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 2013  maggio 07 Martedì calendario

Dopo un periodo non certo facile, Comunione e Liberazione si prende la sua rivincita. Lo fa indirettamente, attraverso i tanti suoi esponenti cooptati nei posti chiave del governo e del Parlamento

Dopo un periodo non certo facile, Comunione e Liberazione si prende la sua rivincita. Lo fa indirettamente, attraverso i tanti suoi esponenti cooptati nei posti chiave del governo e del Parlamento. Dopo pochi mesi dalle indagini che hanno scombussolato il Meeting di Rimini e i diversi politici vicini al movimento coinvolti nelle indagini che hanno fatto cadere la giunta di Roberto Formigoni, gli uomini di don Luigi Giussani sono riusciti a riprendere quota. Se Elena Ugolini era stato il primo membro di Cl chiamato al governo (con Mario Monti fu sottosegretaria all’Istruzione) è stato Enrico Letta a nominare per la prima volta nella storia repubblicana un ministro proveniente da quell’area. Anzi due. Maurizio Lupi (doveva andare alla Salute nel 2008, nomina sfumata all’ultimo minuto) è il nuovo ministro delle Infrastrutture, Mario Mauro della Difesa. Il primo fa parte di quei ciellini rimasti fedeli a Silvio Berlusconi, il secondo è trasmigrato nella squadra di Scelta Civica. Ma il rapporto tra i due è solido, e non è mai stato scalfito dalle divergenze politiche, ed entrambi sono considerati due tra gli uomini politici più influenti nello scenario politico lombardo. Gabriele Toccafondi, deputato ciellino non rieletto, è andato a succedere alla Ugolini proprio nella casella di sottosegretario a viale Trastevere. Sono noti i suoi rapporti di buon vicinato con Matteo Renzi (anche Toccafondi è di Firenze): con il sindaco ha costruito negli anni un rapporto solido, e non è un mistero la stima che l’ex rottamatore nutre per la costola fiorentina della Compagnia delle Opere. Chiude il cerchio la nomina di Formigoni alla presidenza della Commissione Agricoltura del Senato. Il Celeste aveva già fatto la sua apparizione a Palazzo Madama nel 2008, con l’intenzione di restarci. Berlusconi lo rispedì al Pirellone, non ancora pronto per organizzare la sua successione alla guida della Lombardia. Dei ciellini facenti parte dello scorso Parlamento, rimangono appiedati i soli Renato Farina, non rieletto ma che più di una volta ha fatto capolino in queste settimane a Montecitorio, e Raffaello Vignali. Quest’ultimo ha stazionato per giorni nel borsino dei sottosegretari, in ballo per un posto al ministero dello Sviluppo Economico. Alla fine niente da fare: considerato un uomo di dialogo, ha dovuto cedere il posto al falco Simona Vicari.