FRAMMENTI 5/5/2013, 5 maggio 2013
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "IUS SOLI"
(cerca IusSoli in Argomenti1)
Si polemizza molto sul maggior rigore che si deve avere verso i flussi dei clandestini, ma forse la vera questione politica riguarda lo ius soli (che in Italia non è previsto) e lo ius sanguinis: un tema su cui il nostro paese è in netto ritardo rispetto al resto d’Europa. Fini è a favore dello ius soli (oggi ci vogliono dieci anni di residenza per gli immigrati regolari, mentre i figli degli immigrati nati in Italia diventano italiani solo al diciottesimo anno di età) ed è anche a favore del diritto di voto, almeno amministrativo, sempre per gli immigrati regolari. Bossi si oppone senza se e senza ma. In Italia però ci sono quattro milioni di stranieri che potrebbro modificare la base sociale dell’elettorato. Lei, presidente del consiglio, non ha ancora preso una posizione netta: vorrebbe rendere più veloce l’iter per la cittadinanza italiana e inoltre concedere loro il diritto di voto?
Il Foglio 12/9/2009
[Fini] «Non credo personalmente che il cosiddetto ius soli possa essere automaticamente riportato nel nostro ordinamento. Credo che un bambino che nasce qui o arriva qui a uno o due anni, se rimane in Italia ininterrottamente fino al compimento degli 11 anni e se frequenta la scuola elementare, sia meritevole, se chi esercita la patria potestà lo richiede, di vedersi riconosciuto il titolo di cittadino italiano senza attendere che maturi il 18esimo anno di età».
Vladimiro Polchi, la Repubblica 9/10/2009
Uno schema che definirei di ”cittadinanza ospite”, là dove il primo termine segnala il diritto alla piena equiparazione sociale dell’immigrato e il secondo, la temporarietà della sua permanenza in Italia. Temporarietà, si badi bene, non da imporre, ma semplicemente da riconoscere come caratteristica intrinseca al fenomeno migratorio reale, non a quello da Libro Cuore a cui dissennatamente si fa sempre riferimento.
Temporarietà esistente, operante, cui si deve fare riferimento quando si ipotizza l’abbandono dello ius sanguinis a favore dello ius soli, così come per tutte le leggi e gli interventi amministrativi (per fornire la pensione in patria di questo c’è bisogno e grazie all’informatica questo è possibile fare) da mettere in atto. Temporarietà, qui è il problema, di medio-lungo periodo, che però costituisce l’aspetto strutturale dell’immigrazione, esattamente all’opposto di quanto si crede.
Carlo Panella, Il Foglio 29/10/2009
Fini è quello del voto agli immigrati, della cittadinanza a 11 anni, dello ius soli.
Vladimiro Polchi, la Repubblica 22/11/2009
Ma il cancelliere Schröder aveva deciso di introdurre lo ius soli, anche per uniformarsi agli ordinamenti europei, e senza saperlo aveva rivoluzionato pure la nazionale di calcio. In Turchia era scoppiata una mezza sommossa, con i parlamentari nazionalisti che accusavano Özil di tradimento, mentre i politici liberal in Germania lo difendevano.
P. Mas., La Stampa” 25/6/2010
Si può o no essere d’accordo con Giorgio Napolitano sull’invito poco implicito a passare allo ius soli in luogo dello ius sanguinis in tema di cittadinanza; però, il suo intervento di ieri ha rappresentato l’ennesima intromissione nelle competenze e nelle prerogative del Parlamento.
Cesare Maffi, Italia Oggi 23/11/2011
In paesi come Francia, Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, vige lo ius soli: è cittadino chi è nato sul suolo nazionale. In Italia la sensibilità su questi temi è scarsissima e solo recentemente, dopo le parole del presidente Napolitano («Una follia che i figli di immigrati nati in Italia non abbiamo la cittadinanza», fine novembre) si è cominciato davvero a parlarne.
