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 2013  maggio 01 Mercoledì calendario

MONDIALI DI NUOTO: L’ACCUSA AFFONDA ASSOLTI GLI IMPUTATI

Nessuna irregolarità nella realizzazione degli impianti destinati ai Mondiali di nuoto a Roma nel 2009. I 19 imputati del processo sui presunti abusi edilizi che, a detta della Procura, sarebbero stati compiuti in alcuni dei circoli sportivi tra i più noti della capi­tale sono stati tutti assolti «perché il fat­to non sussiste». Lo ha stabilito il giudi­ce monocratico Marina Finiti.
Non ha retto dunque l’impostazio­ne del pm Sergio Colaiocco, che conte­stando una serie di violazioni edilizie e paesaggistiche aveva chiesto la con­danna di dieci imputati tra cui quella dell’ex presidente del consiglio nazio­nale dei lavori pubblici Angelo Balduc­ci e dell’ex commissario straordinario dei mondiali di nuoto Claudio Rinaldi. «La morale di questo processo- spiega l’avvocato Titta Madia, che assiste pro­prio Rinaldi - è che la legge sui grandi eventi voluta da Berlusconi nel 2011 è legittima e correttamente applicata». Secondo questa legge in occasione di grandi eventi il Consiglio dei ministri nomina un commissario con pieni poteri che per realizzare le opere in tempi certi può agire in deroga ai vincoli ur­banistici e paesaggistici. Nel corso del processo il pm ha sollevato una que­stione di legittimità costituzionale che è stata respinta. «Il giudice - sottolinea il penalista - ha stabilito che la legge sui grandi eventi è costituzionale e che Rinaldi ha agito legittimamente usan­do i suoi poteri di deroga». Assolti an­che l’architetto Angelo Zampolini e gli imprenditori titolari delle strutture sportive e dei circoli coinvolti che nel 2009 finirono sotto sequestro. Impian­ti molto noti tra i quali il Salaria Sport Village e l’Acqua Aniene, il gioiello del­l’attuale presidente del Coni Giovanni Malagò finito nel tritacarne come pre­sidente del Circolo Canottieri Aniene amministrativamente responsabile della piscina ritenuta abusiva e già as­solto lo scorso luglio dopo che la sua posizione era stata stralciata. «Il Sala­ria Sport Village era perfettamente regolare sia dal punto di vista ammini­strativo che da quello penale -afferma il legale della struttura, Cesare Placani­ca- e da ora in poi si deve affermare che non è stata fatta alcuna violazione per la realizzazione degli impianti». «Fini­sce così in un bolla di sapone un altro dei casi giudiziari che tanto avevano fatto gridare allo scandalo», si compia­ce l’assessore all’Urbanistica Marco Corsini. Insoddisfatto, invece, il presi­dente del Wwf Lazio Vanessa Ranieri: «Si tratta di uno sconcertante precedente».
Per un processo che si chiude con An­gelo Balducci tra i protagonisti, un al­tro rischia di aprirsi sempre con il coin­volgimento dell’ex provveditore alle opere pubbliche: quello sulla «cricca» degli appalti. La Procura di Roma, in­fatti, ha chiesto il rinvio a giudizio di Balducci, dell’imprenditore Diego Anemone, dell’ex capo della Protezio­ne civile Guido Bertolaso e di altre 15 persone. Bertolaso è accusato di corru­zi­one perché nella veste di pubblico uf­ficiale avrebbe favorito Anemone in cambio di denaro e benefit d’altro ti­po, accuse che l’ex mister emergenza ha sempre respinto con sdegno. A me­tà giugno è stata fissata l’udienza e ve­dremo come andrà a finire.