Alberto D’Argenio, la Repubblica 5/5/2013, 5 maggio 2013
SCONTRO SU PALMA ALLA GIUSTIZIA E ROMANI ALLE COMUNICAZIONI I DEMOCRATICI: NOMI CHE DIVIDONO
ROMA — Prima la battaglia sui ministri che ha rischiato di non far nascere il governo Letta, poi quella sui sottosegretari. Ora le scintille tra Pd e Pdl arrivano sulle presidenze delle commissioni parlamentari. Il tempo stringe, le Camere devono votarli martedì e a due giorni dall’ora X non c’è ancora accordo su un puzzle bloccato, non è una novità, dalle richieste molto interessate di Silvio Berlusconi. Che, guarda a caso, vuole portare a casa le presidenze delle commissioni Giustizia e Comunicazioni al Senato con due suoi ex ministri: Francesco Nitto Palma e Paolo Romani. Lo scontro dunque è a Palazzo Madama: con la netta maggioranza del Pd alla Camera la guida di una commissione non è in grado di spostare gli equilibri politici al suo interno. Al Senato, invece, dove nessun partito prevale la presidenza diventa fondamentale.
Ieri c’è stata una riunione tra i capigruppo del Pdl (Schifani e Brunetta) e del Pd (solo Zanda) ma l’accordo è ancora lontano. I contatti proseguono oggi per chiudere, obbligatoriamente, domani in una riunione tra i presidenti dei gruppi dei partiti di maggioranza. Il Cavaliere punta su Nitto Palma alla Giustizia al Senato, ma il Pd ha opposto un
secco no perché si tratta di un ex Guardasigilli del governo Berlusconi ed è considerato, spiegano dal Nazareno, una figura «divisiva». Il Pdl rilancia con Donato Bruno, ma il Pd si impunta: «La presidenza della commissione giustizia al Senato spetta a noi visto che il ministro è un tecnico (Cancellieri) e uno dei due sottosegretari, Cosimo Ferri, lo consideriamo vicino a Berlusconi». Ma in casa Pd non mancano i problemi: la nomina di Ferri, ex toga di Magistratura Indipendente, ha messo in subbuglio le altre correnti dei giudici che chiedono di riequilibrare con la democratica Donatella Ferranti alla guida della commissione Giustizia della Camera. Ma con la presidenza a Montecitorio, il Pd avrebbe difficoltà a imporre uno dei suoi anche a Palazzo Madama lasciando la partita al Pdl.
C’è poi il nodo della Commissione Lavori pubblici, Trasporti e Comunicazioni del Senato. Il Pdl vuole mandarci l’ex ministro Paolo Romani, il Pd si oppone perché lo considera troppo sensibile alle esigenze di Berlusconi sul mondo televisivo. Il Pdl sta dunque pensando di rilanciare con Matteoli.
A far gola sono poi le commissioni economiche. Alla Camera la partita sulla Bilancio sembra chiusa
con un accordo tra tutte le forze sul democratico Francesco Boccia, pilastro del Pd nelle materie economiche vicino a Letta. Al Senato la presidenza della Bilancio dovrebbe quindi andare al pidiellino Antonio Azzollini. La Finanze alla Camera dovrebbe andare al Pdl (Daniele Capezzone), ma in lizza per una presidenza c’è anche Bruno Tabacci che in quella commissione si sentirebbe al suo posto. Outsider Enrico Zanetti, deputato di Sc vicino a Montezemolo. La presidenza di quella al Senato andrà al Pd o al Pdl a seconda di come finirà alla Camera.
Le commissioni lavoro dovrebbero andare al pd Damiano (Camera) e al pdl Sacconi (Senato). Dai giochi resta fuori Giancarlo Giorgetti, il leghista dei dossier economici. Pur essendo all’opposizione il Carroccio chiede una presidenza e per Giorgetti si potrebbero aprire le porte della Affari Costituzionali alla Camera (anche se in corsa c’è il pd Bressa). Per la sua gemella al Senato si parla di Anna Finocchiaro. Le commissioni per le Politiche comunitarie dovrebbero andare al democratico Sandro Gozi (Camera), responsabile Ue del Pd con lunga esperienza alla Commissione europea, e alla pidiellina Bernini (Senato).
Il centro che ha corso sotto le insegne di Monti dovrebbe portare a casa solo due presidenze di commissione. Pierferdinando Casini, leader udc, dato per sicuro alla Esteri del Senato (alla Camera si parla di Cicchitto) e Alberto Bombassei in corsa per le Attività produttive della Camera. I montiani devono anche nominare un nuovo capogruppo al Senato dopo che Mario Mauro è diventato ministro: la scelta cadrà tra Benedetto Della Vedova e Gianluca
Susta. Il Pdl invece con il passaggio di Lupi al governo deve scegliere un nuovo vicepresidente della Camera: se la giocano Mara Carfagna e Daniela Santanchè.
Ci sono infine le commissioni di garanzia. Al M5S - considerato non pronto dagli altri partiti per le più delicate - dovrebbe avere la guida della Vigilanza Rai. Il Copasir andrà a Sel che propone Claudio Fava, anche se le altre forze preferirebbero Gennaro Migliore considerato più “istituzionale”. Per l’Antimafia in pole c’è Rosy Bindi.