Notiziario di Franco Abruzzo, 8 maggio 2013
Rcs: in alto mare l’aumento di capitale. Finora, scrive MF, ha dato adesione solo il 44% (Fiat e Intesa si sono dette pronte a sottoscrivere in più rispettivamente il 2,8% e il 2,5%) e un socio di peso, come la famiglia Pesenti (7,747%), non si è ancora ufficialmente espresso, così come nulla si sa delle intenzioni dei Lucchini (2,04%) e di Bertazzoni (1,23%)
Rcs: in alto mare l’aumento di capitale. Finora, scrive MF, ha dato adesione solo il 44% (Fiat e Intesa si sono dette pronte a sottoscrivere in più rispettivamente il 2,8% e il 2,5%) e un socio di peso, come la famiglia Pesenti (7,747%), non si è ancora ufficialmente espresso, così come nulla si sa delle intenzioni dei Lucchini (2,04%) e di Bertazzoni (1,23%). L’azienda di via Rizzoli potrebbe ricorrere all’accordo stragiudiziale con i creditori (in particolare le banche) Milano, 7 maggio 2013. L’aumento di capitale da 400 mln euro di Rcs diventa, giorno dopo giorno, un obiettivo sempre più difficile da centrare perche’ in seno al patto che oggi controlla il 58% (oltre a un 2% non sindacato) non c’e’ una visione unitaria. Finora, scrive MF, ha dato adesione solo il 44% (Fiat e Intesa si sono dette pronte a sottoscrivere in piu’ rispettivamente il 2,8% e il 2,5%) e un socio di peso, come la famiglia Pesenti (7,747%) non si e’ ancora ufficialmente espresso, cosi’ come nulla si sa delle intenzioni dei Lucchini (2,04%) e di Bertazzoni (1,23%). Percio’ mentre il tempo stringe e l’importo della prima tranche di ricapitalizzazione pare realisticamente basso rispetto alle perdite (e’ stato abbattuto il capitale e sono state raggruppate le azioni nelle misure di tre nuove per 20 vecchie), ecco che sul mercato si fa largo l’ipotesi di un ricorso al Tribunale. Niente fallimento, quindi, per un gruppo storico e strategico per l’economia come la Rcs che controlla il primo quotidiano del Paese, il Corriere della Sera. Ma cio’ che si ipotizza con sempre maggior nettezza e’ che, siccome pare difficile ottenere il quorum per il via libera alla ricapitalizzazione, l’azienda di via Rizzoli potrebbe ricorrere all’articolo 67 della legge fallimentare, ovvero l’accordo stragiudiziale con i creditori, in particolare le banche. Quegli stessi istituti di credito che al momento hanno dato l’ok alla ristrutturazione del debito a breve e concesso nuove linee di credito per 575 milioni, in cambio di garanzie sul rimborso e certezze granitiche sulla solidita’ del business plan predisposto da Jovane, che prevede 800 tagli complessivi su 5 mila dipendenti. Per scongiurare il ricorso al Tribunale, l’unica alternativa a questo punto e’ l’apertura al dialogo con il fronte del no-aumento, ovvero Diego Della Valle (8,695%), Benetton (5,1%) e Merloni (2%). Una fronda alla quale potrebbe poi aggiungersi la famiglia Rotelli (16,55%). Azionisti che chiedono modifiche sostanziali alle condizioni attuali dell’aumento (sconto vicino all’80% e operazione a 0,15-0,2 euro per azione) ma che non sono contrari in assoluto alla soluzione del rafforzamento patrimoniale. L’eventuale apertura a questi soggetti implicherebbe pero’ un cambio di peso nell’assetto azionario con il patto attuale che andrebbe a scomparire. (MF-DJ)– RCS: ALLE BANCHE GARANTI L’AUMENTO LA SOCITA’ DOVRA’ PAGARE TRA 7,7 E 12 MLN DI COMMISSIONI Milano, 7 maggio 2013. Rcs dovrà pagare tra 7,75 e 12 milioni alle sette banche che garantiranno parte dell’aumento di capitale da 400 milioni, su cui sono impegnati anche soci del patto per 200 milioni. Le commissioni variano tra un minimo di 5,17% e un massimo del 6% degli importi minimi (100 milioni) e massimi (200 milioni) oggetto di impegno. E’ quanto emerge da un documento della società, dove si legge che gli esperti indipendenti incaricati dal comitato Parti correlate, hanno ritenuto “congrue” le commissioni.(ANSA).