Una situazione paradossale: sull´altare della tutela dei vivai vengono giustiziate le aspirazioni di trentamila ragazzi.
Cosimo Cito, la Repubblica 4/1/2012
[Andrea Riccardi] “Il discorso della cittadinanza agli immigrati è importante, ma deve maturare nelle coscienze del paese e delle forze politiche: bisogna procedere in modo condiviso; coraggioso ma condiviso”. E’ un’idea ancora percorribile? “Spero di sì. La mia idea è di lavorare per arrivare a concedere la cittadinanza ai bimbi nati in Italia. Non penso a uno ius soli o ius sanguinis, penso invece a uno ius culturae. Chi nasce in Italia diviene parte della nostra cultura e questa cosa gli va riconosciuta. Da ministro ho visitato una scuola nel napoletano. C’erano tantissimi bambini figli di ucraini nati in Italia. Ho chiesto loro: ‘State imparando l’italiano?’. Mi hanno risposto: ‘Lo sappiamo già. Stiamo cercando d’imparare l’ucraino dei nostri genitori’”
Paolo Rodari, Il Foglio 14/1/2012
Da sempre il diritto di cittadinanza è fondato sui due principi del ius soli (diventi cittadino di dove nasci) oppure del ius sanguinis (mantieni la cittadinanza dei tuoi genitori). Vorrei proporre un terzo principio: la concessione della residenza permanente trasferibile ai figli, ma pur sempre revocabile. Chiunque entri in un Paese legalmente, con le carte in regola e un posto di lavoro non dico assicurato ma quantomeno promesso o credibile, diventa residente a vita (senza fastidiosi e inutili rinnovi). In attesa di scoprire quanti saremo, se li possiamo assorbire o meno, questa formula dà tempo e non fa danno. Certo, se un residente viene pizzicato per strada a vendere droga, a rubare, e simili, la residenza viene cancellata e l’espulsione è automatica (senza entrare nel ginepraio, spesso allucinante, della nostra giurisprudenza).
Giovanni Sartori, Corriere della Sera 26/1/2012
[Grillo] dalla posizione sulla cittadinanza agli immigrati (il comico genovese ha bocciato la proposta di riforma per introdurre lo ius soli, attirando anche molte critiche degli stessi grillini)
FRANCESCA SCHIANCHI SULLA STAMPA 15/4/2012
A Grillo non mancano i bersagli, clamoroso l´ultimissimo: «Usciamo dall´Euro e non paghiamo il debito pubblico». Intanto diversifica gli investimenti nell´Italia delle mille rivolte, blandisce i tassisti, sfotte le tasse, boccia lo ius soli per i figli degli immigrati. A Bologna una consigliera romena cinquestelle si dimette per protesta, ma a Legnano, Padania profonda, il candidato Daniele Berti fa campagna contro il campo Rom.
Michele Smargiassi, la Repubblica 20/4/2012
Ma il merito storico del ministro Otto Schily è probabilmente un altro: la nuova legge sulla cittadinanza che ha eliminato lo ius sanguinis, anacronistica eredità del Reich guglielmino, introducendo lo ius soli. Dopo Schily, chiunque sia nato in Germania può diventare cittadino tedesco. «Una moderna democrazia deve darsi regole moderne per l’immigrazione e la cittadinanza: noi lo abbiamo fatto, eliminando il diritto di sangue e regolando in modo realistico ma aperto le regole sull’immigrazione».
Paolo Valentino, la Lettura (Corriere della Sera) 08/07/2012
La regolina sta lì, nella quarta pagina del «Non-statuto » dei Cinquestelle: «Il MoVimento è aperto ai cittadini italiani maggiorenni».
Malabarba, Libero 29/7/2012 [contestata da "Cento in movimento"]
Gli Stati Uniti tassano il reddito dei cittadini e dei residenti ovunque si produca nel mondo. In questo caso lo ius soli, che dà la cittadinanza a chiunque nasca su suolo americano, anche se per caso, può essere una complicazione. Ci possono essere cioè cittadini che non si considerano americani, ma risultano ugualmente debitori del fisco a stelle e strisce.
