Alessandro Oppes, il Fatto Quotidiano 24/4/2013, 24 aprile 2013
SPOSATI E CON FIGLI ORA I GAY FRANCESI SONO COSÌ
La Francia è da ieri il 9° paese europeo (il 14° al mondo) a riconoscere i matrimoni omosessuali, ma uno dei pochi ad ammettere anche l’adozione per le coppie dello stesso sesso: una scelta con la quale François Hollande, che si è avvalso - e non ne ha fatto mistero - della preziosa consulenza di José Luís Rodríguez Zapatero, ha deciso di trasferire anche a Parigi gli stessi principi che avevano ispirato la legge varata dall’esecutivo socialista spagnolo il 30 giugno 2005. Il voto dell’Assemblée Nationale sul testo definitivo della norma è stato senza storia (331 favorevoli e 225 contrari) grazie alla maggioranza assoluta di cui gode il Ps, ma la frattura resta, ed è legata proprio alla forte divisione della società sul tema delle adozioni. Lo confemano anche i sondaggi: l’ultimo, realizzato la settimana scorsa dall’istituto Bva per Le Parisien/Aujourd’hui en France, rivela che se il 58% dei cittadini sono favorevoli alle nozze gay, il 55 si dice invece contrario quando questo diritto viene abbinato a quello delle adozioni. È proprio intorno a queste incertezze che ha avuto la possibilità di svilupparsi nelle ultime settimane un forte movimento politico di protesta, nel quale elementi ultra-conservatori hanno contribuito a inasprire le tensioni di piazza. Ma ora il disperato tentativo di bloccare una norma ormai consacrata dal voto parlamentare è affidato al ricorso di costituzionalità già annunciato dal leader del centro-destra Jean-François Copé, successore di Nicolas Sarkozy alla guida dell’Ump: un partito in crisi che, anche in questa occasione, ha dimostrato di essere in stato confusionale, come è emerso durante il dibattito parlamentare dalla dichiarazione di un suo deputato, Philippe Cochet, che è arrivato ad accusare il governo di voler “assassinare i bambini”, proprio in seguito alla scelta di autorizzare le adozioni per le coppie gay. I socialisti, fermamente convinti che la Corte costituzionale riterrà infondato il ricorso, auspicano che a questo punto, con la legge ormai approvata in via definitiva, anche l’effervescenza della piazza vada progressivamente scemando (proprio come accadde in Spagna dopo le mobilitazioni decise a caldo dalla Conferenza episcopale e appoggiate dl Partito Popolare). Il governo approfitterà delle prossime settimane - l’Alta Corte deve pronunciarsi entro un mese - per mettere a punto gli ultimi dettagli, soprattutto le necessarie modifiche al codice civile.