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 2013  aprile 29 Lunedì calendario

L’ARCA DI NOE’ DEI SUPER ALBERI

Ci sono centinaia, forse migliaia, di alberi sulla nostra Terra che erano già grandi e ombrosi quando Gesù Cristo predicava il suo Verbo. Quegli alberi sono un patrimonio della Terra, perché sono riusciti a sopravvivere a siccità e alluvioni, incendi e malattie, inquinamento e devastazione umana. Sono veri “campioni”, esemplari geneticamente più forti che hanno vinto la gara della selezione naturale. Con questa convinzione, un’associazione americana lavora da oltre 15 anni a raccoglierne il Dna e tramandarlo alle generazioni future: «Spero che fra 200 anni, i nostri discendenti saranno contenti di quel che abbiamo fatto» ha commentato tempo fa Meryl Marsh, che a lungo è stata a capo delle Operazioni Globali della Archangel Ancient Tree Archive.
GLI ESEMPLARI
Il progetto, ideato negli anni Novanta da David e Jared Milarch, può essere paragonato a una specie di Arca di Noè: non mira a proteggere le foreste di antica crescita che ancora esistono – impresa per la quale già si battono numerose associazioni – ma per crearne altre, loro gemelle, con le stesse caratteristiche genetiche. Il lavoro dei dipendenti della Archangel non è facilissimo: la raccolta degli esemplari richiede spesso di arrampicarsi su alberi alti e ripidi, per raggiungere le estremità più tenere dei rami più giovani. La signora Marsh ad esempio ha prima preso lezioni da un campione di alpinismo, e solo dopo ha cominciato a scalare quelle vette.
Clonare alberi vecchi di migliaia di anni, spiega al Messaggero, Jared Milarch, è «un inno alla vita». Uno degli alberi clonati ad esempio è la quercia di Brian Boru a Tuamgraney in Irlanda: la leggenda vuole che sia stata piantata dal re Brian Bórumha mac Cennétig, che governò l’Irlanda intorno al 1001. L’età della quercia è infatti stimata intorno a un migliaio di anni. Un altro grande albero clonato è la sequoia Alonzo Stagg, nella Sierra Nevada della California. È un albero vecchio di tremila anni, alto quasi 80 metri, con una circonferenza alla base di 34 metri.
LA TECNICA
La procedura di clonazione è lunga e delicata, e spesso non riesce: «Ma – assicura Milarch -stiamo riuscendo a creare una biblioteca vivente di alberi di antica crescita». I motivi della missione non sono solo estetici o sentimentali: una volta ottenuto il clone, si cerca di piantarlo seguendo una logica pratica e scientifica. «È importante piantare l’albero giusto, con il Dna giusto, nel posto giusto» aggiunge Milarch. Per esempio: il salice nero è un albero efficace nel “fitorimedio”, nella bonifica di aree contaminate da prodotti chimici, nel filtraggio delle acque. La Archangel l’anno scorso ne ha regalati 6 mila esemplari alla tribù indiana degli Ottawa, nel Michigan, che ha così potuto cominciare il recupero naturale di terreni inquinati.
Il progetto più ambizioso della Archangel è comunque quello della «migrazione assistita». Come spiega Jared Milarch, gli ambienti naturali originali di alcune delle specie più importanti vanno deteriorandosi. Le sequoie, vanto e meraviglia delle coste americane dell’Ovest, soffrono per l’alzarsi della temperatura, la scarsità delle piogge e delle nevi. Ebbene, nel corso della Giornata della Terra, una settimana fa, Archangel ha propagato i cloni dei più grandi e forti campioni delle sequoie americane in altri Paesi - Germania, Irlanda, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia. Questi luoghi sono stati scelti perché «le proiezioni dei futuri cambiamenti climatici fanno prevedere che saranno i migliori ambienti surrogati rispetto a quelli originali».
I CAMPIONI
L’Archangel ricorda che l’uomo ha già distrutto il 98 per cento delle foreste di antica crescita. E ora abbiamo messo a rischio anche i campioni sopravvissuti centinaia se non migliaia di anni. Insomma: il clima cambia, spostiamo i grandi alberi dove potranno sopravvivere, aiutiamoli a migrare, come fanno gli uccelli quando in inverno vanno a sud.
La sede di Archangel e dei suoi laboratori di clonaggio è a Copemish, nel Michigan. Ma i suoi esperti lavorano in tutto il mondo e accettano segnalazioni di campioni il cui Dna vada salvato da ogni angolo del pianeta. Maggiori informazioni si possono trovare nel sito http://www.ancienttreearchive.org/ .
«Se qualcuno dall’Italia vuole segnalarci dei grandi campioni – ci saluta Milarch - raccomando che mandino fotografie, con dati vitali quali: altezza dell’albero e circonferenza del tronco. Meglio che a fianco nelle foto ci sia una persona in piedi, che faccia da metro di riferimento sulla misura dell’albero».