Camilla Tagliabue, il Fatto Quotidiano 26/4/2013, 26 aprile 2013
ADDIO ANNA PROCLEMER, LA “SENATRICE” DEL TEATRO
A quattro anni, nel Duomo di Trento, ero convinta che tutti guardassero me, quando camminavo lungo la navata col mio vestitino di velluto blu e il colletto di coniglio bianco. Mi sentivo una regina. E mi atteggiavo di conseguenza”. Il mondo del teatro ha perso ieri notte a Roma la sua regina, Anna Proclemer. Il prossimo 30 maggio avrebbe compiuto 90 anni: era nata a Trento nel 1923 e aveva debuttato a soli 19 anni come attrice in Nostra Dea di Massimo Bontempelli. Ha lavorato con i più grandi registi teatrali italiani, da Luigi Squarzina a Vittorio Gassman e Giorgio Strehler; nel cinema, è stata protagonista di 15 film, girando con Rosi, Rossellini, Ozpetek e Salemme, senza contarela carriera di doppiatrice di star come Greta Garbo.
La diva è stata sposata con lo scrittore Vitaliano Brancati, da cui ha avuto una figlia, Antonia, che ha dato la notizia della sua scomparsa; è stata anche a lungo legata, professionalmente e sentimentalmente, con il mattatore Giorgio Albertazzi, che così la ricorda: “Il dolore è non vederla più. La morte, dopo averne tanto parlato, è alla fine un evento semplice, lineare… Ci vedevamo spesso. Voleva che l’aiutassi a morire, non sopportava il decadimento dei suoi sensi e io, che pure credo all’eutanasia, non ho avuto il coraggio di dirle di sì, ma la portavo fuori a cena per rallegrarla”.
TANTI I MESSAGGI di cordoglio per Proclemer: dal Comune di Roma, che ha allestito la camera ardente (i funerali si terranno domani), al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha dichiarato: “Scompare un’artista di forte personalità e grande talento che ha lasciato un segno inconfondibile sulla scena teatrale italiana. Partecipo con animo commosso al dolore dei familiari”. Su Twitter, Ozpetek ha cinguettato: “Ciao Anna sarai sempre con me. Ti amo”, e alle agenzie ha aggiunto: “Per me è un dolore enorme. Tra noi c’è stata una vera ‘storia d’amore’ professionale. Ci sentivamo continuamente. Avevo scritto una parte per lei anche nel mio nuovo film, Allacciate le cinture, ma Anna mi aveva detto di non sentirsela di spostarsi e di affrontare questo nuovo ruolo. Avevamo quindi deciso insieme di lasciar perdere, allora ho eliminato la parte e lei mi ha detto: ‘Per questo ti amo’. Sono distrutto da questa notizia”.
Un altro regista, Francesco Rosi, non nasconde la propria commozione: “Anna! Qualsiasi definizione o ricordo sarebbe riduttivo. È stata un monumento del teatro, interprete dal fortissimo temperamento, dotata di grande fascino ed espressività. L’ho diretta in Cadaveri Eccellenti in un ruolo non da protagonista, ma a cui lei, proprio come le grandi attrici sanno di fare, ha dato un’impronta unica e fondamentale. Sono davvero addolorato, il mondo del teatro e del cinema è oggi più povero”. Da parte sua, Maurizio Scaparro ha sottolineato che Anna Proclemer “ha sempre mantenuto alto il suo impegno civile, senza ostentazione, soprattutto sul tema della censura e della libertà di espressione. Problema che visse in prima persona proprio in occasione del debutto de La Governante, testo che Brancati le dedicò e che fu colpito da una odiosa censura”. Anche Monica Guerritore ha affidato a Twitter il suo omaggio postumo: “Anna ha vissuto appieno e liberamente il suo talento... Buon viaggio ora”. Il suo sito, www.annaproclemer.it, che accoglie “l’autobiografia che mi sono sempre rifiutata di scrivere”, custodisce aneddoti e storie preziose sulla vita dell’artista.
COME LEI STESSA scrisse qualche tempo fa, il portale “può essere conservato a temperatura ambiente e non ha data di scadenza. Vale a dire che quando l’attrice ‘tirerà il calzino’, come dicono magnificamente a Firenze, il sito resterà qui, per vostro uso e consumo”. La grazia e l’ironia non hanno mai abbandonato questo “mostro” della scena, come Proclemer amava definirsi a proposito della propria vocazione. Ha attraversato con il sorriso anche i momenti difficili, come quando, negli anni Settanta, era talmente “infelice e stressata” da pensare al suicidio: “Ma come ci si suicida con aspirina, Tavor e gocce per il catarro?”. Così si risolse per una passeggiata sul lungomare con il cane.
Persino dei registi che non l’amavano, diceva che la “odiavano civilmente”; di Ronconi ebbe timore, nonostante l’avesse incontrato in età matura, e di Albertazzi fu sempre, irrimediabilmente innamorata, sebbene lui fosse “anguilla sfuggente e irresponsabile”. Per uno dei suoi ultimi recital, all’aperto, a Novi Ligure, La Stampa titolò: “In piazza la senatrice del teatro”. E Anna, col suo solito sense of humour, ribatté: “Sì, senatrice forse, nel senso di vecchietta, ma una senatrice col sedere all’aria non si era mai vista!”. Non ancora.