Notizie tratte da: Pasquale Chessa # L’ultimo comunista. La presa del potere di Giorgio Napolitano # Chiarelettere 2013 # 13,90 euro., 6 maggio 2013
LIBRO IN GOCCE NUMERO 78
(Pasquale Chessa, «L’ultimo comunista. La presa del potere di Giorgio Napolitano»)–
(vedi anche biblioteca in scheda 2235851
e database libro in scheda 2236290)
Napolitano, vita di un Presidente
Clio
Clio Bittoni, figlia del farmacista antifascista e comunista Amleto Bittoni, sindaco di Chiaravalle (Ancona) dopo la liberazione, e di Diva Campanella, socialista. Nata il 10 novembre 1934, fin da piccola andava in sezione con la madre. Conobbe Giorgio Napolitano a Napoli, poi si ritrovarono a Roma, dove lei divideva una stanza con una collega durante la pratica da avvocato. «Ha cominciato a invitarmi a cena. Allora la mia famiglia diceva: “L’ha presa per fame”». Già deputato e considerato «di belle speranze», da fidanzati andarono in montagna insieme «naturalmente con un’organizzazione dell’Emilia Romagna: al ritorno andammo a trovare Giorgio Amendola che si trovava a Venezia forse per la mostra del cinema, poi scendendo siamo andati nelle Marche, dove gli ho presentato i miei, che vivevano già a Napoli ma erano in vacanza lì». Si sposarono che lei aveva 25 anni e lui 34, a Roma nel 1959: matrimonio laico, giusto qualche foto di rito sulla scalinata del Campidoglio. Viaggio di nozze con treno e corriera a San Gimignano.
Fortuna
«Glielo dico sempre: “Tu hai avuto fortuna, perché qualsiasi persona avessi incontrato ti saresti sposato”; era proprio il momento giusto, in cui uno sente il desiderio di avere una famiglia, un figlio» (Clio Bittoni).
Madre
La madre di Napolitano, preoccupata per lo stile di vita un po’ troppo comunista della nuora. Contrariata anche dal di lei rifiuto di battezzare il figlio Giovanni.
Applausi
19 maggio 1994, la Camera riunita per votare la fiducia al governo Berlusconi. Presidente è Irene Pivetti. Napolitano, rieletto deputato, prende la parola: «Siete chiamati a governare, ma non potete giustificare qualsiasi intento con la formula “il popolo l’ha voluto”». Critica le ipotesi di modifica costituzionale, parla di nuove leggi per equilibrare i poteri, ammonisce contro la dittatura della maggioranza. Poi tace. Prima ancora che si sieda, annota lo stenografo in aula, «il presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi si reca al banco del deputato Napolitano e si congratula con lui. Vivissimi, generali applausi».
Presidente
D’Alema, nel 2006, rinunciando alla candidatura per il Quirinale: «Volevate uno che non ha responsabilità politiche? Eccovi Napolitano».
Citazioni
Napolitano nelle biografie di Togliatti non è mai citato. Paolo Spriano lo nomina una sola volta in una nota a pie’ pagina alla fine dell’ultimo dei suoi volumi della «Storia del Partito comunista» (Einaudi). In quello successivo della stessa opera, di Renzo Martinelli, Napolitano non c’è. Negli ultimi due volumi della «Storia d’Italia» di Sabbatucci e Vidotto (Laterza) figura una sola volta nel testo e un’altra in nota.
Coniglio
«Il suo stemma araldico dovrebbe essere un coniglio bianco in campo bianco» (Giuliano Ferrara).
Laterale
«Giorgio Napolitano era ed è un protagonista laterale […], la sua tonalità preferita è quella sobria di chi affronta con sobrietà i cambiamenti» (Edmondo Berselli).
Prerogative
«In questi sei anni di Quirinale ho potuto meglio comprendere come il Presidente della Repubblica italiana sia forse il capo di Stato, tra quelli dei Paesi europei, dotato di maggiori prerogative» (Giorgio Napolitano a Eugenio Scalfari, 5 luglio 2012).
Malaparte
Avvicinatosi al comunismo, nel 1944 porta a Curzio Malaparte, allora residente a Capri, la rivista «Latitudine». Annota Malaparte: «Alle 11 è venuto a trovarmi Giorgio Napolitano. Un giovane molto intelligente».
Berlinguer
Bisognava decidere il successore di Longo alla segreteria del Pci (anno 1980), e Napolitano era in corsa. Allora Amendola gli disse: «Per dirigere il Pci, occorre avere una forte esperienza e un prestigio internazionali. Berlinguer s’è fatto le ossa al tempo della federazione mondiale giovanile e da anni è presente in difficili missioni all’estero con fermezza e misura. Tu, caro Giorgino, quest’esperienza non ce l’hai».
Serra
Nel 1988, dimessosi Natta per problemi di salute, si pone il problema di scegliere il nuovo segretario del Pci. Su «Tango», inserto satirico dell’«Unità», Michele Serra propone di far scegliere agli elettori il nuovo segretario e compila schede di tutti i possibili candidati. Di Napolitano scrive: «Gradito ai socialisti, gradito agli intellettuali modernisti, gradito alla Nato, gradito a Salvatore Veca, gradito agli imprenditori liberal, se fosse gradito anche ai comunisti sarebbe segretario già da un pezzo».
Notizie tratte da: Pasquale Chessa, «L’ultimo comunista. La presa del potere di Giorgio Napolitano», Chiarelettere, euro 13,90