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 2013  maggio 03 Venerdì calendario

NEGLI USA FUCILI COME GIOCATTOLI

Una bambina di due anni è morta in Kentucky, perché il fratellino di cinque le ha sparato. Non con l’arma del padre rimasta incustodita, ma con un fucile prodotto apposta per i bambini, che i genitori gli avevano regalato per il suo quarto compleanno. E parliamo ancora di limitare le armi negli Usa? Se da qualche parte c’è rimasto qualcuno sano di mente in circolazione, provi a cambiare questa mentalità che ormai uccide ogni giorno.

Caroline Starks stava giocando col fratellino maggiore Kristian, in una casupola di legno nella Cumberland County, la zona più isolata e rurale del Kentucky. La mamma Stephanie è uscita per rovesciare ai cani il contenuto di una padella con cui aveva fritto qualcosa, lasciandoli soli. Un momento dopo si è sentito lo sparo, e la bellissima bambina bionda che amava soprattutto cantare è morta: «Ora è col Signore», ha detto la nonna.

Al momento pare che non ci sarà alcuna inchiesta a carico dei genitori. Infierire sulla madre per un attimo di distrazione sarebbe crudele, ma la follia di questa tragedia sta nell’arma del delitto: un Crickett calibro .22, un’arma vera, che i genitori avevano regalato al figlio per il suo quarto compleanno.

Per crederci bisogna vedere, e andare sul sito internet della Keystone Sporting, l’azienda di proprietà del veterano del Vietnam Bill McNeal, che produce fucili fatti apposta per i bambini. La pagina, almeno fino a ieri pomeriggio, si apriva con la foto di un bambino che imbracciava l’arma affiancato da un cane, sullo sfondo di un bellissimo tramonto. Titolo: «My First Rifle», il mio primo fucile, che poi è lo slogan con cui il Crickett è stato lanciato sul mercato. Può essere caricato con un solo proiettile, ma vero, e costa poco più di cento dollari. Siccome la parità fra i sessi è una conquista antica in America, la Keystone pubblicizza con orgoglio anche una versione rosa del suo fucile, destinata alle bambine. Anzi, c’è proprio un «Kids Corner», ossia l’angolo dedicato ai prodotti per i più piccoli. Ore dopo la tragedia, si poteva tranquillamente andare su siti come Gunsamerica, e comprare direttamente online qualunque tipo di Crickett: i modelli disponibili andavano da 109 a 229 dollari.

Gary White, una specie di sceriffo locale, ha liquidato la tragedia così: «È uno di quei pazzi incidenti che capitano». Bill McNeal, il produttore del fucile, ha rifiutato qualunque responsabilità: «I bambini ha detto - sono sotto il controllo dei loro genitori, e ad un certo punto i genitori devono prendersi la responsabilità, che si tratti di un fucile, un’auto, un cane pitbull o una pillola anticoncezionale».

L’idea che sia anche solo strano produrre fucili veri per bambini di quattro anni, non sfiora neppure l’anticamera del cervello di queste persone. Perché un ragazzino così avrebbe bisogno di un calibro .22, se non per abituarlo subito all’idea che le armi fanno parte della norma e della cultura locale? McNeal, però, la sua parte di ragione ce l’ha: cosa passa nella testa di un genitore che fa sua questa mentalità, e ritiene utile regalare un fucile ad un bambino che ha appena smesso i pannolini?

Basta guardare i numeri del Kentucky, del resto: questo Stato ha 4 milioni di abitanti, e quasi 15 milioni di domande per l’acquisto di fucili e pistole. Finché la gente ragionerà così, nemmeno stragi come quella di Newtown aiuteranno il presidente Obama ad approvare leggi di minimo buonsenso per il controllo delle armi.