Paolo Manazza, la Lettura (Corriere della Sera) 05/05/2013, 5 maggio 2013
IL CIELO IN UN DIAMANTE. BLU
Riparo sicuro in periodi di forte instabilità economica e frenesia dei mercati, ricovero auspicato, tradizionale bene rifugio facilmente trasportabile in caso di fughe o spostamenti improvvisi, ma anche immediatamente convertibile in merce o denaro. Sfacciatamente bello.
È facile comprendere gli efficacissimi motivi che sanciscono, nell’attuale mercato dell’arte, il verticale trend del settore dei diamanti. I dati parlano chiaro: tra Christie’s e Sotheby’s — le due case d’aste più importanti — le vendite mondiali di gioielli hanno raccolto 545,8 milioni di dollari nel 2009. Sono schizzate a 845,9 milioni nel 2010. Salite a 980,5 milioni nel 2011. Per riuscire, nel 2012, a sfondare il miliardo (1.028 milioni).
E ora che cosa sta accadendo in questi primi mesi del 2013? Il 24 aprile, a Londra da Bonhams, una delle case d’aste più prestigiose (ma che normalmente non fornisce dati sugli affari), un rarissimo diamante dal colore blu intenso, 5,30 carati, incastonato in un anello modello Trombino griffato Bulgari, era stimato tra 1 e 1,5 milioni di sterline. L’asta è durata dodici minuti. Alla fine è stato aggiudicato sei volte la stima a 6.201.250 sterline, 7,2 milioni di euro: nuovo record mondiale per un diamante blu.
A questo punto le attese si spostano a Ginevra — da sempre capitale dell’alta gioielleria (specialmente a maggio), insieme a New York e Hong Kong. Nella città elvetica i cataloghi delle major scintillano di magnifici esemplari nel segno del classico gusto europeo, da sempre alla ricerca di affascinanti gioielli dell’antica aristocrazia. A Hong Kong (fine maggio e fine novembre) l’offerta si allinea invece al gusto orientale, con esemplari in giada e perle naturali. Mentre a New York (aste ad aprile, giugno e dicembre) spopolano le grandi firme e le pietre incastonate in oggetti preziosi dagli eclettici design.
Il 15 maggio, a Ginevra, Christie’s presenta così un catalogo da brivido con oltre 300 lotti. L’attesa di incassi è di 65 milioni di dollari. Con possibili nuovi record dietro l’angolo, cominciando dal gigantesco diamante a forma di pera di 101,73 carati (236 nella forma grezza). Si tratta di una gemma sensazionale, estratta dalle miniere del Botswana, classificata dal Gemological Institute of America come D colour, Type IIA Flawless gem: caratteristiche presenti in meno del 2% della produzione mondiale di diamanti.
La stima è «a richiesta». Ma si vocifera possa valere intorno ai 30 milioni di dollari: d’altra parte si tratta di un diamante sensazionale con i suoi 4,1 centimetri di lunghezza e 2,5 di larghezza, costato 21 mesi di lavoro a un maestro tagliatore, che «regalerà» all’acquirente anche l’onore di potergli scegliere il nome. Tra le gemme colorate spicca «La Stella del Kashmir», un bellissimo zaffiro dal colore blu di 19,88 carati incastonato su un anello (stima 2,5-3 milioni di dollari) e un altro anello con uno smeraldo colombiano, di 23,28 carati (1,3-1,8 milioni di dollari). Il giorno prima, martedì 14 maggio, il catalogo ginevrino di Sotheby’s presenterà invece 23 gioielli, firmati Bulgari, appartenuti a Gina Lollobrigida. Oltre a un yellow diamond di quasi 75 carati (1,4-1,8 milioni di dollari) in arrivo dalla collezione del sultano Ahmad Shah Qajar (1898-1930).
Ma la febbre dei gioielli contagia anche il mercato italiano. Dal 20 al 24 maggio la galleria Carlo Orsi di Milano, via Bagutta, ospita «Eco e memoria. Gioielli di Dimitri Pantazopoulos»: in mostra anche un pendente in pasta vitrea con l’immagine di Alessandro Magno (fine XIII secolo) montata in oro con sei zaffiri colorati e un rubino. Sempre a Milano la neonata casa d’aste International Art Sale ha appena incassato 1,2 milioni di euro in una sera. Gianfranco Saccucci, titolare, spiega: «Oltre alle gemme di assoluta qualità, il vero successo arriva da perle singole e da collane di perle naturali d’acqua salata. E i migliori compratori sono di nazionalità indiana o araba».
Paolo Manazza