Antonio LoCampo, La Stampa 3/5/2013, 3 maggio 2013
I SEGRETI DI VEGA IL RAZZO ITALIANO
Dopo il lancio del febbraio 2012, Vega, il razzo vettore europeo, è pronto per il secondo lancio, il primo commerciale. La partenza dalla Guyana avverrà alle 23,06 (le 4,06 di sabato ora italiana). Cos’è il razzo Vega?
È un razzo vettore dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, per il lancio di satelliti a uso istituzionale e scientifico, ma è un progetto di concezione totalmente italiana. Vega è l’acronimo di «Vettore europeo di generazione avanzata», sviluppato in collaborazione dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l’Esa, e il cui sviluppo è affidato e gestito alla società Elv, formata al 70 per cento da Avio e al 30 per cento dalla stessa Asi. La Elv è primo contraente del programma e coordina 40 aziende di 12 Paesi europei. A Vega si lavora dall’inizio degli Anni Novanta.
Perché è considerato un razzo «italiano»?
L’idea nasce negli anni 1992-93 da un team di ingegneri di Avio a Colleferro (Roma), per dare all’Europa un razzo vettore per il lancio di satelliti di piccole e medie dimensioni, e quindi come alternativa al potente Ariane 5, da tempo operativo per lanci di satelliti di grandi dimensioni e moduli spaziali diretti alla Stazione spaziale internazionale. A Colleferro, già dagli Anni Ottanta venivano costruiti i razzi «di spunto» a combustibile solido degli Ariane 3 e 4, e ancora oggi vengono sviluppati i potenti booster dell’Ariane 5 e molte componenti dello stesso Vega. Il progetto di Vega subì uno stop a fine Anni Novanta, ma poi, grazie anche al supporto dell’Asi, il programma è ripartito e dopo il primo lancio dello scorso anno, il razzo è pronto al suo primo volo commerciale. La sua italianità è confermata dalle percentuali di partecipazione industriale, tecnologica e finanziaria: l’Italia vi partecipa al 65% (Francia seconda con il 12%, terza la Spagna con il 7%).
Quali sono le sue caratteristiche?
Vega è alto 30 metri, come un palazzo di 10 piani, con diametro massimo alla base di 3 metri; alla partenza dalla piattaforma numero 1 dello spazioporto di Kourou, pesa 140 tonnellate. È formato da quattro stadi: i primi tre, chiamati Zefiro, sono a combustibile solido; l’ultimo, dalla sigla Avum, è a combustibile liquido ed è quello che colloca i satelliti in un’orbita terrestre equatoriale che può variare tra 700 e 2.000 chilometri d’altezza.
Quali satelliti lancerà Vega in questa sua seconda missione?
Dovrà portare in orbita Proba-V, un satellite dell’Esa capace di effettuare un rilievo globale della vegetazione, che si trova posizionato nella parte superiore dell’ogiva (il contenitore che si trova in cima al razzo), che avrà come scopo principale l’aggiornamento del database sulla vegetazione terrestre. Nella parte inferiore, ci sarà il satellite vietnamita di osservazione ottica della Terra VnREDSat 1A, realizzato da Astrium per l’Accademia vietnamita delle scienze e tecnologia. È un satellite ottico in grado di riprendere immagini con risoluzione di 2,5 metri, che dovrà monitorare e studiare gli effetti del cambiamento climatico. Oltre ai due satelliti principali, ce n’è un terzo, l’ESTCube-1, che pur essendo di dimensioni ridotte (è un cubo di 10 centimetri di lato e un chilo e mezzo di peso), è un satellite a tutti gli effetti. Costruito da studenti universitari, dovrà effettuare test per la potenza propulsiva di una vela solare.
Da dove parte Vega?
Dalla piattaforma numero 1 dello spazioporto europeo di Kourou, in Guyana Francese. È una piattaforma storica, poiché è da qui che partì il primo razzo Ariane 1, il 24 dicembre 1979. La finestra per questo secondo volo è molto stretta: il lancio deve avvenire entro due minuti, altrimenti verrà rinviato di 24 ore.
Quali sono le principali novità del secondo Vega?
«In questo secondo lancio – spiega l’ingegner Pier Giuliano Lasagni, responsabile Settore Spazio di Avio - verrà sperimentato un nuovo adattatore per i satelliti, realizzato per il “doppio carico”. Nel primo lancio i satelliti furono lanciati da un’unica piattaforma; questa volta c’è un comparto per il lancio e la messa in orbita di due satelliti in modo separato».
Ci sono anche novità dal punto di vista del software?
Sì, Elv e Avio hanno messo a punto «il cervello» che guida il razzo, dalla partenza fino all’ingresso in orbita dell’ultimo stadio, fornisce la guida, navigazione e gestione di tutto il lancio. È un software complesso, perché Vega, pur essendo un razzo piccolo, compie un numero di operazioni molto alto per posizionare più satelliti in orbite diverse.
Quali possono essere gli sviluppi futuri?
Con questo lancio, Vega inizia la sua avventura di lanciatore commerciale. Ma nel frattempo, si guarda più in là, e al successore di Ariane 5: «Gli sviluppi di Vega nel campo della propulsione – aggiunge Lasagni – potrebbero essere impiegati per la versione del futuro, potente razzo Ariane 6, da noi proposta all’Esa. Una versione basata su tecnologie che già stiamo collaudando. Un modo per far sì che il programma possa essere realizzato in tempi e costi accettabili per il futuro, massiccio lanciatore europeo».