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 2013  maggio 07 Martedì calendario

È la primavera 2013 e – mentre i commentatori si concentrano su Enrico Mentana, che ha occupato gli studi di La7 a botte di dieci ore al giorno – tutte noi osserviamo ammirate Alessandra Sardoni, collegata dal Quirinale o da Montecitorio o da dovunque la perpetua emergenza abbia bisogno d’essere raccontata

È la primavera 2013 e – mentre i commentatori si concentrano su Enrico Mentana, che ha occupato gli studi di La7 a botte di dieci ore al giorno – tutte noi osserviamo ammirate Alessandra Sardoni, collegata dal Quirinale o da Montecitorio o da dovunque la perpetua emergenza abbia bisogno d’essere raccontata. La osserviamo ammirate ma anche empatiche, perché sappiamo come funziona, in un matrimonio tipo: lui tutta la gloria, lei tutta la fatica; lui stressato, lei che media e sorride «Ci parlo io, che lo so prendere»; lui che si appoggia a lei, lei che sa di doversela cavare malgrado lui. Alessandra non perde mai la calma, sta dietro a tutto, gestisce la smaniosità di mister OccupyLa7, i capricci dei politici, e un intero palinsesto (la sera, collegata dal Quirinale, è la stessa che all’alba conduceva Omnibus in studio: forse è bionica). E lo fa con una difficoltà in più. Alessandra Sardoni è riccia. Se non lo sapete è perché è una di noi modello-Carrà: noi che un giorno abbiamo giurato che non saremmo state spettinate mai più. Mentre sta dietro al delirio postelettorale e al responsabilizzante sottotesto «Mi fido solo di te» che Mentana (come ogni marito medio di quelli cui ti tocca gestire la vita) esprime in ogni collegamento, la Sardoni trova anche il tempo per la messa in piega. La Finocchiaro dello sketch, coi suoi capelli crespi, ne avrebbe riconosciuto la superiorità. Twitter: @lasoncini