concorso indetto da Google (descrivere in 50 parole come intendono usare i preziosi occhiali, costo 1.500 dollari), sia che facciano parte di quella schiera di creativi “eletti” cui sono stati dati in prova, variano. Ma gli entusiasti sono la maggioranza.
Per esempio: Robert Scoble, uno dei guru più conosciuti del mondo tecnologico americano (3 milioni di utenti nelle cerchie Google+) dopo averli inforcati per due settimane ha detto che gli hanno cambiato la vita e non riuscirebbe più a farne a meno. Sui media (vecchi e nuovi) ognuno racconta la propria esperienza e grazie al potere del motore di ricerca la pubblicità è assicurata. È come “indossare” uno smartphone che scatta foto e video, manda messaggi, legge mappe ed esegue comandi vocali (basta dire “ok glass” in uno dei due microfoni e parte il menu con le icone): prima o poi — dicono gli esperti — tutti li dovremmo portare, un po’ in certi film di fantascienza.
Essendo questo il nostro prossimo futuro, si sono detti al WSJ, perché non provare ad immaginare come ci si comporterà, per strada e nei luoghi pubblici, quando ognuno di noi avrà a portata di mano questi superocchiali? A scrivere (tra il serio e il faceto) la “guida-etichetta” per l’uso dei Google Glass ci ha pensato un certo Kevin, «geloso e fortunato: me li sono fatti prestare, ma ogni volta che ho dovuto restituirli ho quasi pianto». Ed eccole, le regole basiche, il bon ton secondo Kevin. Innanzitutto: ricordati sempre che hai una telecamera in testa e che gli altri non sanno se è accesa o spenta. E poi. Spegnila nei bagni pubblici, negli spogliatoi, nelle riunioni di lavoro e quando entri al cinema. Usa il comando voce solo se strettamente necessario. Non usare gli occhiali per fare telefonate in pubblico, spegnili quando hai qualcuno di fronte a te. Lascia che anche gli altri li provino.
Rosa Golijan della NbcNews si è invece divertita a inventare dei nomi per quando gli occhiali debbono essere messi da parte: da Californiano («quando vai in bagno, mettiteli sulla fronte, come si fa con gli occhiali da sole»), a LeBeau(quando si infilano dall’alto in basso nel collo di una tshirt) e Tourist(quando si lasciano penzolare attaccati alla camicia, “non è facile ma potete imparare”).