www.cinquantamila.it/fiordafiore 7/5/2013, 7 maggio 2013
È morto Giulio Andreotti • I consigli di Toscani per sconfiggere la violenza sulle donne • Servono soldi per salvare il divano di Freud • Nelle città italiane c’è troppo rumore • La passione di Coco Chanel per il suo N°5 • Troppe giornate speciali Andreotti Il senatore a vita Giulio Andreotti, democristiano, 7 volte presidente del Consiglio e ministro per 26 mandati, è morto ieri alle ore 12
È morto Giulio Andreotti • I consigli di Toscani per sconfiggere la violenza sulle donne • Servono soldi per salvare il divano di Freud • Nelle città italiane c’è troppo rumore • La passione di Coco Chanel per il suo N°5 • Troppe giornate speciali Andreotti Il senatore a vita Giulio Andreotti, democristiano, 7 volte presidente del Consiglio e ministro per 26 mandati, è morto ieri alle ore 12.25 a Roma all’età di 94 anni. I funerali, in forma privata, si svolgeranno oggi alle 17, presso la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, si è offerto di celebrare la messa. E anche il suo predecessore, il decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano. Pareri «È morto Andreotti, il condannato prescritto per mafia» (la deputata grillina Giulia Sarti). «In primo grado fu assolto. In appello parziale ribaltamento della sentenza: fino al 1980 la Corte d’Appello ha ritenuta provata la responsabilità penale dell’imputato per avere commesso il delitto ascrittogli. Chi parla di assoluzione parla d’altro, rispetto alla verità» (Gian Carlo Caselli). «Andreotti che con il suo pragmatismo giunse a stringere accordi con la mafia è morto. L’andreottismo no» (Antonio Ingroia). «Andreotti: il più grande criminale di questo Paese, perché l’ha sempre fatta franca, o il più grande perseguitato» (Roberto Saviano parafrasando Montanelli). «Per lui la mediazione era l’essenza della politica e andava esercitata con tutti, fino alla mafia tradizionale, mentre condusse una lotta senza quartiere contro quella corleonese» (Fabrizio Cicchitto). Pio XII Formatosi nella Fuci legata a Giovanni Battista Montini, il primo Papa che frequentò assiduamente fu Pacelli. Nella sua anticamera scrisse quasi tutta la tesi di laurea: le attese erano lunghe perché Pio XII lo riceveva per ultimo, alla fine delle udienze, per potergli dedicare più tempo. Con il pontefice il giovane politico aveva un rapporto schietto e diretto. Nel 1943 Andreotti manteneva i rapporti con Sinistra cristiana il gruppo di Adriano Ossicini e Franco Rodano, in quel momento incarcerati a Regina Coeli. L’anticomunista Pio XII non guardava certo con simpatia a questo movimento e aveva fatto organizzare una grande riunione di operai nel cortile del Belvedere, in Vaticano. Andreotti si preoccupò che il Papa, ribadendo in quella occasione la condanna verso i comunisti cattolici, potesse aggravare la posizione dei politici prigionieri. «Allora mi permisi di far arrivare un appunto al Santo Padre, pregandolo, per piacere, di non parlare in quell’occasione dei comunisti cattolici. E così fu. Pio XII non ne parlò e qualche giorno dopo, durante un’udienza di universitari, mi domandò: “Andava bene?”, e me lo disse con uno sguardo così severo» (Tornielli, Sta). Campanelli Nel corridoio della casa di Andreotti una mensola di vetro espone alcuni dei campanelli d’argento collezionati dal senatore a vita (Franco, CdS). Menù Vasta anche la collezione di menù raccolti in tutto il mondo (Bardazzi, Sta). Faldoni L’archivio Andreotti: 3.500 faldoni, 600 metri lineari di documentazione, conservati in armadi metallici nei sotterranei dell’Istituto Sturzo, nel cuore di Roma, a due passi da Palazzo Madama. Luciana Devoti, la studiosa che lo conserva, da anni è impegnata nella catalogazione di una mole di materiale diviso in circa mille faldoni