Paolo Mastrolilli, La Stampa 8/5/2013, 8 maggio 2013
PRIMO UOMO SU MARTE I PRIVATI SFIDANO LA NASA
La Nasa conta di mettere piede su Marte entro il 2035, anche se la missione non è stata ancora approvata e tanto meno finanziata. I problemi, però, sono due: primo, l’impazienza dei critici, come l’ex astronauta Buzz Aldrin, che vorrebbero anticipare i tempi; secondo, la concorrenza dei privati come Mars One, che potrebbero fare lo scherzo di arrivare prima.
L’occasione per fare il punto è stata la conferenza «Humans To Mars», organizzata dalla George Washington University. L’amministratore dell’agenzia spaziale americana, Charles Bolden, è intervenuto con diversi colleghi per spiegare il possibile piano. Come prima cosa, la Nasa deve ottenere che il Congresso finanzi il programma per i voli di rifornimento commerciali verso la stazione orbitante internazionale: questo passo, infatti, libererebbe le risorse necessarie a sviluppare gli altri progetti di esplorazione. L’agenzia sta già lavorando ad un nuovo razzo, perché il viaggio verso Marte richiederebbe una tecnologia che al momento non esiste. Le sonde arrivate fino ad oggi, viaggiando alla velocità di 13.000 miglia all’ora, pesano circa quaranta volte meno di una eventuale navicella con a bordo gli esseri umani, e quindi per percorrere i 350 milioni di miglia che ci separano dal Pianeta Rosso serve un nuovo propulsore. Un’ipotesi è quella di lanciare separatamente gli astronauti, il carburante e il razzo per il ritorno, proprio per alleggerire il vettore su cui viaggeranno gli uomini, ma c’è il rischio che i vari componenti atterrino a troppa distanza uno dall’altro.
La Nasa al momento ha l’obiettivo intermedio di atterrare su un asteroide, proprio per sviluppare la tecnologia che poi potrebbe portarla su Marte, ma sono molti i critici di questo progetto, che non affascina la gente. Uno di loro è Buzz Aldrin, secondo uomo a mettere piede sulla Luna, che ha appena pubblicato un libro in cui sollecita l’agenzia spaziale a essere più ambiziosa. Il costo dell’intera operazione, però, viene stimato in circa 400 miliardi di dollari, che in questo momento di crisi nessuno vuole promettere. Quindi Obama ha stabilito come obiettivo l’asteroide, e poi eventualmente un volo per orbitare intorno a Marte. La Nasa spera che questa indicazione generale si trasformi nell’atterraggio entro il 2035, anche perché il programma privato Mars One vuole arrivarci entro il 2023. Un bluff, probabilmente, ma i pionieri di Houston e Cape Canaveral possono correre il rischio di essere battuti?