Giuliano Zulin, Libero 7/5/2013, 7 maggio 2013
I GIUDICI SCAPPANO DALLA GRANA MPS
«A pensar male del prossimo si fa peccato, ma si indovina», diceva Giulio Andreotti. E le notizie che escono da Siena sembrano andare in questa direzione. Ieri il presidente del tribunale, Stefano Benini, in una lunga lettera inviata al Consiglio Superiore della Magistratura, al presidente della terza commissione dello stesso consiglio e al presidente della corte di appello di Firenze chiede un rafforzamento dell’organico dei magistrati del tribunale senese anche in relazione all’inchiesta Mps: ci troviamo in una situazione «di emergenza assoluta» a causa delle «note vicende che interessano uno dei maggiori istituti di credito che ha sede in questa città da cui sono scaturiti vari filoni di indagine della locale procura della repubblica». O ci date una mano, sembra dire, o non riusciremo a portare in fondo la super inchiesta sulla finanza rossa. Gli sviluppi dello scandalo «determinano consistenti ripercussioni sul funzionamento dell’ufficio in termini di aggravio quantitativo del lavoro e anche di impegno qualitativo coinvolgendo competenze specialistiche in un crescendo di difficoltà», prosegue Benini. Mentre le indagini sulla banca sono condotte da tre magistrati a tempo pieno, a lavorare come Gip c’è solo Ugo Bellini, il cui aggravio di lavoro conclude il presidente del tribunale «è ai limiti della sostenibilità e non passa giorno in cui il collega chieda di essere sollevato da quelle funzioni». Nooooooooo... Eppure a Milano, dove saranno celebrati i processi contro Silvio Berlusconi dopo che la Cassazione ha bocciato la richiesta di trasferimento a Brescia non si sono più lamentati per i buchi in organico. Nonostante qualche mese fa il presidente Edmondo Bruti Liberati denunciasse una situazione «drammatica, che non ha eguali in altri Tribunali e che in futuro non si potrà reggere».
Pensiamo male? Torniamo però a Siena, perché proprio per un atto di Bellini, il gip che chiede di essere esentato dal caso Montepaschi, s’è inceppata la gloriosa macchina dell’inchiesta. La settimana scorsa ha respinto il sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza su ordine della procura a danno della giapponese Banca Nomura, oltre che di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, ex numeri uno dell’istituto senese. I pm volevano bloccare circa due miliardi di euro ai giapponesi, ma per Bellini non c’erano i requisiti per il decreto d’urgenza firmato dai pubblici ministeri. Ebbene, ieri i pm sono tornati alla carica, depositando al Tribunale del Riesame il ricorso contro la decisione del gip Bellini, che dovrebbe essere preso in esame entro il mese di maggio. Successivamente, però, potrebbe esserci un ulteriore passaggio in Cassazione nel caso di ricorso alla decisione dello stesso Tribunale del Riesame che rischia di essere presentato da una delle parti. Così tutta la vicenda potrebbe slittare fino a settembre... Insomma, passeranno ancora mesi prima che si vada avanti con l’indagine su uno dei più grandi scandali finanziari della storia italiana che tocca da vicino la sinistra. Nel frattempo sono salvi i 14,4 milioni di Mussari, Vigni e Baldassarri, mentre la Fondazione Montepaschi chiude il 2012 con quasi 200 milioni di perdita.
Il Csm darà una mano al tribunale senese o siamo già alla fine dell’inchiesta?