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 2013  aprile 29 Lunedì calendario

ROBIN HOOD", IL TERRORISTA CHE ISPIRO’ IL KILLER DI BOSTON

Gli investigatori statunitensi e russi che stanno ricostruendo il mosaico di ciò che ha trasformato il presunto ideatore dell’attentato di Boston in un terrorista islamico, stanno cercando di verificare se sia entrato in contatto con uno spietato militante, soprannominato Robin Hood, responsabile di decine di attacchi ed attentati nel Daghestan, instabile regione del Caucaso.

Nel 2012 Tamerlan Tsarnaev, 26 anni, è stato nella repubblica a maggioranza musulmana per sei mesi. Poco dopo il suo ritorno negli Stati Uniti il giovane ha postato sulla sua pagina di YouTube diversi video, raccolti in una cartella denominata «Terrorismo». Uno di questi era un messaggio registrato da Gadzhimurad Dolgatov, un violento estremista religioso che ha guidato una cellula locale dell’«Emirato del Caucaso», il più temuto gruppo islamico armato della Russia che, l’anno scorso, è stato aggiunto dagli Stati Uniti nella lista delle organizzazioni terroristiche.

Rapinatore diventato terrorista, conosciuto dai suoi compagni come Abu Dujana - il suo nome di battaglia -, Dolgatov ha girato diversi video in cui minacciava di uccidere gli agenti di polizia locali e tutti coloro che li avevano aiutati, comprese le loro famiglie. Dolgatov è stato ucciso dalle forze speciali russe in uno scontro a fuoco pochi mesi dopo il ritorno di Tsarnaev negli Stati Uniti.

Il video - che da allora è stato rimosso - sarebbe l’unico con un militante del Caucaso pubblicato dall’attentatore di Boston sulla sua pagina di YouTube. Il fatto che Dolgatov non fosse una figura di spicco, e avesse preso le redini di un gruppo armato meno di un anno prima di essere ucciso, ha rafforzato il sospetto che Tsarnaev abbia conosciuto personalmente lui o uno dei suoi sostenitori.

«Siamo cercando di capire se i due uomini si siano incontrati o abbiamo avuto contatti», ha detto una fonte del ministero dell’Interno russo. «È strano che Tsarnaev abbia postato il video di Dolgatov. Come mai era a conoscenza della sua esistenza? Ci sono di gran lunga militanti più noti in Dagestan e nel Caucaso che Dolgatov. Possiamo escludere che Tsarnaev gli sia stato presentato da qualcuno?».

L’Fbi - che la scorsa settimana ha interrogato i genitori dei fratelli Tsarnaev a Makhachkala, la capitale del Dagestan - e il Fsb (ex Kgb) si stanno concentrando sul soggiorno di sei mesi di Tsarnaev nella regione. Stanno soprattutto cercando di stabilire se abbia stretto dei legami con i militanti locali e se, nel Caucaso, abbia ricevuto un addestramento per imparare a fabbricare bombe.

Dzhokhar Tsarnaev, 19 anni, il fratellodi Tamerlan, che la scorsa settimana è stato trasferito dall’ospedale al carcere, avrebbe sostenuto che lui e suo fratello avevano imparato a fare ordigni esplosivi usando pentole a pressione - quelli usati negli attentati di Boston - da Inspire, una rivista Internet vicina a Al Qaeda. Secondo alcune fonti delle forze dell’ordine statunitensi, tuttavia, l’esecuzione in stile militare del doppio attentato indica un qualche tipo di formazione di base.

L’Emirato del Caucaso ha negato qualsiasi legame con le bombe di Boston o qualsiasi tipo di odio per l’America. A luglio Dolgatov aveva preso la guida della cellula di Kizilyurt, un focolaio di estremisti religiosi, dopo che il suo predecessore era stato ucciso dai russi.

Divenne noto nella regione dopo la registrazione di numerosi video in cui appariva sempre armato e affiancato da militanti mascherati che cullavano AK47 e pistole. In un filmato mostrava sacchi di rubli che diceva aver preso alla polizia come pizzo. Per questo iniziarono a chiamarlo Robin Hood.

Nel video che Tsarnaev avrebbe postato sulla sua pagina di YouTube, Dolgatov – in posa con occhiali da sole di fronte a uno striscione con un testo in arabo – promette di uccidere i poliziotti. In risposta agli appelli delle autorità alla cittadinanza a formare gruppi di vigilantes per contrastare i terroristi, il militante armato minaccia anche di uccidere qualsiasi civile che aiuti la polizia e promette ritorsioni nei confronti delle mogli e dei figli degli agenti.

«Vi avverto – dice il terrorista rivolto alla popolazione locale Vi ammazzerò proprio come farò con loro (gli agenti di polizia). Non diventate una loro pedina. Se avete cervello non vorrete morire lasciando vedove, bambini orfani e madri che piangono. Noi vi distruggeremo».

Nei suoi messaggi video, che circolavano su diversi siti di insorti locali, Dolgatov cita spesso il Corano a memoria, apparentemente in arabo fluente. In un video invita i giovani musulmani a unirsi alla jihad. «Se pensi che l’Islam possa essere diffuso senza versare una sola goccia di sangue, ti sbagli… Solo i codardi e gli ipocriti cercano scuse per non unirsi alla jihad».

Durante il suo breve periodo come capo della cellula di Kizilyurt la regione è stata colpita da decine di esplosioni e uccisioni di agenti di polizia da parte degli estremisti al comando di Dolgatov. Ma nel dicembre del 2012 le unità di polizia anti-terrorismo russe lo hanno scovato in un appartamento a Makhachkala. Ne è nata una battaglia furiosa, durata diverse ore, nella quale sono stati usati anche blindati che sparavano all’edificio. Dolgatov e cinque compagni sono stati uccisi. I siti militanti lo esaltano come un «martire» e un «leone coraggioso di Allah».