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 2013  maggio 07 Martedì calendario

ORA SI RIAPRE LA PARTITA PER I SENATORI A VITA

Con la scomparsa di Andreotti rimangono in carica due senatori a vita di nomina presidenziale, Emilio Colombo e Mario Monti, cui si deve aggiungere Carlo Azeglio Ciampi che tuttavia lo è di diritto in quanto Presidente emerito della Repubblica. Dunque, Giorgio Napolitano avrebbe a disposizione tre nomi da indicare, se si accetta l’interpretazione della Carta costituzionale secondo cui il numero massimo dei senatori a vita in carica è cinque; mentre altri predecessori - come Pertini e Cossiga - ritenevano che ogni Presidente potesse nominarne cinque (al massimo). Nel gennaio scorso, dopo la scomparsa di Rita Levi Montalcini, Napolitano espresse la volontà di non procedere ad altre nomine per la vicinanza della scadenza elettorale. «In questa fase, a così breve distanza della conclusione del mio mandato - spiegò Napolitano - non intendo utilizzare questa facoltà e ritengo più opportuno trasmettere al mio successore ogni valutazione e decisione». «Mi arrivano sollecitazioni e stimoli che riguardano persone degnissime - soggiunse il capo dello Stato - che se sono meritevoli di attenzione da parte mia lo saranno anche da parte del mio successore». Naturalmente Napolitano non poteva immaginare che sul Colle ci sarebbe stato ancora lui per decidere su quella che egli stesso, peraltro, ha definito «una facoltà, non un obbligo». Nei mesi scorsi si erano fatti diversi nomi di possibili candidati: da Marco Pannella a Margherita Hack, da Claudio Abbado a Carla Fracci, da Umberto Veronesi e Elio Toaff. Nelle scorse settimane, poi, era stata avanzata l’ipotesi di una doppia nomina: quella di Silvio Berlusconi e di Romano Prodi. Ma ora ovviamente tutto è nelle mani di Napolitano che, proprio per l’eccezionalità del suo secondo mandato, potrebbe decidere di astenersi dal nominare altri senatori a vita, dopo Mario Monti.