tematici e in 2.500 altre buste divise in pratiche numerate dall’1 al 10.560, ricche non solo di documenti ma anche di moltissime foto. Uno schedario con 22mila schede ingiallite, in ordine alfabetico, serviva al senatore e alle sue segretarie per orientarsi nel labirinto di carte. A integrare l’archivio cartaceo sono centinaia di videocassette (anche queste catalogate con cura) e le migliaia di libri della biblioteca personale, anche in questo caso ordinati con annotazioni meticolose (ibidem). Sciocchezze Anni fa chiesero una volta all’allora ministro Andreotti che avrebbe fatto se avesse avuto il potere assoluto. Ci pensò un secondo poi rispose: «Sicuramente qualche sciocchezza» (ibidem). Parlamentari Alla deputata comunista che a Montecitorio gli urlò «presidente, qui fuori stanno picchiando i parlamentari!», rispose: «Mi pare una buona ragione per restare dentro» (Cazzullo, CdS). Vaticano «Giulio è un grande statista. Ma non dell’Italia. Del Vaticano» (Francesco Cossiga) (ibidem). Postumi «Io, in fondo, sono postumo di me stesso» (Andreotti) (ibidem). Libri Autore di best seller: il maggiore successo furono i tre volumi della serie Visti da vicino, editi tra il 1982 e il 1985 da Rizzoli come quasi tutti i libri di Andreotti, cui si aggiunsero poi L’Urss vista da vicino (1988) e Gli Usa visti da vicino (1989). In tutto vendettero oltre mezzo milione di copie. Scalarono le classifiche anche i due volumi intitolati Onorevole, stia zitto, usciti nel 1987 e nel 1992, dove si parlava di battibecchi e incidenti della vita parlamentare: nel complesso oltre 250mila copie. E Il potere logora... Ma è meglio non perderlo (1990) raggiunse quota 150mila. Nel complesso Andreotti pubblicò solo da Rizzoli 39 titoli, per un totale di 96 edizioni e un milione e 600mila copie vendute (Carioti, CdS). Gobba Diceva di non essere «un gobbo naturale»: «Da piccolo ero drittissimo. Diciamo che la mia è una gobba acquisita, per una certa tendenza a stare comodo». Assicurava tuttavia di non averla accentuata per snobismo: «No, questo no. Ma non mi ha mai dato fastidio. Forse se uno è gobbo per davvero è diverso. Ma io non mi sono mai posto questo tipo di problema». In ogni caso ammetteva di «aver avuto spesso il sospetto» che qualcuno fingesse di toccargliela inavvertitamente sperando portasse fortuna. Una volta raccontò: «Durante un viaggio in Egitto, mi feci fotografare in una gara di gibbosità con le dune e un dromedario. Vinse il dromedario» (Stella, CdS). Battute Non c’era occasione che non rovesciasse in una battuta. Gli italiani erano terrorizzati da Chernobyl?: «Il più preoccupato sono io: ho le orecchie a foglia larga». “Panorama” lanciava il gioco «Metti nel sacco Andreotti e vinci un’auto»? Prendeva carta e penna: «Esigo quella macchina: l’unico che può mettere nel sacco Andreotti sono io». Un’audizione parlamentare sul Golpe Borghese tirava in ballo la presenza di «golpisti armati fino ai denti»? Sdrammatizzava: «Preciserei: fino alla dentiera». Lo accusavano di avere incontrato e baciato Totò Riina? Affilava un sorrisetto: «Credo di non aver mai baciato i figli, nella mia vita. E raramente mia moglie. Certo, nei confronti di Totò Riina è stato diverso: per lui l’attrazione è stata più forte di tutto». Imputavano di nefandezze la corrente democristiana che a lui si richiamava? La buttava in ridere: «Sono Andreotti, non lo nego. Ma non sono andreottiano» (ibidem). Epigrafe Disse che sulla lapide voleva scritto soltanto data di nascita e data di morte: « Le parole delle epigrafi sono tutte uguali. A leggerle uno chiede: scusate, ma se son tutti buoni dov’è il cimitero dei cattivi?» (ibidem). Cimitero Si dichiarò alla futura moglie, donna Livia, detta “la Marescialla”, durante una visita al cimitero (Ceccarelli, Rep). Ballo Durante