Camilla Tagliabue, il Fatto Quotidiano 7/5/2013, 7 maggio 2013
FALK, IL TEATRO PERDE L’ULTIMA DIVA
Vissi d’arte vissi d’amore”: la romanza di Tosca potrebbe essere degno epitaffio di Rossella Falk, morta domenica a Roma a 86 anni (i funerali si terranno oggi alle 15.30, nella chiesa degli Artisti di piazza del Popolo). Lei stessa aveva interpretato un recital dall’omonimo titolo, dedicato a Maria Callas: fu uno dei suoi ultimi successi teatrali, portato in tournée in tutto mondo fino al 2006. Poco dopo Anna Proclemer, e nello stesso anno di Mariangela Melato, scompare un’altra grande divina del palcoscenico, la cui biografia, a cura di Fabio Poggiali, si intitola non a caso La regina del teatro; l’altro importante libro a lei dedicato, a firma di Enrico Groppali, è L’ultima diva.
Musa ispiratrice da Fellini a Zeffirelli
Falk, nome d’arte di Rosa Antonia Falzacappa, fu l’attrice prediletta dai grandi registi italiani, da Fellini a Visconti e Zeffirelli, musa ispiratrice delle commedie di Giuseppe Patroni Griffi e Diego Fabbri, compagna d’arte di Romolo Valli e Giorgio De Lullo: nata nel 1926 a Roma, la “Greta Garbo italiana” proveniva da una famiglia illustre, vantava parentele con cardinali e generali, ottimi studi e la conoscenza di quattro lingue, traducendo sia dall’inglese sia dal russo. La sua bellezza statuaria e il fare vagamente aristocratico colpirono subito il regista De Lullo, che la incoraggiò a iscriversi all’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico”, dicendole: “Venga in accademia: lì sono tutte racchie, lei è bella!”.
La carriera teatrale iniziò nel 1947; il primo debutto fu nel 1949 in Sei personaggi in cerca d’autore, diretta da Orazio Costa. Nei primi anni ‘50 Falk collaborò con maestri come Giorgio Strehler, ma la svolta arrivò nel 1954, anno in cui fondò la Compagnia dei Giovani insieme al succitato De Lullo, Romolo Valli e Annamaria Guarnieri: attrice e mattatrice, la diva si rivelò anche un’ottima capocomica, impresaria, adattatrice di testi, regista, spaziando da Goldoni a Cechov, da Ibsen a Dumas, fino al musical Applause. Oltre al teatro (recitato pure per la radio e la televisione), l’artista ha lavorato per il cinema: in 8emezzo di Fellini, Io la conoscevo bene di Pietrangeli, Quando muore una stella di Aldrich, fino al recente Non ho sonno di Dario Argento; sul palco è stata Cristina Comencini l’ultima a dirigerla, in Est Ovest, nel 2009.
“Per lei il teatro è innanzitutto un luogo di incontro, di amicizia, di collaborazione reciproca tra attori, registi, impresari, tecnici”, ha detto il collega Poggiali, che con lei recitò in Parenti terribili di Jean Cocteau, diretto da Giancarlo Cobelli nel 1991: “Riproponemmo con successo il morboso rapporto madre-figlio, quarantasei anni dopo l’allestimento di Visconti. Io interpretai il ruolo che era stato, nel 1938, di Jean Marais, l’attore a cui Cocteau aveva dedicato il testo. Rossella mi fece capire, durante le prove, l’importanza della fiducia reciproca. Lei mi ha insegnato la capacità di ‘saper ascoltare’”. Quella loro interpretazione entusiasmò la critica. Masolino D’Amico scrisse: “Esemplare la Yvonne di Rossella Falk, querula, petulante, sordida, ma anche tenera e vulnerabile: provvista insomma di quella preziosa nota di umanità di cui i suoi partner sono stati spogliati”.
Sapeva incassare le stroncature
Lei però si lamentava: “Essere alta un metro e settantasei, che ai miei tempi era davvero molto, mi ha impedito di interpretare certi ruoli tradizionali come Ofelia o Giulietta, insomma quelle fanciulle vulnerabili, palpitanti. Fui sempre chiamata a impersonare donne di grande carattere, inavvicinabili. Ma io non sono così”. Colta e ironica, sapeva sdrammatizzare i successi come le stroncature, fossero anche quelle del temuto critico del Corriere della Sera Roberto De Monticelli: “Rossella Falk è antipatica, dura, distante e scostante. Con quella bocca avara, da egoista. Quel naso diritto e superbo. Quella statura che le consente di guardarci dall’alto in basso”. Ma si sbagliava: fu proprio quello stile altero a decretare il successo di Rossella, che con la sua eleganza forse un po’ snob seppe conquistare Hollywood, farsi amica Maria Callas, Dirk Bogarde, Noël Coward e Jean Cocteau, far due chiacchiere con Coco Chanel e Katharine Hepburn, diventare musa del Premio Strega e madrina del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Amante della drammaturgia contemporanea, Falk fu una delle prime ad accorgersi del talento di Tennessee Williams, di cui interpretò, giovanissima, una parte nel Tram che si chiama Desiderio diretto da Visconti nel 1950. L’autore venne in Italia apposta per vederlo, e ne fu entusiasta: “Ricordo che mi abbracciò con molta tenerezza”, ha raccontato la diva in un’intervista. “Mi diede anche un bacio. L’ho conosciuto bene durante un pranzo da Luchino. Tennessee era pazzo di felicità e disse che lo spettacolo italiano era di gran lunga la più bella edizione del Tram che aveva visto in tutto il mondo”. Altra memorabile interpretazione fu quella di Maša nelle Tre sorelle di Cechov, spettacolo definito da Ennio Flaiano “il magnifico sforzo della Compagnia De Lullo-Falk-Valli-Albani. Non credo che rivedremo facilmente una Maša come Rossella Falk”.