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 2013  maggio 01 Mercoledì calendario

ROMA —

Non c’è stato abuso edilizio: le opere per i Mondiali di nuoto di Roma nel 2009 — la maggior parte delle piscine erano all’interno di circoli privati — sono state eseguite senza infrangere le norme paesaggistiche. Lo ha stabilito il giudice Marina Finiti che ha assolto «perché il fatto non sussiste» 19 persone accusate di una serie di violazioni alle norme in materia di edilizia e paesaggistiche. Sono così usciti di scena, tra gli altri, Angelo Balducci (ex presidente del Consiglio nazionale dei lavori pubblici), Claudio Rinaldi (ex commissario della rassegna iridata) e l’architetto Angelo Zampolini, coinvolto nella vicenda dell’appartamento vicino al Colosseo dell’ex ministro Claudio Scajola. Il pm Sergio Colaiocco aveva chiesto dieci condanne, tra cui quelle di Balducci e Rinaldi. Assolti anche i gestori dei circoli sportivi Salaria Sport Village, Tevere Remo, Gav Sport City e Flaminio Sporting Club dove erano state costruite le opere. La sentenza è arrivata proprio nel giorno in cui il pm Roberto Felici ha chiesto il rinvio a giudizio nell’inchiesta sulla «cricca degli appalti» in cui sono coinvolti, oltre a Balducci, l’imprenditore Diego Anemone e l’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. In questo filone sono 18 gli imputati: si tratta dell’indagine nata a Firenze nel 2010, poi trasferita alla Procura di Perugia e, infine, inviata dal tribunale della città umbra nella Capitale per competenza territoriale. La principale accusa mossa a Bertolaso è quella di corruzione: nella veste di pubblico ufficiale, secondo l’accusa, avrebbe favorito Anemone in cambio di denaro e favori. A Balducci e Anemone, oltre a diversi episodi di corruzione, viene contestata (assieme ad altri 12 imputati) l’associazione per delinquere.