Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  maggio 04 Sabato calendario

TASSO BTP AI MINIMI, SPREAD A 258

All’indomani del direttivo Bce in cui il costo del costo del denaro è stato portato al minimo storico di mezzo punto percentuale, i titoli di Stato dell’area euro hanno continuato ad essere fortemente gettonati. Lo dimostra il fatto che, nelle prime ore della seduta di ieri, i rendimenti dui titoli italiani hanno superato importanti livelli. Il tasso sul BTp a due anni in particolare ha toccato, nelle prime ore di contrattazioni un record negativo allo 0,93 per cento. Soglie sognificative sono state superate anche dal BTp a cinque anni il cui tasso ha toccato un minimo di giornata a 2,42% mentre il rendimento del BTp decennale ha rivisto quota 3,67%, livelli che non si vedevano da gennaio 2006, prima che la crisi finanziaria di Wall Street e che le fibrillazioni sull’euro scoppiassero.
Prese di profitto sul Bund
La seduta sui mercati obbligazionari è stata volatile. Dopo una mattinata di forti acquisti sui titoli di Stato, gli investitori si sono decisamente spostati sull’azionario nelle ultime ore della seduta. I dati migliori del previsto in arrivo dal mercato del lavoro hanno infatti dato nuovo slancio ai listini come dimostra il record storico dell’indice Dax di Francoforte (+2,02% a 8122 punti) e il nuovo balzo dell’indice S&P 500 di Wall Street che ha superato la soglia di 1600 punti (vedi articolo a pagina 2). Se si osserva il grafico di giornata dei rendimenti dei BTp, come dei Bund tedeschi, si può notare come, nell’ultima parte della seduta, ci sia stato un netto rialzo. Un segnale di come il mercato abbia approfittato per vendere bond sovrani, prendendo profitto dopo il rally delle ultime settimane, e comprare azioni. Il saldo finale mostra un rialzo del tasso del decennale tedesco che, dopo il minimo storico all’1,17% di giovedì si è riportato all’1,24 per cento. Per il BTp alla stessa scadenza il rendimento in chiusura è al 3,82 per cento. Il rialzo dalla chiusura precedente è meno marcato rispetto all’analogo Bund tedesco e questo spiega il calo del differenziale (spread) sceso a 258 punti.
Effetto liquidità
Le quotazioni di Bund e BTp normalmente seguono direzioni opposte. I primi, beni rifugio per eccellenza, vengono acquistati nelle fasi di incertezza mentre i BTp, al pari dei Bonos spagnoli, sono avvantaggiati in fasi di maggior propensione al rischio. Da un mese a questa parte tuttavia questa regola non vale più. Il mercato compra a piene mani sia titoli tedeschi e francesi, arrivando a portare in negativo i rendimenti sulle scadenze più brevi, allo stesso modo di Bonos e BTp. Gli spread si sono quindi ridotti non per effetto di un riequilibrio dei tassi nell’Eurozona ma per il fatto che i rendimenti dei Paesi periferici sono scesi a un ritmo maggiore di quelli "core".
Questo "appiattimento" dei tassi ha subito una forte accelerazione a partire dai primi di aprile quando la Banca centrale giapponese ha varato misure espansive senza precedenti che hanno dato luogo a una violenta svalutazione dello yen. Questo ha generato aspettative sul mercato sul fatto che i grandi investitori istituzionali giapponesi, per contrastare il calo di valore della moneta, avrebbero acquistato asset in valuta estera. Aspettative che hanno premiato sia i redditizi titoli di Stato di Italia e Spagna che i più solidi Bund tedeschi.
Questo fenomeno, in gergo definito "repressione finanziaria" è stato ulteriormente incentivato l’ultimo direttivo della Bce. Non tanto per il taglio dei tassi, ampiamente scontato, quanto per le parole del governatore Draghi che, in conferenza stampa, non ha escluso di portare in negativo i tassi sui depositi, attualmente a zero. Una mossa che, se attuata, potrebbe disincentivare le banche a parcheggiare i loro fondi all’Eurotower liberando liquidità sul mercato.