Kran Nazish Karachi, La Stampa 5/5/2013, 5 maggio 2013
“CAMBIO IL PAKISTAN" LA STAR DEL CRICKET SFIDA USA E MILITARI
Il carismatico Imran Khan ha 59 anni, fascino in abbondanza e modi decisi. Soprattutto è l’ex capitano della nazionale di cricket, in Pakistan lo sport nazionale. Con lui il Paese ha vinto la sua prima e unica Coppa del Mondo. Un eroe.
Ora Imran Khan potrebbe vincere una partita ben più importante: le elezioni dell’11 maggio. La star del cricket è immensamente popolare tra i giovani e tra le classi più istruite, che lo vedono come il simbolo del cambiamento. Secondo diversi sondaggi alle urne si recherà il 30% di nuovi elettori. Sono tutti giovani e la maggior parte di loro sceglierà molto probabilmente Imran Khan.
Sebbene tanta della sua popolarità derivi dal suo passato sportivo, dal suo matrimonio con l’inglese Jemina Khan e dalla sua fama di playboy, non è solo il suo lato glamour ad attrarre i suoi sostenitori. Uno dei punti di forza di Imran Khan è il suo slogan elettorale: «Change», cambiamento.
Noman Haq, 35 anni, leader dei giovani di sinistra, spiega: «Siamo stufi degli altri politici, vogliamo cambiare le cose. Non vogliamo avere le stesse prospettive che avevano i nostri genitori. Aspettiamo il cambiamento e Imran ce lo darà».
Khan è entrato in politica negli Anni 90. All’inizio della sua carriera ebbe poco seguito e un impatto poco significativo nell’arena politica. Ora, dopo 15 anni, viene preso molto più seriamente, tanto che potrebbe diventare il nuovo presidente.
Quello che maggiormente attira i sostenitori di oggi sono le sue battaglie del passato. Dopo aver vinto la coppa del mondo per il Pakistan nel 1992, Imran Khan lasciò lo sport e si dedicò alla filantropia, fondando il Shaukat Khanam Cancer Hospital – uno dei più grandi ospedali per il trattamento del cancro nel Paese - e un’università , considerata oggi di altissimo livello. La campagna elettorale di Khan si è basata innanzitutto sulla necessità dello stato sociale e sull’abolizione della corruzione. Nel 1996 ha fondato il suo partito, Tehreek-e-Insaf (Movimento per la Giustizia), che oggi è la lista che guadagna più voti in Pakistan.
Khan promette ai pachistani che riuscirà a cancellare completamente la corruzione in «90 giorni». Un ordine del giorno che convince la classe media e medio alta, anche se molti si interrogano sulla reale fattibilità del programma: «Come riuscirà a sradicare la corruzione, se le persone all’interno del suo partito hanno depredato e saccheggiato il Paese?», si chiede Irfan Hussain, analista e giornalista.
Sebbene Khan definisca la sua ideologia «liberal» e prometta di accogliere i giovani, non si è spinto a criticare apertamente i taleban. I suoi oppositori lo accusano di essere un simpatizzante. Anche la politica estera di Khan è molto conservatrice. «La sua strategia è di dichiararsi anti-Usa e anti-occidentale per vincere più voti», dice l’analista Mukkaram Khan. Molti liberali in Pakistan accusano Khan di essere sostenuto dai militari, soprattutto per la sua richiesta di negoziaticon i taleban, apprezzata negli ambienti dei servizi filoislamisti. Ma Imran replica alle accuse: «Sono sostenuto dal popolo, e questo è tutto. Non accetterò aiuto né dai militari né da nessun altro. Sono qui per la gente».
Intanto, a pochi giorni dalle elezioni, i suoi ostacoli alla vittoria elettorale restano i due partiti principali del Paese, il Pml-N (Pakistan Muslim League Nawaz) e il Ppp (Partito del popolo pakistano), che hanno una forte presa nelle aree rurali, circa il 70% della popolazione del Pakistan.
Nonostante il suo carisma e la popolarità tra i giovani e la classe media, la sfida da vincere per Khan sarà quella di rompere l’asse Pml-N e Ppp.