S.Bo., Corriere della Sera 3/5/2013, 3 maggio 2013
Sulla ricapitalizzazione del Corriere della Sera
«Responsabilmente, mi sembra difficile votare contro l’aumento di capitale di Rcs». Lo ha detto Enrico Cucchiani, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, in vista dell’assemblea che il 30 maggio sarà chiamata a deliberare sulla ricapitalizzazione del gruppo che pubblica il Corriere della Sera. «Dietro l’azienda», ha aggiunto il banchiere, «si raccoglie la crema dell’imprenditoria e della finanza italiane e sarebbe di grave responsabilità per tutti se non le si concedesse la possibilità di andare avanti». Una volta conclusa la ricapitalizzazione, «bisognerà intervenire nei modi più opportuni per assicurare la sostenibilità». Infine si è detto fiducioso sul fatto che l’assemblea approvi l’operazione: «Penso proprio di sì». È «assolutamente possibile» che tra i soci voti «a favore dell’aumento anche chi ha deciso di non partecipare», perché, ha spiegato, «non credo che queste cose si escludano vicendevolmente».
Le parole di Cucchiani seguono la lettera di Diego Della Valle e Gilberto Benetton, che hanno anticipato l’intenzione di votare contro l’aumento. In particolare nella relazione del collegio sindacale al bilancio 2012 si «segnala che» Della Valle «ha sollevato censure con riferimento alle operazioni di rifinanziamento e ricapitalizzazione», «sul mancato ricorso da parte della società» «agli istituti previsti dalla legge fallimentare, in particolare gli articoli 67 e 182 bis» e «sull’effetto diluitivo del previsto aumento, che si risolverebbe in un danno agli azionisti che non seguissero» l’operazione.
Nella relazione di Rcs sulle remunerazioni si legge invece che nel 2012 il presidente Angelo Provasoli ha percepito compensi fissi per 333 mila euro e l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane per l’incarico che ricopre dal primo luglio complessivamente 1,066 milioni. Nel dettaglio si tratta di 375 mila euro di compensi fissi (la retribuzione annua lorda è pari a 550 mila euro per la carica di direttore generale e un emolumento di 200 mila euro come amministratore delegato), 16 mila di benefici non monetari e 675 mila di bonus che comprendono anche un «bonus d’ingresso pari a 300 mila euro». Sui compensi fissi dei vertici è ora applicata una diminuzione volontaria del 10%. Tra indennità di fine carica (3,35 milioni) e compensi per quattro mesi, invece, all’ex amministratore delegato Antonello Perricone sono andati circa 3,7 milioni.
S. Bo.