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 2013  aprile 28 Domenica calendario

IN SQUADRA INSIEME LE AMICHE DEGLI AMICI DI LETTA

Una, la neoministra dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, si aggirava serena per il Transatlantico pochi giorni fa: «Io al governo? Macché, io faccio la mamma», glissava sorridente. L’altra, la nuova titolare della Salute Beatrice Lorenzin, ancora ieri all’ora di pranzo chiamava uno dei dieci saggi: «Gira il mio nome, ma nessuno mi ha chiamata per avvertirmi», si sorprendeva.

Eccole invece oggi, le due più giovani ministre del governo col vestito delle grandi occasioni pronte a giurare al Quirinale. Quota Pdl, la prima berlusconiana di ferro, l’altra tra le più vicine al segretario Alfano (iniziò a organizzare le primarie del partito quando, per breve tempo, si pensò di farle), sono però anche in contatto da tempo con la galassia del premier Letta.

Lo è la De Girolamo, di Benevento, 38 anni, avvocato, ingresso in politica attraverso Forza Italia giovani: non solo perché è referente per il Mezzogiorno del think tank fondato da Letta, VeDrò, ma soprattutto perché è moglie di Francesco Boccia, il deputato Pd più vicino al premier, da cui ha avuto una bambina, Gea. Antesignani delle larghe intese, disse qualcuno con malizia: non si poteva immaginare quanto sarebbe stato vero.

Ma al mondo di Letta è in qualche modo vicina anche la Lorenzin, sempre invitata ai workshop di VeDrò, amica da anni di Alessia Mosca, deputata lettiana del Pd, incontrata nel movimento dei giovani popolari europei. Romana di mamma fiorentina e papà istriano, «fieramente borgatara», come si definì lei, la neoministra della Salute, 42 anni, diploma di liceo classico (sul fatto che non sia laureata la rete ha già cominciato a borbottare), entra in Forza Italia fin dalla nascita e diventa coordinatrice nazionale dei giovani. Già pupilla di Antonio Tajani, dal 2004 al 2006 è stata a capo della segreteria del sottosegretario Bonaiuti.

Toste, determinate, due «secchione» che si fanno un vanto del lavoro sul territorio: la De Girolamo come coordinatrice provinciale a Benevento, dove ha persino ricevuto una minaccia di morte per interposta portavoce; la Lorenzin da quando fu consigliera comunale e poi coordinatrice regionale del partito, poi più di recente battendo palmo a palmo la regione accanto alla Polverini. Stavolta doveva essere lei la candidata governatrice, ma ha lasciato il posto a Storace.

Entrambe sono entrate in Parlamento nel 2008: lo ricorda bene la De Girolamo, venne immortalato uno scambio di bigliettini amichevoli con l’allora premier Berlusconi in Aula. Poco tempo dopo, altro biglietto del Cavaliere con l’elenco degli appuntamenti: venne zoommato il suo nome. «Dovevo parlargli di Padre Pio», spiegò candida, un kolossal da girarsi nel beneventano. Capace di ironia ma anche di coraggiose prese di posizione, e pure di qualche gaffe: come quando si riferì al Veneto come «terra di contadini». Solo una «strumentalizzazione», disse, e ricordò fiera le sue «origini contadine». Che per l’agricoltura avesse un interesse è vero: in un’intervista del 2009, si sognò ministro del settore da lì a 10 anni. Ce ne ha messi molti meno.