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 2013  aprile 25 Giovedì calendario

UN PICCOLO «DIFETTO» HA SALVATO IL COSMO DALLA DISTRUZIONE

Una scoperta del Cern di Ginevra getta nuova luce sulla struttura del cosmo. Un gruppo di ricercatori italiani è riuscito a dimostrare una asimmetria dell’universo, una sorta di «errore», che spie­ga perché la materia ha «vin­to» sull’antimateria. Un antigelato di fragola sarebbe esattamente eguale al nostro gelato di fragola: stessa forma stesso sapore. Ad assag­giarlo però do­vrebbe essere un nostro fratello co­smi­co fatto di an­timateria. Baste­rebbero infatti appena un gram­mo e ­mezzo di an­tigelato di frago­la e un grammo e mezzo della no­stra lingua per produrre la stes­sa energia della bomba che di­strusse Hiroshi­ma. E infatti quando materia e antimateria so­no in contatto si annichilano tra­sformando la lo­ro massa in Ener­gia. È incredibile che nessun pen­satore di qualsia­si epoca e civiltà abbia mai avuto l’idea che potesse esistere que­sto fenomeno fi­sico- l’annichila­zione - scoperto nel 1929 da un gigante della Scienza Moderna, Paul Dirac. L’annichilazione esige l’esi­stenza di particelle e antiparticelle, di Materia e di Antimate­ria, di Stelle e Galassie e di anti-Stelle e anti-Galassie.
Supponiamo che ci sia nel­l’universo un sistema planetario-solare simile al nostro, con miliardi di abitanti alcuni dei quali impegnati a studiare se esistono altre stelle con satelliti in cui possa esserci la vita come quella a loro familiare. Suppo­niamo che questi nostri fratelli del cosmo abbiano scoperto co­se che noi ancora non abbiamo saputo scoprire. E supponia­mo che essi abbiamo saputo in­ventare tecnologie tali da pote­re viaggiare con navicelle spa­ziali in grado di superare diffi­coltà dinanzi alle quali noi dob­biamo arrenderci. Essendo questi nostri fratelli cosmici in grado di partire con le loro astronavi e sapendo mol­to p­iù di tutto quello che noi sap­piamo, dovrebbero sapere che alle origini dell’Universo, ai tempi del Big Bang, c’erano quantità eguali di particelle e di antiparticelle. Attraverso una serie di processi a loro ben noti, le particelle si sono trasformate in materia e le antiparticelle in antimateria fino a potere avere gelati e antigelati. Però osser­vando l’universo - come sappia­mo fare noi, quindi anche loro - ­viene fuori che esso sembra sia fatto soltanto di materia. Appa­re quindi che di antimateria non ce ne sia più. Noi però ab­biamo sulla Iss (Stazione Spa­ziale Internazionale) un esperi­mento pro­gettato per darci cer­tezza che non ci siano zone nell’universo in cui possa esserci una realtà fatta di antimateria. Essendo loro più bravi di noi, sanno che per essere sicuri è ne­cessaria una prova sperimenta­le. E questa non esiste. Potreb­bero quindi esserci nel mondo galassie e anti-galassie, stelle e anti-stelle. I nostri fratelli co­smici dovrebbero mettersi in contatto radio con noi per sape­re se la materia di cui siamo fatti ha le cariche elettriche e nuclea­ri opposte a quelle della loro materia che in questo caso sa­rebbe antimateria. Vediamolo in modo più esatto.
Le stelle sono fatte di mate­ria, le anti-stelle di antimateria. Per avere la materia non basta avere antiparticelle. Sono ne­cessarie ben altre due cose. La prima è la forza nucleare, la seconda è la forza elettromagneti­ca. La forza nucleare serve per incollare le particelle con cari­che nucleari creando così i nu­clei atomici. La forza elettroma­gnetica serve per incollare gli elettroni ai nuclei per fare gli atomi. Per avere un gelato sono necessarie tre particelle (proto­ni, neutroni ed elettroni) e due forze (nucleari ed elettroma­gnetiche). Per avere un anti-ge­lato sono necessarie tre antipar­ticelle (antiprotoni, antineutro­ni e antielettroni) e le stesse due forze. Se tutte queste cose obbedissero alle Leggi di sim­metria C e P su cui sorvoliamo non sarebbe possibile capire come mai il mondo è fatto solo ed esclusivamente di stelle e ga­lassie senza che ci s­ia alcuna evi­denza per l’esistenza delle anti­stelle e delle anti-galassie. La via d’uscita è la simultanea vio­lazione delle due Leggi di sim­metria C e P, quindi di CP, come ci dicono i risultati dei ricercato­ri italiani al Cern e resi noti ieri. Osservando la luce che viene dalle stelle e dalle galassie non è possibile stabilire se sono fatte di materia o di antimateria. Motivo: luce e antiluce sono equivalenti. Ecco perché non è possibile per gli astronomi di­stinguere una stella da un’anti­stella. Né una galassia da un’an­ti-galassia.
Se sapessimo costruire astro­navi in grado di andare su un’al­tra galassia dovremmo prima di tutto riuscire a comunicare con qualche nostro fratello co­smico. A lui chiederemmo di ripetere lo stesso esperimento fatto al Cern con la macchina Lhc. Otterrebbe gli stessi risultati. A questo punto gli chiede­remmo di fare una verifica. L’anomalia nelle particelle otte­nute con l’esperimento è legata a un segno della carica elettri­ca. Se questa carica elettrica è il contrario del segno delle cari­che elettriche delle particelle leggere che fanno i suoi atomi allora lui è fatto di materia co­me siamo fatti noi. Se il segno è lo stesso allora lui è fatto di anti­materia. In questo caso non sa­rà mai possibile pensare a un abbraccio. Possiamo parlare via radio, scambiarci qualsiasi segno di cordialità e anche di af­fetto, ma restare sempre lonta­ni, lontanissimi. Il prezzo da pagare se volessimo abbracciarli sarebbe l’annichilazione.