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 2013  maggio 08 Mercoledì calendario

TRA SEL E CINQUESTELLE FINISCE SUBITO IN RISSA

Finisce a schiaffi. Un classico. Quanto dura la finta alleanza tra Sel e il Movimento 5 Stelle? Meno di un giorno. O persino di una riunione. Quella in cui i responsabili dell’opposizione dura e pura «all’inguardabile governo dell’inciucio piglia tutto», si siedono a un tavolo per discutere l’atteggiamento - comune? condiviso? responsabile? - da tenere nelle commissioni. È storia di lunedì. Che anticipa la bufera di ieri. E l’impossibilità di un cammino fianco a fianco d’ora in poi.

La riunione allora. Crimi e Lombardi, portavoce Cinque Stelle, da un lato, Fava e Migliore, uomini Sel dall’altro. Va tutto bene, apparentemente, finché il discorso scivola dalle vice presidenze - prestigiose, ma di facciata - al vero nodo da sciogliere. Chi si prende la guida del Copasir? Sel cala l’asso. Ma lo fa nel modo sbagliato. «Fava è perfetto. Non ci sono discussioni. Ha esperienza, qualità e capacità. È inevitabile votare lui». Boom. Migliore è convinto di schierare il suo Rodotà, ma, a sorpresa, i Cinque Stelle reagiscono esattamente come il Pd ha fatto con loro. «Non accettiamo imposizioni». Hanno l’impressione che i colleghi di sinistra cerchino di affascinarli con trucchi da maghi da fiera paesana. Da lì in avanti è un crescendo di fango. Sul Copasir (e sulla Vigilanza Rai) ognuno farà la sua corsa. Il tavolo si scioglie. Male. Il Movimento 5 Stelle annuncia che il giorno successivo (ieri) cercherà di prendere tutte le vice presidenze e i segretari possibili. Ha i numeri per farlo. E lo fa. Sei poltrone da vicari. Filotto sui segretari. Migliore sbotta: «Altro che vera opposizione, la loro unica preoccupazione è stata quella di accaparrarsi tutte le poltrone disponibili». È livido. L’anticasta che si fa casta. È così che li dipinge. Il Movimento reagisce. Prima con Roberta Lombardi: «Sel voleva giocare due parti in commedia. Quando si è trattato di votare le presidenze delle Camere stava col governo, adesso che ci sono le commissioni sta con l’opposizione. Noi ci muoviamo con senso di responsabilità. Rinunciando per altro alle indennità». Poi con un comunicato ufficiale. «A chi ci accusa di “poltronismo” rispondiamo con la rivendicazione della presidenza delle commissioni Copasir e Vigilanza Rai. Non lo chiediamo noi, ma i quasi nove milioni di italiani che ci hanno votato». I segreti di Stato. Il vaso di Pandora di ogni mefitico fantasma del Paese. Questo è il Copasir per il Movimento. «Crimi e Angelo Tofalo sono i nostri candidati. Mentre Fico, la Nesci, Vignaroli, la Liuzzi e Airol, sono i nomi per la Vigilanza Rai». Sono convinti che il Palazzo abbia paura di loro. Che li voglia soffocare nella culla. Per questo Beppe Grillo, atteso domani a Roma per catechizzare i suoi fedeli sul caso stipendi, scrive sul blog. «La sensazione di essere circondati, calpestati e derisi dal Potere Costituito, che sta muovendo ogni leva a sua disposizione per distruggere il M5S, in effetti la si sente nell’aria. Un che di pesante, di torbido, annuncio forse di fatti gravi». Evoca scenari pericolosi, con la solita discutibile e apocalittica scelta verbale. Non ce la fa a stare all’angolo mortificato e diffidente come un cortigiano in disgrazia. Dunque ringhia. E mena fendenti.