una occasione mondana una signora esuberante lo prese sottobraccio per condurlo su una pista da ballo: «Non ho mai ballato con un presidente del Consiglio», gli disse. Risposta: «Neppure io». E la lasciò in mezzo alla pista (ibidem). Noia Ha raccontato la figlia Serena: «Non ama le vacanze, non ama il mare, non ama le passeggiate, non ama prendere il sole. La verità è che se non fa politica si annoia» (ibidem). Cavalli Ai tempi del liceo s’innamorò delle corse dei cavalli, tanto da collocarle «alla base del mio benessere psicologico: prima il rapporto con la mia famiglia, poi il dono della fede, e poi, non nego, la mia felicità si alimenta anche dell’attenzione allo sport che mi appassiona». Habitué di Capannelle, amante degli ostacoli di Merano, stravedeva per Tony Bin, il purosangue comprato da Gaucci per 12 milioni di lire e poi vincitore di 3 miliardi e dell’Arc de Triomphe. Grande amico del guidatore di trotto Ugo Bottoni soprannominato “l’ammiraglio” (12 scudetti e 4 Derby nel 1941/1963). Una volta al ministero della Difesa annotò: «Appuntamento con l’ammiraglio Bottoni». Uno stuolo di ufficiali in alta uniforme si fece trovare sull’attenti quando si presentò lo sportivo (CdS). Donne Consiglio di Oliviero Toscani contro la violenza sulle donne: «Devono essere più sobrie, dare importanza all’essere più che al sembrare, solo così si possono evitare altri casi di femminicidio. Non si devono truccare, mettersi il rossetto, devono volersi bene per quello che sono» (Rep). Divano Appello del Freud Museum di Londra: il divano nello studio di Sigmund Freud (1856-1939) è ormai cadente, servono fondi per il restauro. Sul divano si stendevano i pazienti in terapia. Per aggiustarlo occorrono circa cinquemila euro (CdS). Rumore La maggior parte dei Comuni italiani sopra i 250mila abitanti e con infrastrutture autostradali e ferroviarie non ha redatto le mappature del rumore e i piani di azione per ridurlo, richiesti dalla direttiva europea 2002/49. Quindi la Commissione europea mette sotto accusa il governo, che avrà due mesi per giustificarsi, prima che si avvii la procedura di infrazione (con costose sanzioni). Elisabetta Ottoz, dicente di economia a Torino calcola che il fracasso cittadino provochi una svalutazione annua degli edifici di 27 euro per ogni abitante che ci vive dentro e un consumo dello 0,35 per cento del pil per cure le sanitarie e il deprezzamento del territorio. Disturbi alla salute: malessere, fatica, cefalee, disturbi di attenzione e concentrazione, difficoltà di apprendimento nei giovani, deficit di memoria, danni all’umore, irritabilità, patologie cardiovascolari (Ciuti, Rep). N°5 Quando Coco Chanel usciva dal Ritz dove abitava per andare in rue Cambon dove lavorava, veniva avvisata un’assistente perché vaporizzasse il N°5 nell’ingresso e sulle scale. La stilista, invece, lo spruzzava sulle braci del camino (Mattioli, Sta). Giornate In un anno ci sono 235 “giornate speciali” (stando solo alle organizzazioni pubbliche italiane o internazionali) per celebrare e onorare qualcosa. Esempi: il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia, il 3 maggio invece si difende la libertà di stampa, il 21 febbraio della diversità linguistica il 7 gennaio giorno in cui si celebra la bandiera o il 27 marzo dedicato al teatro. Poi ci sono le giornate speciali promosse dalle associazioni: più di 400 in un anno. Esempi: la giornata delle rane ad aprile, degli Ufo il 2 luglio, del gatto, delle carrozze trainate da cavalli, dell’aquilone. Anche gli anni possono essere speciali: il 2013 per le Nazioni Unite è dedicato alla quinoa, una pianta originaria delle Ande, ma è anche anno internazionale della cooperazione nel settore idrico. Il 2008 è stato l’anno della patata, dell’igiene e delle lingue (Polchi, Rep).