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 2013  maggio 06 Lunedì calendario

LA REGINA ALLEGRA DEL TEATRO ITALIANO

Nata Antonia Falzacappa nel 1926, Rossella Falk entrò in arte, così ancora si diceva, subito dopo essersi diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica, e debuttò a Milano come la Figliastra nei Sei personaggi in cerca d’autore . Poco dopo fu scritturata dalla Stoppa-Morelli e partecipò ad alcuni memorabili spettacoli diretti da Luchino Visconti, tra cui Tre Sorelle di Cecov e, poco prima, La locandiera di Goldoni (1952): qui chi scrive la ricorda come una delle due comiche, l’altra essendo la sua amica del cuore e compagna d’Accademia Flora Carabella, moglie di Marcello Mastroianni.

Con la squisitezza formale, con la scelta di testi mai banali, con la qualità altissima di ogni componente dello spettacolo, con la cura della recitazione che aveva imposto, Luchino Visconti ispirò un esempio da emulare alla formazione cui Rossella e alcuni coetanei diedero vita subito dopo l’esperienza con lui, l’oggi mitica Compagnia dei Giovani, fondata nel 1954 e scioltasi quindici anni dopo, cambiando qualche nome della ditta durante il percorso - i primi furono Rossella Falk, Annamaria Guarnieri, Giorgio De Lullo, Romolo Valli, più Luigi Squarzina e Tino Buazzelli che se ne andarono quasi subito; in seguito si aggiunse Elsa Albani. Nei tre lustri della sua attività questo gruppo straordinario mise in scena una quantità di produzioni, cui tocca applicare l’insulso aggettivo di irripetibile: con gli odierni costi, difficoltà di organizzare le tournée e via dicendo, una simile ricchezza e varietà di proposte non sarebbe nelle possibilità di nessun teatro sovvenzionato, figuriamoci di una compagnia privata. Il repertorio dei Giovani fu ampio, classici e contemporanei - da Farquhar al Bibbiena, da Inge a Colette, da Ibsen a Bourdet - riletti con intelligenza e adattati ai tempi nuovi senza stridori. Innovativo fu, per esempio il loro Pirandello, a partire da un Giuoco delle parti con la scenografia di Pierluigi Pizzi ispirata a Casorati, collocato cioè nella sua epoca, vale a dire negli Anni Venti, e tuttavia recitato con realismo, come un contemporaneo. Di Shakespeare non si dimentica una Dodicesima notte spostata in epoca romantica - ecco un’altra messinscena dove Rossella, molto adatta con le sue gambe lunghe a interpretare una ragazza che si traveste da uomo, spiccò in modo particolare. Di Goldoni furono riesumate La morbinose e Le donne di buon umore ; sempre Rossella fu impagabile come la protagonista della Bugiarda di Diego Fabbri. Dando spazio anche al repertorio italiano, i Giovani lanciarono poi e valorizzarono colui che sarebbe diventato il loro dramaturgo fisso, Giuseppe Patroni Griffi ( D’amore si muore, Anima nera, Metti, una sera a cena... ).

Alta, fredda, maestosa, supremamente elegante, specie quando portava ampi cappelli calati sugli occhi come Greta Garbo - ma nella vita invece era cordiale, semplice, e molto spiritosa -, Rossella sembrava particolarmente adatta alle parti di donna affascinante e un po’ remota, come quelle che il suo amico Patroni Griffi scrisse per lei; ma poi aveva un suo lato umoristico, che sfruttò a dovere come l’impunita eroina della surricordata Bugiarda . Era anche molto bella, specie prima di cedere alla tentazione di rifarsi il naso, come può constatare chiunque riveda 8 e mezzo di Fellini, uno dei pochi film degni di lei in cui apparve. Infine, era una attrice completa - aveva voce, presenza, personalità; come pochi grandi, pur disponibile alle metamorfosi, era personaggio lei stessa.

Nei molti anni in cui i Giovani furono ospiti fissi del romano Teatro Eliseo si conquistò un suo pubblico che la riabbracciò volentieri - sempre molto ansiose le signore di controllare le sue mises - quando, dopo alcuni anni di ritiro dalle scene, si rimise in gioco. Nel 1980 infatti rilevò il teatro dopo l’improvvisa e tragica fine di Romolo Valli e di Giorgio De Lullo, e lo gestì con altri per più di un decennio. Qui, a parte la regina Elisabetta nella Maria Stuarda di Schiller per la regia di Zeffirelli, a parte eroine di Broadway come la diva di Applause o la Maria Callas di Master Class, trovò particolarmente congeniali alcune formidabili femmine di Tennessee Williams - Dolce ala della giovinezza, Il treno del latte non ferma più qui, Improvvisamente l’estate scorsa . Con un’autorevolezza pari allo charme - l’ultima volta o quasi, come la bergmaniana madre musicista di Sinfonia d’autunno - continuò, sarà il caso di dirlo, a regnare sul palco, quasi fino a ieri.