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 2013  maggio 05 Domenica calendario

ROMA —

Secondo il coordinatore Pdl di Bolzano, Michaela Biancofiore non è stata rimossa, ma promossa. Da sottosegretario alle Pari opportunità a sottosegretario alla Pubblica amministrazione e semplificazione. Fonti di Palazzo Chigi fanno filtrare, invece, che per Michaela questa «è l’ultima chance». Ha violato, infatti, l’invito alla sobrietà che il nuovo presidente del Consiglio aveva rivolto al suo governo. Il Pdl la difende a testa alta. Il capogruppo alla Camera, Brunetta, suggerisce caldamente a deputate e deputati di fare quadrato su di lei, sulla delegazione del partito al governo, sulla composizione del governo nel suo insieme.
Michaela Biancofiore. Una «biondona», secondo la definizione di Enzo Biagi. Lei ha la mamma romana e il papà pugliese, che la fece nascere a Bolzano, dove l’aveva portato il lavoro di cancelliere del tribunale. Si iscrive a Forza Italia nell’anno dell’esordio, 1994. Dice di appartenere alla «Berlusconi generation». Prima di entrare in contatto con il capo del partito («Berlusconi è come una rockstar», sostiene) lavora con Franco Frattini. Da consigliera provinciale si batte per i diritti degli italiani in Alto Adige, propone una legge per il tricolore obbligatorio su ogni maso.
Ieri ha parlato con più giornali ed è stata, solo per questo, poco «sobria». Ma Michaela è schietta, troppo, per la delega alle Pari opportunità. Gay che «si autoghettizzano», che «non condannano i femminicidi». Dice no alle nozze gay, ma sì alle unioni civili, secondo la linea di Berlusconi, perché «le elezioni le ha vinte Silvio, non la componente cattolica del Pdl».
Sul tema, però, già era stata rievocata un’intervista tv del sottosegretario Michaela a Klaus Davi, lo scorso gennaio. Lei si raccontava «dispiaciuta» per aver rifiutato un bacio da una donna omosessuale e di averle dato piuttosto la mano. Dispiaciuta perché «le persone gay non sono diverse da noi». Aveva aggiunto che «le donne con la D maiuscola vogliono uomini con la U maiuscola».
Una carriera, quella di Michaela, con momenti di clamore. Quando, per esempio, consigliere provinciale, promuove una proposta di legge ecologista: «Contributi per la sostituzione dei vecchi tagliaerba a benzina in nuovi elettrici o a spinta». Quando propone politiche di sostegno per l’arrivo in Alto Adige di lavoratori dal «nostro Sud», invece degli extracomunitari.
«Amo l’Amore con la maiuscola», ha proclamato, anche in questo vicina a certe dichiarazioni che fece Berlusconi sul Partito dell’Amore, all’indomani dell’attentato che subì a piazza del Duomo. Dopo quell’evento (fine 2010), Michaela gli porta una torta ad Arcore per festeggiare il suo (di Michaela) compleanno. Tutto comincia nella primavera 2005, quando lei sale sul palco a Bolzano con Berlusconi, ci sono dei fischi e lui alza la mano con il dito medio in evidenza. Lei lo segue a ruota («Prova di un rapporto simbiotico»).
Unica incrinatura, maggio 2011, quando minaccia di uscire dal Pdl unita a Scajola e Micciché, per colpa di quell’«incapace di Gasparri». Ieri Gasparri è addirittura intervenuto in suo favore: «Non ho trovato che abbia detto frasi sconcertanti».
Andrea Garibaldi
agaribaldi@corriere.it