Alessandra Nucci, Italia Oggi 8/8/2012
Ius soli,
cioè diritto di nascita, o
Ius culturae,
come lo ha ribattezzato lo stesso ministro Riccardi soltanto due giorni fa, ammettendo
però di essere deluso. «Il governo tecnico non aveva nel programma la cittadinanza dei minori stranieri, tema che spetta al Parlamento e sul quale non c’è né armonia né condivisione. Però tra le forze politiche si era formata una maggioranza che sosteneva i diritti dei bambini immigrati, ma questa maggioranza — precisa con amarezza il ministro — non se l’è sentita di andare fino in fondo. E per me tutto ciò è motivo di rammarico, la sensazione di quanto la politica spesso sia chiusa nel Palazzo e lontana dai problemi della gente».
Maria Novella De Luca, la Repubblica 22/11/2012
Indignati, plaudenti e scontenti
Chi avrà di certo apprezzato il discorso di Napolitano sono “i giovani indignati” sollecitati alla piena partecipazione democratica, i carcerati reclusi in condizioni di “inciviltà angosciante” e gli extracomunitari che aspirano allo ius soli (è la prima promessa elettorale del Pd bersaniano).
Alessandro Giuli, Il Foglio 2/1/2013
È il lavoro che ha appena concluso Marta Cordini, giovane ricercatrice della Fondazione Moressa, che da questo gioco delle carte d’identità ha capito molte cose. Anche sul desiderio di ottenere la cittadinanza italiana, che resta comunque meta per pochi (0,8 per cento). Il desiderio di diventare cittadini italiani è un altro tratto che descrive il profilo dei nuovi abitanti: la comunità più numerosa è quella romena, ma in cima alla lista di chi ha chiesto e ottenuto la cittadinanza ci sono i marocchini (6.952 nel 2010) e gli albanesi (5.628). Perché sono arrivati da più tempo in Italia, e quindi hanno raggiunto per primi i requisiti per presentare la domanda (innanzitutto i dieci anni di residenza). E anche perché sono più motivati a diventare cittadini europei e a conquistare mobilità all’interno delle frontiere dell’Unione, rispetto a chi viene dalla Romania che dal 2007 è nella Ue. Ancora, più spesso presentano i documenti i sudamericani (i peruviani sono quarti, seguiti dai brasiliani) perché in alcuni casi riescono a risalire ad avi italiani e a beneficiare dello ius sanguinis (italiano chi è discendente di italiani).
Per le seconde generazioni, invece, qualunque formula di ius soli (italiano chi nasce in Italia) venga introdotta nel nostro ordinamento, già si segnalano delle diversità interessanti. A fare più bambini sono ancora marocchini, tunisini e indiani. Pochi, invece, i figli per le ucraine, le moldave e le polacche. «Perché i modelli migratori sono diversi», spiega la ricercatrice. Africani e asiatici chiamano spesso in Italia mogli e bimbi con i ricongiungimenti e si insediano qui con tutta la famiglia. Le donne dell’Est arrivano spesso da sole, in età più matura, mariti e figli rimasti in patria, anni e anni di fatica e di soldi accumulati con l’idea poi di tornare indietro. Tra la crisi e i nuovi modelli culturali, però, asiatiche e africane stanno cominciando a fare meno bambini, e in stagioni sempre più avanzate, come le italiane. Alla fine, in tempi lunghi, i profili sono destinati a sovrapporsi.
