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 2013  aprile 29 Lunedì calendario

SCALFARI BENEDICE LETTA. E I LETTORI LO RINNEGANO

Scalfari accusato dai suoi lettori di berlusconismo. Incredibile. Sembra un’onda d’urto, un colpo di ritorno, il de­miurgo sconfessato dalla sue creature. È la bestemmia che arriva in alto, come ne­mesi e sacrilegio.
Il patriarca è solo, con la sua barba bianca e l’aria distaccata di chi si sente sempre più lontano da questo nuovo se­colo. Ogni maledetta domenica lui conti­nua a scrivere, con la stessa soddisfazio­ne e il senso del dovere di un cardinale che contro la sua stessa natura si sforza di apparire pastore. Questa volta però Eugenio Scalfari, padre e fondatore di Re­pubblica, ha scavato un solco tra sé e i suoi fedeli, un confine di buon senso con il popolo di lettori che si è allevato. Forse per la prima volta si è accorto che il suo quotidiano non è più veramente suo. Questa Repubblica è di Ezio Mauro. Chi la legge ha sposato la linea giacobina, l’indignazione, i girotondi, il disprezzo per l’altro, a cui si fatica a riconoscere la cittadinanza politica, come se fossero fi­gli indegni e illegittimi della res publica Non che Barbapapà sia del tutto estra­neo a questi sentimenti, il suo abito men­tale da neo platonico con quattro quarti di aristocrazia intellettuale lo rendono scettico verso il suffraggio universale e antropologicamente distante da chi vo­ta il Cavaliere. Scalfari è antiberlusconia­no per storia, interessi, dissidi, ferite e vendette. Solo che rispet­to a Mauro fatica a offrire ai suoi lettori tutto quello che vogliono. I suoi sero­moni sono le concessioni che arrivano da un sovrano assoluto. Gli editoriali di Ezio Mauro sono lo specchio degli umori del lettore. Lo assecondano, spesso lo accarezzano, qualche volta lo indirizza­no. Mauro finge di essere uno di loro. Scalfari è sopra di loro.
Accade così che nel lungo articolo di domenica il fondatore spenda tutta la sua autorevolezza per sostenere il nuo­vo governo di Enrico Letta. Il tono è evi­dente già dal titolo: «Un medico per l’Ita­lia malata». Scalfari sa che lì dentro ci so­no anche i ministri del Pdl, ma preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno.
Ci sono tante donne. C’è Emma Bonino. Ci sono la Cancellieri e Saccoman­ni. Il risultato è migliore del previsto. Un benvenu­to a Letta che fa impazzire i lettori, spiazzati, sgo­menti, traditi. «Repubbli­ca era un po’ come l’ulti­mo avamposto. Abbiamo perso anche quello». «Vat­tene in pensione, vecchio». «Senza dignità». E tanti,tanti a scrivere:«Non compre­rò più questo giornale». Scalfari scaval­cato, Scalfari ripudiato, Scalfari «licen­ziato».