Antonella Piperno, Panorama 2/5/2013, 2 maggio 2013
VE LA RACCONTO IO LA VERITÀ SU ROMA
Sindaco Alemanno, in questa campagna elettorale per il suo secondo mandato la stanno facendo arrabbiare parecchio. Il remix con il suo «La dovete finire di dire balle su Roma» urlato in tv spopola in Rete.
Mi diverte molto. Coglie la mia ribellione contro questa campagna mediatica.
I suoi oppositori strumentalizzeranno pure la sparatoria davanti a Palazzo Chigi per ribadire che Roma è insicura?
Ormai prendersela su tutto con il sindaco di centrodestra fa ridere, sul web circolano pure battute tipo: «Piovono meteoriti in Russia, colpa di Alemanno». Ma, rispetto alla ex giunta Veltroni, i reati a Roma sono diminuiti del 14 per cento. Il 28 aprile la sicurezza ha funzionato perfettamente, i carabinieri hanno disarmato Luigi Preiti in pochi secondi. Le responsabilità vanno cercate altrove: è ovvio che il M5s non vuole predicare violenza, ma Beppe Grillo sta sullo scenario politico con gli stessi toni che usava da comico. In teatro erano battute, in un comizio diventano macigni pericolosi.
La disturba che in questo governo di larghe intese tra i ministri Pdl manchi la componente ex An?
Sono etichette superate. Questo governo ha una connotazione storica. Ci hanno messo la faccia politici veri. E impedirà di vedere il bipolarismo in termini di odio e rivalità assoluta.
I toni tra lei e Ignazio Marino, suo avversario Pd alle comunali del 26 e del 27 maggio invece sono molto accesi, da Barbara D’Urso avete sfiorato la telerissa.
Alle sue balle bisogna pur reagire. I sondaggi dicono che ci contenderemo la poltrona di sindaco al ballottaggio. Partiamo in 22 ma sarà di fatto una gara a quattro: io, Marino, Alfio Marchini e il candidato sindaco dei Cinquestelle Marcello De Vito.
Ha ribattezzato Marino «il marziano dell’Illinois ».
Considero marziani tutti e tre i miei sfidanti. Marchini ha passato anni a giocare a polo in giro per il mondo, De Vito è un avvocato neofita della politica. Marino si è occupato a lungo di trapianti a Pittsburgh, tant’è che mi ha proposto un confronto in inglese. Di Roma sa poco, ma ha dietro il grande apparato del Pd: sta cercando di rimettere in moto la cappa mediatica che per cinque anni ha cercato inutilmente di mettermi sul banco degli imputati sorvolando sul buco di bilancio di oltre 12 miliardi di euro che la sinistra ci ha lasciato in eredità. Per ristabilire la verità ho fatto stampare l’opuscolo «Abbiamo salvato Roma»: certifica pure che negli ultimi due anni abbiamo risparmiato 460 milioni di euro.
Marchini ha detto che se sarà eletto si dimezzerà lo stipendio. Lo farà anche lei?
Lui, discendente di una famiglia di grandi costruttori, se lo può permettere, io no. Da quando sono sindaco guadagno, senza contributi né pensione, neanche un terzo di un deputato o di un consigliere regionale. Sono la parte economicamente debole della famiglia.
In famiglia come hanno preso la sua candidatura bis?
Mia moglie (Isabella Rauti, figlia di Pino, padre storico della destra missina, ndr) mi ha obbligato a sostituire la foto che, a inizio mandato, mi ritraeva con lei e nostro figlio Manfredi, da Papa Ratzinger. Non mi riconosceva più: avevo tutti i capelli neri, in cinque anni sono invecchiato di dieci. Il mio mestiere è affascinante ma totalizzante. Non puoi neanche andare al bar senza che qualcuno ti parli dei suoi problemi, dalle buche stradali in su.
Sotto casa sua, alla Balduina, le buche ci sono?
Nella mia strada, privata, sono state chiuse. Ma basta uscire e ci sono. Purtroppo il patto di stabilità e i tagli della spending review hanno azzerato i fondi dei comuni, tutti nei guai per la manutenzione delle strade e delle scuole. Se devo scegliere preferisco dare la priorità alle seconde.
In questi cinque anni quale successo vorrebbe incorniciare?
Sul piano istituzionale la riforma che ha dato nuovi poteri a Roma capitale. Dal punto di vista urbano il salvataggio del Pincio, che con Walter Veltroni rischiava di essere sventrato da un parcheggio sotterraneo. Vado fiero anche del fatto che Roma sia stata il laboratorio del governo per l’Imu: grazie alla revisione delle rendite catastali che ci ha reso 116 milioni di euro, non faremo pagare l’Imu a chi ha un basso reddito, circa un terzo delle famiglie. Indipendentemente dalle decisioni del nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta. Stiamo lavorando anche per un fisco più giusto con un referendum online su Equitalia: a luglio scade la concessione, chiederemo ai romani se vogliono che si rinnovi o ci si affidi a una società concorrente.
La giornata che vorrebbe cancellare?
Quella della polenta e pajata con Umberto Bossi, nel 2010. Fu davvero di cattivo gusto. Doveva sancire la riconciliazione tra padani e romani. Pochi mesi dopo invece eravamo ai ferri corti, e lo siamo ancora perché quando sono in gioco gli interessi di Roma non faccio sconti a nessuno.
Non è stata felice neanche la giornata in cui è stato arrestato Riccardo Mancini, ex ad dell’Ente Eur...
Abbiamo piena fiducia nella magistratura e non bisogna dimenticare che la gara sui filobus sulla quale si sta indagando fu bandita dalla giunta Veltroni che formò anche la commissione aggiudicatrice. Così come non bisogna dimenticare le indagini della Corte dei conti sui disastri della sinistra come il buco di bilancio, l’Ama in Senegal, i derivati e il palazzo acquistato da Nicola Zingaretti alla provincia. Lasciamo lavorare i magistrati, poi vedremo di chi sono le responsabilità.
Intanto lei si arrabbia in tv. Ma è così anche a casa?
Lì sono un agnellino. Quando ci siamo sposati ho dovuto promettere a mia moglie che avrei mantenuto la calma. Ad avvelenare il clima ci pensano il certosino Bizet e il bracco Drake. Non hanno imparato a convivere come altri cani e gatti. E la casa è divisa in due, tipo Muro di Berlino.