Marco Ansaldo, la Repubblica 3/5/2013, 3 maggio 2013
IL GIORNO DEI DUE PAPI IN VATICANO TORNA RATZINGER, INIZIA LA COABITAZIONE
Francesco e Benedetto. Il Papa gesuita e il Pontefice teologo. Sua Santità in carica e il Santo Padre emerito. Le sfide inedite della Storia abituano spesso l’uomo ad accettare l’impensabile. Da ieri c’è una tacca in più da aggiungere alle stranezze e alla genialità della vita: quella di due Papi che coabitano in Vaticano.
Jorge Mario Bergoglio e Joseph Ratzinger sono adesso due vescovi di Roma vicini di casa, dentro le Sacre mura. Due uomini che vestono un abito con lo stesso colore, incaricati entrambi del medesimo altissimo ruolo, ora inginocchiati anche su un unico altare. Come ieri, quando in un bel pomeriggio romano soleggiato e appena rinfrescato dalla pioggia mattutina, il Papa argentino si è messo a fianco di quello tedesco e assieme, nella cappella della Mater Ecclesiae, il convento monastico che sarà la nuova casa del Pontefice anziano, hanno pregato.
Ratzinger era sbarcato da pochi minuti dall’elicottero che lo riportava dentro la Santa Sede dopo 62 lunghissimi giorni, dall’annuncio drammatico di rinuncia al pontificato «per motivi di salute» pronunciato l’11 febbraio, e dall’addio concreto del 28 seguente: 13 giorni prima che il suo successore Bergoglio venisse eletto in un Conclave convocato per la prima volta senza funerali papali.
Il Pontefice tedesco è apparso a chi lo ha visto da vicino in buono stato di salute. Colorito, persino. Segno che dopo il primo momento di crollo psicofisico seguito alla clamorosa decisione di abbandonare il Sacro soglio — come evidenziavano le immagini del primo incontro Bergoglio-Ratzinger a Castel Gandolfo — le ultime settimane di riposo hanno invece giovato. E adesso era arrivato il momento di tornare: chissà se per sempre, oppure se per una tappa di passaggio e un futuro pensiero alla natìa Germania. Benedetto XVI è uomo capace di sorprese.
Francesco lo ha accolto sulla porta della Mater Ecclesiae con un saluto caloroso. «Con grande e fraterna cordialità», spiegava il portavoce di entrambi, padre Federico Lombardi. Gli ha dato il bentornato, c’è stato un abbraccio, e i due hanno unito assieme le quattro mani. «Benvenuto», ha detto Bergoglio, sotto lo sguardo adesso sorridente di monsignor Georg Gaenswein, il segretario particolare del vecchio Papa, apparso in lacrime nell’ultimo giorno di Benedetto da Pontefice in carica. «La casa è accogliente, qui si può lavorare bene», ha risposto a bassa voce Ratzinger, guardando i lavori di ristrutturazione appena finiti, mentre c’è ancora odore di fresco, e alcune delle 12 celle divise per le suore conventizie sono state abbattute per far posto al pianoforte, ai cd di musica classica e sacra, ma soprattutto ai tanti libri che finalmente Benedetto ha riunito facendo arrivare anche quelli dell’abitazione di Piazza della Città Leonina dove risiedeva da cardinale. È certo che continuerà a occuparsi di teologia, la sua passione, scrivendo e portando a termine i progetti faticosamente affrontati durante i complessi anni di pontificato.
La “famiglia pontificia”, cioè Ratzinger, don Georg, le quattro Memores Domini che cucinano e rassettano per il Papa anziano, si è poi riunita la sera nella nuova residenza, un monastero voluto più di vent’anni fa da Papa Wojtyla, capace di ospitare in questo arco di tempo ben quattro ordini claustrali: clarisse, carmelitane scalze, benedettine e visitandine. Qui pernotterà ora lo stesso monsignor Gaenswein, e una stanza è stata predisposta anche per il fratello del vecchio Papa, padre Georg Ratzinger, spesso in visita dalla Baviera. Qui Benedetto vivrà dunque, come annunciato, «nascosto al mondo».
Eppure i due Pontefici avranno d’ora in poi possibilità di incontrarsi e confrontarsi. Anche se il Papa emerito, come è apparso nelle immagini più recenti, sembra piuttosto affaticato, e non interverrà nella gestione della Chiesa. Ma non è affatto da escludere che Benedetto e Francesco continuino a vedersi di tanto in tanto, per parlare o pregare insieme. A far la spola, come uomo di collegamento, ci sarà comunque padre Georg, il quale, svincolato dai compiti più stretti di segretario di Ratzinger, lasciati ora a un diacono fiammingo, potrà espletare al meglio le sue nuove funzioni diplomatiche di Prefetto della Casa Pontificia. Chi pensa a possibili contrasti o frizioni fra i due, dicono, verrà smentito dalle osmosi inedite che potranno prodursi dall’esperienza del primo e dalla capacità del secondo.
E con Bergoglio stabilitosi ormai nella Casa Santa Marta, la residenza dove alloggiò da cardinale durante il Conclave, l’abitazione del Papa per antonomasia, quella ribattezzata come l’Appartamento papale, rimarrà per ora vuota, aperta solo quando Francesco si affaccerà la domenica al balcone. Magari salutando con le parole Benedetto. I due, 76 anni l’uno, 86 l’altro, vivranno da buoni vicini a poche centinaia di metri di distanza. Il Papa nuovo e il Papa vecchio.