S.Mo., Il Sole 24 Ore 7/5/2013, 7 maggio 2013
APPELLO AL CSM SUL CASO MONTEPASCHI
C’è burrasca nel tribunale di Siena. Lo scorso 26 aprile il presidente Stefano Benini ha inviato una lettera al vicepresidente del Csm, chiedendo un aiuto per rinforzare sia la procura che gli uffici del gip, troppo affaticati dalle vicende del Monte dei Paschi. Fin qui niente di strano; ma poi Benini, nero su bianco, affonda il coltello sul gip Ugo Bellini: «non v’è giorno in cui il collega non chieda di essere sollevato da quelle funzioni; la demotivazione e il timore di non essere all’altezza del compito sono evidenti». Benini, insomma, riporta per iscritto le confidenze di Bellini, e chiede per questo un supporto al Csm.
Il fatto, di per sé, potrebbe sembrare semplicemente sgradevole. Se non fosse che Bellini è anche il gip che pochi giorni fa, all’interno della vicenda Mps, non ha convalidato il decreto dei procuratori Nastasi, Natalini e Grosso, che imponeva un maxi sequestro da 1,8 miliardi ai danni della banca giapponese Nomura, ipotizzando i reati di usura e truffa. La casualità vuole anche che la mancata convalida del sequestro da parte di Bellini e la lettera al Csm di Benini abbiano la stessa data. Verrebbe quasi il sospetto, ad essere maliziosi, che Benini non abbia ben valutato lo stop alla misura cautelare predisposta dai procuratori.