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 2013  maggio 04 Sabato calendario

RENZI: “IO SARÒ LEALE CON LETTA MA È PREMIER GRAZIE A UNA SCORCIATOIA”

DAL NOSTRO INVIATO
DOGLIANI — Il miglior pregio di Enrico Letta è il grande equilibrio, il peggior difetto è che è pisano ». Matteo Renzi, a Dogliani per il faccia a faccia con Giovanni Minoli al Festival della Tv e dei new media che si svolge sulle colline delle Langhe, salva il premier ma fino a un certo punto: «È diventato premier attraverso una scorciatoia, l’ha ammesso lui», mentre «io speravo di fare il premier passando attraverso le primarie, e non le scorciatoie». Però Letta è una persona autorevole, dice il sindaco di Firenze «e credo che abbia fatto bene a partire dal giro europeo. Sono leale con lui come lo sono stato con Bersani». Le critiche più pensati sono per il suo partito. Il Pd ha mancato un rigore, una grossa
occasione sprecata, tutta la campagna elettorale è stata uno sbaglio: «Mentre Grillo portava in piazza 800mila persone, noi eravamo in un teatro a dire che avremmo smacchiato il giaguaro », ironizza riferendosi alla sicurezza ostentata alla vigilia delle elezioni da Pier Luigi Bersani durante l’incontro al Teatro Regio di Torino in occasione del convegno con i socialisti europei organizzato da D’Alema. E se la successiva disgregazione del partito «non è solo colpa di Bersani, lui però ci ha messo del suo».
«Serviva Matteo Renzi?», è la provocazione di Minoli. «No, serviva il Pd», replica secco il rottamatore. Il governo Letta è un governo monocolore democristiano?, incalza il giornalista. «Questa è carina», risponde Renzi. Che poi ci aggiunge una battuta:
«Anche io lo sono». Anche sul conflitto d’interessi arriva una staffilata: «La legge non si farà se Berlusconi non lo vuole perché non ci sono i numeri, ma il punto è che bisognava vincere le elezioni. D’altronde quando la legge si poteva fare l’abbiamo sempre rimandata». Il Cavaliere è il fantasma continuamente evocato nell’intervista. Berlusconi è il miglior politico che c’è in circolazione, come ha detto Mario Monti da Lilli Gruber? Minoli provoca e Renzi ribatte: «No, non ha saputo dare un futuro a questo Paese. Semmai è il migliore a fare la campagna elettorale ». Berlusconi deve essere mandato in pensione, non in galera, è la tesi del sindaco di Firenze.
E al pubblico di Dogliani, che lo ha accolto fra gli applausi e ha riempito al piazza centrale del paese, invitando Renzi a farsi avanti, risponde deciso negando di essere interessato a guidare il Pd. «A questo giro non mi candido. Vedo che ci sono nomi in campo ma non mi interessa questo. In questi mesi sono stato candidato a tutto ma non credo di essere adatto a tutto. Io credo che le idee valgano più degli uomini e credo in un partito più liquido che solido». Neppure sulla presidenza dell’Anci dopo Del Rio dice di essere sicuro: «No so
se guiderò l’associazione dei Comuni ». Non ha cambiato idea su D’Alema e sulla rottamazione: H«o fatto una battaglia, che rifarei domattina, perché nel Pd i leader si rendessero conto che il clima stava cambiando. Poi ci sono rimasti Fioroni e Bindi invece di Veltroni e D’Alema, non un grande affare».
Un botta e risposta scoppiettante. Minoli non trascura il tema del rapporto con la Germania dominante. «I sacrifici si fanno perché c’è li chiedono i nostri figli, non perché c’è lo chiede la Merkel», dice Renzi. Non meno importante il tema delle risorse. «Letta troverà i soldi necessari, ma mettiamo almeno come priorità un miliardo per la non autosufficienza che pesa sulle famiglie. Mi sembra impossibile che questo non si possa fare». Da Dogliani anche un giudizio su Elsa
Fornero. Un ministro da rottamare?: «Credo che sia stata un buon ministro ma sugli esodati ha senza dubbio sbagliato». C’è anche spazio per una autocritica. Probabilmente ironica anche quella: «Sono arrogante, antipatico e ho fatto un sacco di sbagli».
Alle parole del sindaco di Firenze replica in serata Stefano Di Traglia, uomo di Bersani nella segreteria nazionale del Pd: «Non so se fra sconfitta politica e capacità di comunicare ci sia sempre una relazione — dice — Proprio per questo consiglierei a Matteo Renzi un po’ di umiltà e gli direi di essere parco nelle sentenze. Le primarie le ha perse». Dal centrodestra è Maria Stella Gelimini a prendere le difese del Cavaliere: «Semmai è Berlusconi che ha mandato in pensione molti leader del Pd».