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 2013  maggio 05 Domenica calendario

L’ULTRAS BERLUSCONIANA GRAZIE A CANDY CANDY

La politica l’ha folgorata quando aveva 25 anni. Posto in lista in “Avanti Alto Adige” alle elezioni comunali di Bolzano. Ma per Michaela - un diploma magistrale, un passaggio nel mondo del cinema (fu assistente di Carlo Verdone in Al lupo al lupo, era il ‘92), un’iscrizione a Giurisprudenza e una laurea mai arrivata - l’esordio fu drammatico: 18 voti e niente poltrona. Ma se c’è una cosa che non manca, all’amazzone Biancofiore, è la caparbietà. Così, chiusa la parentesi del partitino locale, ha capito che c’era un posto per lei in quella Forza Italia che muoveva i primi passi. Col senno di poi, racconterà nella sua autobiografia Il cuore oltre gli ostacoli. Nel sogno di Silvio, ha capito che il suo cammino verso Berlusconi era cominciato quando era ancora una bambina. Candy Candy ogni pomeriggio dopo scuola, Tv Sorrisi e Canzoni da sfogliare in cameretta: il mondo del Biscione l’ha avvinghiata fino a materializzarsi in quel cerchio d’oro che le orna l’anulare destro. Un brillante Damiani, regalo di Silvio, chiaro.
NE È PASSATO DI TEMPO da quando in consiglio provinciale, erano i primi anni Duemila, si faceva notare per rivoluzionarie proposte di legge: un tricolore su ogni maso, un bonus per l’acquisto di tagliaerba. Non disdegna la vita mondana. Le cronache de l’Adige l’hanno immortalata in ogni festa, al fianco del presidente Durnvalder. Per celebrare i suoi settant’anni ha indossato il dirndl tirolese. Per l’inaugurazione del palazzo Feng Shui, sempre a Bolzano, si è “fasciata in un tailleur di seta rosa antico e scarpe bianche con tacco altissimo” e gustato il pesce siluro in saor offerto ai 500 invitati.
Il grande salto ormai è fatto. Ha conosciuto Franco Frattini (insieme lavorano alla Farnesina, insieme curano le sorti in serie D del Bolzano calcio), è già stata a cena ad Arcore. La ribalta nazionale arriva nel 2005: in un comizio in piazza Vittoria, sempre a Bolzano, Berlusconi fa show, tira fuori il dito medio ed Enzo Biagi, sulle pagine del Corriere, la battezza “la biondona”. Lei si offende (“Sarebbe felice – scrive a Biagi – se un giornalista descrivesse Sua figlia o Sua nipote nel modo da Lei usato nei miei confronti?”) ma non demorde: l’immagine di Berlusconi con il dito medio alzato diventa prima una vignetta, poi un manifesto elettorale: “In medio stat virtus”. Spiegava la Biancofiore di averlo fatto per “svelenire il clima”. Non sopportava più quella campagna così aspra, quegli attacchi quotidiani: “Un anonimo ha telefonato a mia madre, che ha 71 anni, dicendo che ero in coma irreversibile al Policlinico Gemelli”.
L’anno dopo, è il 2006, sbarca a Roma: tre volte deputata, non molla la poltrona in consiglio comunale. Ma a Bolzano non si vede più e rischia la decadenza. Perfino i suoi compagni di partito sono costretti a votare una mozione per chiederle di giustificare le assenze: “Parliamo di 27 sedute su 56 e due filotti di cinque consigli consecutivi”.
Lei nel frattempo ha festeggiato i suoi 39 anni a casa di Silvio e imparato a svelenire il clima. Al telefono con Luigi Bisignani diceva: “Ti devo dire una cosa importante...che il figlio della Boccassini...”. Capisce che è meglio parlare di persona. Poi richiama: “Me ne sono pentita. Però...sai com’è. Come dire...(ride)...Uffa...(ride)...ciao”.