Gerardo Pelosi, Il Sole 24 Ore 1/5/2013, 1 maggio 2013
LETTA: PIÙ SVILUPPO PER L’EUROPA
Enrico Letta chiede più crescita all’Europa con la stessa determinazione usata per la disciplina fiscale. La cancelliera Angela Merkel risponde che senza il rigore finanziario non c’è spazio per finanziare sviluppo e occupazione. Nella grande "lavatrice" di cemento bianco della cancelleria tedesca va in scena, ieri pomeriggio, un copione visto tante volte negli ultimi mesi. Da una parte il premier italiano (ma la stessa cosa varrebbe anche per il presidente francese o per il premier spagnolo), dall’altra la cancelliera impegnata a testa bassa in una campagna elettorale per il voto di settembre giocata tutta sulla salvezza della Germania dal rischio contagio con il Sud dell’Europa spendaccione e indisciplinato.
Il premier italiano conferma che l’Italia rispetterà tutti gli impegni già assunti per tenere sotto controllo i conti pubblici ma sollecita all’Europa la «stessa determinazione» usata per contenere i debiti. «Le decisioni che il Consiglio europeo ha preso l’anno scorso - osserva Letta - a nostro avviso devono essere applicate, in particolare sulla crescita. Vogliamo discutere semmai di interventi ulteriori che aiutino politiche di sviluppo e di crescita». Letta conferma che l’Italia ha fatto e farà tutto quello che è necessario per mantenere i conti in ordine. «Non vogliamo certo - aggiunge - un’Europa che consenta a chiunque di fare debiti: non vogliamo lasciare ai nostri figli altri debiti ma garantire loro un futuro di occupazione e sviluppo».
Letta incassa dalla Merkel l’appoggio al nuovo Governo (cita Monti e Napolitano, non Berlusconi) e spiega che ora, dopo due mesi di una faticosa crisi politica, «l’Italia esce più forte». Da europeista convinto il premier cerca di fare breccia nelle convinzioni della cancelliera e argomenta: «Se l’Europa è la dimensione nella quale operiamo, allora a noi sembra che l’Europa debba impegnarsi sulla strada del rigore ma si metta altrettanto impegno sul terreno della crescita». Il messaggio che viene dall’elettorato italiano, spiega Letta alla Merkel, è che l’Europa non sia più vista come un nemico capace di imporre regole e divieti perché altrimenti c’è il rischio che crescano nelle nostre pubbliche opinioni movimenti politici contro l’Europa. «Credo invece che dobbiamo lavorare - dice Letta - perché l’Europa sia vista come foriera di notizie positive». Il tutto nell’ambito delle quattro grandi unioni che l’Italia chiede alla Germania di realizzare insieme: unione bancaria, che decisa (e non dobbiamo perdere tempo ad applicarla); l’unione economica, quella fiscale e infine quella politica. «Lo stesso ragionamento - preannuncia Letta - lo farò a Parigi (oggi) e poi a Bruxelles (domani)». La settimana prossima è previsto anche un viaggio a Madrid per incontrare il premier Mariano Rajoy. Letta fa appello alla comune idea federalista di Italia e Germania per scongiurare fratture che già si delinaneano nell’opinione pubblica. Ne è testimone, del resto, un’atleta plurimedagliata e oggi ministro delle Pari opportunità e dello Sport nata tedesca e naturalizzata italiana come Josefa Idem secondo la quale il risentimento degli italiani colpiti dalla crisi e dalle misure di austerità nei confronti della cancelliera Angela Merkel è «comprensibile».
Almeno pubblicamente la cancelliera mostra di condividere l’impostazione italiana ma ritiene che occorra attuare politiche per la crescita senza allentare di una virgola gli impegni sulla disciplina di bilancio. Il che significa non finanziare nuove spese ma fare investimenti e sostenere le piccole e medie imprese. «Ogni paese - aggiunge la Merkel - deve fare i compiti a casa. L’Italia ha già preso la strada giusta e ora il consolidamento fiscale va continuato. Puntare su consolidamento e crescita sono due elementi che non si escludono perché la crescita si può finanziare solo se i conti sono in ordine».
Il clima tra Letta e Merkel è disteso e non mancano battute. Letta annuncia che a cena avrebbe chiesto alla cancelliera una "consulenza" su come si guida una grande coalizione. Ma questo, risponde subito la Merkel, non vuol dire che ci sarà una seconda conferenza stampa. Qualche giornalista chiede a Letta se spiegherà alla Merkel dove troverà le risorse del mancato gettito Imu. «Non devo spiegare a nessuno le scelte di politiche interne italiane» taglia corto il premier che aveva già spiegato in precedenza come «gli italiani non dicono certo ai tedeschi quello che dedvono fare». Ma lo scotto del noviziato involontariamente emerge. Nel club dei 27 il giovane Letta è solo all’esordio e la Merkel non fa nulla per ignorarlo quando dice: «Il presidente del Consiglio italiano è stato messo di fronte a questi problemi da un giorno dall’altro; avrà bisogno di un po’ di tempo per prepararsi».