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 2013  aprile 29 Lunedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 77

(Paola Bellone, «Precari (fuori) legge. Ogni giorno in tribunale»)–

(vedi anche biblioteca in scheda
e database libro in scheda 2235800)

Vite eroicomiche di giudici precari


Occorrenze

Secondo un recente studio, «dal 1° gennaio 2000 al 28 febbraio 2010 il Corriere della Sera ha pubblicato 15.642 occorrenze dei termini “magistrati” o “magistratura”. La Repubblica 29.885. Le Monde: 3.188. El Pais: 7.586 di El Pais».

Precari

Il sistema giudiziario sta in piedi grazie ai precari della giustizia, pagati una miseria e senza alcuna certezza del posto. Si tratta dei cosiddetti magistrati onorari (spesso avvocati prestati alla funzione giudicante), tra cui si distinguono i Vpo o Vice procuratori onorari, nel 97 per cento dei procedimenti, titolari dell’accusa davanti al giudice monocratico, contrattualizzati a tre anni rinnovabili una sola volta, pagati a cottimo; oppure i Got (Giudici Onorari dei Tribunali), retribuiti solo per il processo ma non per il tempo dedicato alla motivazione delle sentenze; i Giudici di Pace (contratti di 4 anni + 4), che sono quelli che guadagnano di più, ecc.

Pace

Emolumenti del Giudice di Pace (il più ricco di tutti): indennità mensile di euro 258,23 + indennità di udienza di euro 36,15 + indennità per ogni provvedimento emesso di euro 56,81 per ogni sentenza, di euro 10,33 per ogni decreto.

L’Aquila

Nel 2009 il ministero della Giustizia lasciò senza un centesimo i magistrati onorari del tribunale dell’Aquila per tutti i mesi in cui le aule di giustizia rimasero inattive a causa del terremoto. Unici tra tutti i lavoratori aquilani a trovarsi all’improvviso senza lavoro e senza reddito, mentre i lavoratori dipendenti continuavano a percepire lo stipendio e i liberi professionisti ricevevano un sussidio dallo Stato. A Torino una collega propose una colletta, che fu estesa a tutta Italia grazie all’organizzazione dei colleghi romani. Fu indetta una giornata di sciopero bianco. Tutti al lavoro, l’indennità di quel giorno sarebbe stata devoluta ai magistrati onorari dell’Aquila.

Mitologia

Qui di seguito qualche caso tipico tra quelli trattati dai magistrati onorari. Si adoperano nomi tratti dalla mitologia per coprire l’identità dei protagonisti.

Fonte

«Alle ore 23 in punto, transitando nel controviale di Corso Cairoli, notavamo una coppia, un uomo e una donna, appoggiati a un cartellone pubblicitario, i quali, del tutto incuranti della nostra presenza come di quella di diversi passanti, erano intenti a un atto osceno di natura sessuale. Più precisamente la donna stava praticando una fellatio all’uomo. Dopo avere invano atteso alcuni momenti affinché i due interrompessero la loro azione e si ricomponessero, l’Ispettore scendeva dalla vettura di servizio chiedendo ai due che cosa stessero facendo. La donna, con la massima sfacciataggine, e accentuando il gesto con cui si asciugava le labbra, rispondeva testualmente: “Mi stavo abbeverando alla fonte”. Accertato che entrambi erano privi di documenti, venivano accompagnati presso gli uffici della Questura, per essere sottoposti ai rilievi fotodattiloscopici ed essere indagati in relazione al reato in oggetto…» (commesso in Torino, il 23 aprile 2002).

Bombola

Oreste, di anni 33, rientrato in casa e constatato che la madre, benché attaccata alla bombola d’ossigeno, s’era alzata per dare da mangiare al cane, pretese che la donna la piantasse lì con la respirazione artificiale e preparasse la cena anche a lui. La donna si rifiutava e poco dopo veniva presa da un senso di soffocamento. L’ex marito, chiamato al telefono per aiuto, trovava la valvola dell’ossigeno chiusa, ne chiedeva conto al figlio e questi ammetteva: «Mica volevo farle del male, volevo solo farla alzare dal letto così mi preparava da mangiare». Allertati i carabinieri, Oreste veniva deferito per violenza privata (reato prescritto).

Banane

Arsenio tentò una rapina in banca fingendo che la banana che stringeva in pugno fosse una pistola. Ma s’agitò un po’ troppo, il fazzoletto con cui nascondeva l’arma scivolò via, una gran risata della clientela scongiurò il pericolo.

Paradiso

Baldassarre, di anni 32, nigeriano, aveva un permesso di soggiorno intestato al «Ministero del Regno di Dio, Amministrazione della Pubblica Giustizia, Dipartimento della Pubblica Accoglienza», firmato in originale da un parroco campano che in calce aveva scritto: «Nessuno è straniero: resistere». È stato arrestato, poi, in esecuzione di un ordine di allontanamento firmato dal questore di Torino.

Osun

Osun, nigeriana e prostituta di 21 anni, non si era allontanata dal territorio, come prescrittole dal questore, perché non era riuscita a mettere insieme abbastanza denaro. Il giudice, guardandola e misurandone l’avvenenza: «E ci credo», convalidandone poi l’arresto, ma subito liberandola «perché il fatto non sussiste» e il motivo del mancato allontanamento doveva ritenersi giustificato.

Notizie tratte da: Paola Bellone, «Precari (fuori) legge. Ogni giorno in tribunale», Round Robin Editrice, € 13