Alessandra Coppola, la Lettura (Corriere della Sera) 10/02/2013
«Io sarei l’Obama italiana? Non riesco ancora a realizzarlo, però devo confessare che non mi dispiacerebbe. Dopotutto io e il presidente americano combattiamo le stesse battaglie. Io mi impegnerò per introdurre lo “Ius soli”, il diritto di cittadinanza per tutti i figli degli stranieri nati in Italia, e per superare la Bossi-Fini». (Cécile Kyenge Kashetu)
Francesco Moscatelli, La Stampa 28/4/2013
Bel viso tondo, sorridente, le R dolcemente alla francese, sa quel che vuol fare. «Prima cosa, ius soli». Vuol dire cittadinanza italiana ai figli di immigrati. «Chi nasce e cresce in Italia deve essere italiano». (Cécile Kyenge Kashetu)
Da ministro, Kyenge ha già le sue idee, molto chiare. Una legge sull’immigrazione che superi la Bossi-Fini, norme «che contrastino efficacemente la violenza sessista, razzista, omofoba e di qualsiasi altra natura», nessuna apertura (che qualcuno le ha attribuito) a ingressi indiscriminati, ma «dare valore a chi è sul territorio». Prima di ogni altra iniziativa, però, è già stata depositata alla Camera con la sua firma la proposta di legge sulla riforma della cittadinanza: «La priorità è lo ius soli — dice —, italiano chi è nato e cresciuto in Italia». Il suo ministero comincerà con un’attenzione speciale alle seconde generazioni.
Alessandra Coppola, Corriere della Sera 28/04/2013
##Il ministro Kyenge: subito legge sullo ius soli
• Il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, ospite della trasmissione di Lucia Annunziata In mezz’ora, ha annunciando un decreto legge nelle prime settimane di governo sul diritto di cittadinanza da concedere in base alla nascita sul “suolo” (il territorio dello Stato) e non in base al “sangue” (i genitori). Come
testimonial del diritto alla cittadinanza per chi nasce in Italia, il ministro Kyenge vedrebbe con favore Mario Balotelli, nato a Palermo da genitori ghanesi, adottato da una famiglia bresciana e diventato cittadino italiano solo con il compimento dei diciott’anni di età. [Zunino, Rep]
##Clandestini e ius soli, Pdl contro Kyenge
• Il primo ministro nero della storia italiana ha poi dichiarato che il reato di immigrazione clandestina va abolito: «Su questo lavorerò con il ministro dell’Interno Alfano». Le sue parole hanno provocato reazioni indignate del Pdl, che attraverso Renato Schifani ha chiesto al premier Letta di invitare i suoi ministri a una «maggiore cautela» evitando «i proclami solitari». In serata il presidente del Consiglio ha risposto spiegando che sulle questioni extra-fiducia — tra cui lo “ius soli”, appunto — sarà difficile trovare accordi. «Non prometto miracoli a nessuno, sono consapevole delle difficoltà», ha detto Letta intervistato a Che tempo che fa: «Il tema della cittadinanza mi sta a cuore, ma so che per le materie fuori dal discorso che ha avuto la fiducia servono discussioni e non è scontato che ci siano intese». [Zunino, Rep]
• La legge italiana sulla cittadinanza del 1992 è basata sullo ius sanguinis Se passasse il principio dello ius soli la cittadinanza italiana spetterebbe a 80 mila bambini stranieri natI nel nostro Paese solo nell’ultimo anno. A fare i conti è la fondazione Leone Moressa. Polchi (Rep): «Nelle culle italiane, nell’ultimo anno sono nati 79.261 bambini con genitori stranieri: dal 2002 la loro incidenza sul totale dei nati è passata dal 6,2% al 14,5%. Questo vuol dire che se già valesse lo ius soli, il 14,5% dei nuovi cittadini italiani sarebbe figlia di immigrati. Oggi i bimbi stranieri, considerando anche coloro che sono nati all’estero, sono quasi un milione (il 10% dei minori, 7 punti in più del 2002). Ma se consideriamo solo le seconde generazioni, vale a dire coloro che sono nati in Italia, ci fermiamo a quota 730mila: un esercito di giovani italiani, se da sempre nel nostro Paese si applicasse lo ius soli».
RASSEGNA STAMPA 6/5/2013