Roberto Giardina, ItaliaOggi 1/5/2013, 1 maggio 2013
SOLO AUTO TEDESCHE PER I BIG UE
Per capire come va in Europa, basterebbe dare un’occhiata al parcheggio dei Vip, a Berlaymont, il palazzo della Commissione europea a Bruxelles. Vi sono parcheggiate esattamente 29 limousine di gran prezzo, una per ciascuno dei 26 commissari europei, una per il presidente, e due di riserva nel caso che una delle auto si guasti. Cosa improbabile, ma i signori d’Europa, si sa, sono prudenti. Ebbene, tutte le vetture sono made in Germany.
Bruxelles invita i cittadini e i governi della Comunità a tirare la cinghia, a risparmiare costi quel che costi, meglio sacrificare pensionati e posti di lavoro che sforare sul bilancio. Ma non troverete neppure una Volkswagen nel parcheggio, o un’umile Opel. Al primo posto domina la Mercedes, con i modelli più cari, seguita dalla Audi con la A8, e qualche prestigiosa Bmw. C’è solo una vettura ecologica, sempre una Mercedes nella versione ibrida. Sarà in dotazione a un commissario verde. Probabilmente appartiene alla danese Connie Hedegaard, responsabile per il clima, o al collega sloveno Janez Potocnik, commissario per l’ambiente, ma per la privacy non viene ufficialmente rivelata l’identità, anche se basterebbe stare di posta per scoprire il banale segreto.
La supremazia teutonica è recente, commenta la Süddeutsche Zeitung. Un tempo, i commissari ci tenevano a guidare un’auto di lusso del proprio paese. Gli italiani, per una volta, non esageravano. Niente Ferrari, anche perché scomode come vetture di rappresentanza. Meglio un’elegante Lancia. Ovvio, per i britannici, preferire le Jaguar, e i francesi si facevano scarrozzare in Citroën. Il primo presidente d’Europa, Jean Monnet, aveva scelto una Citroën DS. Il primo commissario britannico, Sir Christopher Soames, ovviamente apparve in Rolls Royce. E nel 1989, uno dei successori, Leon Brittan, si «accontentò» di una Jaguar. Ma oggi? Tanto le due storiche marche vengono prodotte in Germania. E la Lancia è ormai una Chrysler con toilette rifatta a Torino. Perché scelgono vetture provenienti da Monaco o da Stoccarda o da Ingolstadt? È stato chiesto ai commissari. Nessuno produce auto così grandi e sicure, rispondono, e inoltre le emissioni sono ridotte. Così viene rispettata anche la buona coscienza verde. Unica condizione: i commissari non possono spendere più di 2 mila euro al mese in leasing.
Non c’è proprio neppure un originale che lavori a Berlaymont? Il britannico Peter Mandelson, per la verità, aveva scelto una Maserati, ma il presidente della Commissione ha posto il veto: ha dovuto accettare una Jaguar. Ma non vengono comunicati i motivi del divieto. La supremazia tedesca per le auto è totale, come nel calcio. E gli unici che potrebbero tentare di infrangerla sono italiani e francesi, ma sembra che non osino neppure. I politici italiani, poi, non danno il buon esempio neppure a casa loro. Basta vedere in che auto arrivano a palazzo Chigi: Mercedes, Porsche, Bmw, Audi, i più modesti o originali si mettono al volante di una Mini, ma sempre in una versione extralusso. Il nuovo premier Enrico Letta è giunto guidando una Ulisse, la Fiat extralarge, che però sembra sia della moglie. Un’ostentazione di patriottismo voluta che finisce per confermare la regola.